InfoAut
Immagine di copertina per il post

’68 di Paco Ignacio Taibo II

||||

Paco Ignacio Taibo II, 68 Città del Messico dalle lotte studentesche al massacro di Tlatelolco, Mimesis Edizioni – Collana Le carte della memoria 2021

di Edoardo Todaro da Carmilla

Avere a che a fare con Paco Ignacio Taibo II ci obbliga ad avere a tenere in considerazione  quanto ha scritto fino ad oggi. Mi permetto di definire,  con Gramsci nel pensiero, Taibo II l’intellettuale organico in quanto essenziale nella costruzione di una indispensabile e necessaria ’egemonia culturale ed in quanto tale deve porsi al servizio del riscatto del proletariato. Detto questo, come non citare da Arcangeli; e le dodici i storie non molto ortodosse di rivoluzionari del XX secolo; a “Un hombre guapo” sulla vita e morte di Tony Guiteras padre della rivoluzione cubana, ma ovviamente “Un rivoluzionario chiamato Pancho” e sicuramente “Senza perdere la tenerezza” a proposito del mai dimenticato Ernesto Che Guevara.

Ho avuto la fortuna di conoscere Taibo II in due occasioni e posso dire che leggere “‘68″ mi conferma le sensazioni che avevo rispetto al suo modo di porsi nel  coniugare l’essere militante attivo del percorso di cambiamento sociale e politico e lo scrivere di quanto ha vissuto in prima persona nelle lotte che si sono sviluppate nel ’68, nel Messico in particolare.

E quindi, come si suol dire, mettiamo le mani nel piatto e proviamo a dire quanto, in questo libro, che giustamente la casa editrice “Mimesis” ha posto tra “Le carte della memoria”, ci viene dato.  Il ’68 come spartiacque per molti messicani che hanno nella memoria collettiva l’unica cosa in funzione e che in realtà è il fantasma che popola il Messico. Ed è qui, anzi da qui,che Taibo II da il via al suo punto di vista: il ’68 ha prodotto gli anticorpi verso le tentazioni prodotte dal bacio avvelenato dello stato, dalle tentazioni ammalianti del potere. Il ’68 che ha come riferimento la rivoluzione cubana e la resistenza vietnamita, che ha nel Che il proprio morto.

images copia

Paco Ignacio Taibo II

Il ’68 che ha nel suo essere la musica, la poesia, il cinema, ma che rifiuta la televisione non tanto per una voglia di boicottaggio, ma in quanto che il tempo era impegnato su altro. È significativa la descrizione del clima, del contesto che ha caratterizzato quel periodo: la militanza; le riunioni  interminabili; i giornali autoprodotti ma zeppi di citazioni; il mondo delle sette; il ricercare l’indispensabile  rapporto con gli operai nonostante il distribuire volantini illeggibili. Però l’attenzione deve essere rivolta verso quanto si sviluppava a livello ideologico, di prospettiva ….. le domande che venivano poste sul potere, sulla teoria della provocazione; legalità contestativa e quella ufficiale. Il ’68, un movimento che si muove in modo imprevedibile con il giorno e la notte inesistenti.

Sono le azioni, le iniziative di strada che rendono vivo un movimento che mette in discussione lo stato di cose, attraverso lo smascheramento della funzione repressiva che lo stato assume su di sé, con le scuole occupate, con l’assemblea che diviene lo strumento di riferimento delle mobilitazioni; con la messa in discussione di baluardi fondamentali come “patria” ma anche dei mezzi d’informazione in quanto utili ad orientare l’opinione pubblica. Taibo II in realtà lancia un’invettiva, un appello, fa un passo in avanti, chiama al rilancio della solidarietà popolare, quella solidarietà che il popolo messicano aveva dimostrato verso gli studenti in lotta mettendo ai margini leader sindacali corrotti ecc ….

E non potevano mancare , nella descrizione di  Taibo II, i momenti collettivi e sociali e perché no dissacranti ed ironici. Su tutti? La mensa collettiva, come in una classica barzelletta: 1 maoista; 1 troskista; 2 guevariste , e con un menù che deve essere accettato, prendere o lasciare, visto che va ad oltranza aspettando l’inevitabile esaurimento scorte; oppure la descrizione del tempo  che si allunga rispetto alla quotidianità, le ore sono di sessantadue minuti e le giornate di ventisette ore, i giorni sono senza sonno. Molte delle cose scritte possono essere d’insegnamento per chi oggi si pone nel terreno del conflitto sociale, ad esempio: se da una parte la controparte, lo stato, deve avere  la capacità  di individuare chi è colui, all’interno delle mobilitazioni, che deve essere cooptato, per essere intimorito, corrotto; dall’altra deve essere tenuta alta la mobilitazione collettiva perché se il potere negozia, vuol dire che cessa di essere tale.

Questo libro è assolutamente attuale, visti anche gli accadimenti odierni, se teniamo conto dell’analisi che viene esposta sui mezzi d’informazione, asserviti e manipolati. Anche la cronaca degli avvenimenti narrati ha il suo valore per far capire il clima sociale vissuto in quel periodo: il carcere  che solo per puro caso non fu occupato; la ritirata gloriosa invece che interpretata  come fuga; i prigionieri politici mai dimenticati e sempre al centro delle mobilitazioni; i comitati di operai, settore petrolifero ed elettrico in particolare, che  mettono all’ordine del giorno la democrazia e l’azione diretta.

Una riflessione quella di Taibo II che non può non assumere caratteri soggettivi , ad esempio: nessuno dormiva più a casa propria, ed  attraverso la cronologia degli avvenimenti che si accavallano e che sono contraddistinti dall’accentuarsi della repressione da una parte ma anche dall’altra dall’incredibile capacità del movimento, degli studenti, di recupero. Una lezione ci da Taibo II: il ’68, in Messico, non può e non deve essere ridotto e riassunto al massacro di Tlatelolco, anche se quanto avvenuto non poteva non mettere, ovviamente, sulla difensiva.

Ciò che deve essere valorizzato, messo in risalto, in evidenza, sono gli anni di lotte ed  i quadri politici che si sono formati  con esse, ma anche la tortura che produce un’ emorragia interna; i 2000 prigionieri politici e l’essere dentro o fuori è solo dovuto al caso; la responsabilità dei giovani militanti nel caricarsi sulle spalle un mondo schifosamente pesante. Insegnamenti necessari anche rispetto all’oggi ed alle prospettive che un movimento deve porsi, tra sconfitte, tante,e capitolazioni, poche, i punti di domanda che si susseguono uno dietro l’altro senza dover essere condannati ad essere i fantasmi del ’68. Taibo II vive di persona le ricorrenze, gli anniversari ponendosi contro a nostalgia; al considerare quanto accaduto acqua passata.

tlat 768x459

Taibo II non accetta nessuna transizione condivisa, ed in Italia a questo proposito ne dovremmo sapere qualcosa …; Taibo II sarà anche un vecchietto, ma i vecchietti non dimenticano e sono combattivi. Quanto accaduto a Tlatelolco fa parte del patrimonio dei messicani, perché, e non può essere diversamente,  la memoria è lo strumento necessario ed indispensabile, per sostenere la resistenza  di oggi. Al di là di qualunque retorica ciò che c’è da festeggiare è l’onorevole sconfitta. Per dirla con Taibo II: “Nel paese degli imbrogli, del tradimento, dell’abbandono dei principi ciò che vince è la testardaggine di chi si rialza. Se mi è concesso  desidero fare un riferimento a quanto sta emergendo in questo paese, e mi riferisco a quanto messo in campo dal collettivo di fabbrica della GKN di Firenze ed al suo essere già elemento di riferimento tra gli operai e non solo: cosa è il comitato di sciopero a composizione flessibile; cosa sono le brigate e le commissioni interne che hanno la propria fine nel momento in cui termina il loro compito se non quanto stiamo vedendo e vivendo in questi mesi; il collettivo che sconfigge la paura e la solitudine e perché è indispensabile convergere rispetto a ciò che ci unisce, visto che per quello che ci separa avremo tempo, e quindi che dire: #INSORGIAMO

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

PACO IGNACIO TAIBO II

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Decolonizzare la scienza

Dalle spedizioni dell’Ottocento al divario nella geografia dei centri di ricerca, c’è ancora un problema di colonialismo?

Immagine di copertina per il post
Culture

Dagli inferi di Manchester agli inferi della banlieue

Un estratto da Cronache marsigliesi. Scorci di guerra civile in Francia di Emilio Quadrelli (MachinaLibro, 2025)

Immagine di copertina per il post
Culture

La rivoluzione come una bella avventura / 5: S-Contro, storia di un collettivo antagonista

Sergio Gambino, Luca Perrone, S-Contro, Un collettivo antagonista nella Torino degli anni Ottanta, con i contributi di Salvatore Cumino e Alberto Campo, DeriveApprodi, Bologna 2024 di Sandro Moiso, da Carmilla «Noi sentivamo di avere una collocazione forte! Io nell’84, quando abbiamo cominciato, avevo vent’anni, eravamo giovani, ma ci sentivamo di avere un grande compito e anche […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Immaginare il comunismo, oggi.

Phil A. Neel, Nick Chavez, La foresta e la fabbrica. Contributi ad una fantascienza del comunismo, Porfido Edizioni, Torino 2025. di Sandro Moiso, da Carmilla Continua con la presente pubblicazione l’opera meritoria delle Edizioni Porfido di traduzione, pubblicazione e proposta all’attenzione del pubblico italiano delle riflessioni condotte sulla rivista online «Endnotes», di cui in passato ci […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Educazione Autonoma in Messico #2 – Esperienze Urbane

Siamo lietə di annunciarvi l’uscita di “Educazione Autonoma in Messico #2 – Esperienze Urbane”, un nuovo elemento della collana “Quaderni della Complicità Globale” realizzata in collaborazione con il progetto editoriale Kairos – moti contemporanei. da Nodo Solidale Nel volume abbiamo raccolto delle interviste, completamente inedite, dedicate all’educazione all’interno dei processi di organizzazione dal basso e  […]

Immagine di copertina per il post
Culture

E facciamo sto viaggio insieme!

Militanza Grafica e InfoAut insieme con una serie di vignette e grafiche per una contro-informazione di movimento. Uniamo le forze per colorare, per disegnare e per creare un nuovo mondo insieme. Una volta al mese troverete, una linea di vignette create ad hoc per il network di contro informazione storico italiano InfoAut. Unire la creatività […]

Immagine di copertina per il post
Culture

La terra promessa di Sion non è per i Giusti

“Mi addormentai così, oppresso dal cupo destino che sembrava incombere su di noi. Pensavo a Brigham Young, che nella mia fantasia di bambino aveva assunto le dimensioni di un gigantesco essere malvagio, un diavolo vero e proprio, con tanto di corna e di coda.” (Jack London, Il vagabondo delle stelle – 1915) di Sandro Moiso, […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – III edizione

Scommettere su altri mo(n)di possibili è l’ambizione del Festival Culturale Altri Mondi Altri Modi che anche quest’anno si terrà al centro sociale Askatasuna.

Immagine di copertina per il post
Culture

A.C.A.B.: la Val Susa secondo Netflix vs la realtà che viviamo

In Val Susa abbiamo avuto modo di vedere A.C.A.B., la serie prodotta dalla multinazionale americana Netflix e uscita ieri. da notav.info Eravamo curiosi di osservare come una fiction di tale portata avrebbe trattato la nostra terra e la nostra lotta. Quello che abbiamo visto non ci ha colpiti: la Val Susa, in questo caso, è […]

Immagine di copertina per il post
Culture

We are not robots – Cambiamento tecnologico e conflittualità

«Dalla miniera a cielo aperto di Lützerath in Germania alla “Zone à defendre” di Notre Dame des Landes passando per la lotta no tav in Val di Susa, negli anni a noi più vicini la battaglia contro lo strapotere della tecno-industria non ha né la fabbrica come epicentro, né la classe operaia come protagonista.