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Alta Felicità 2025: tre giorni di lotta, cultura e partecipazione popolare!

Il mondo brucia. Il genocidio in Palestina continua nel silenzio complice delle democrazie occidentali. L’Europa si riarma, militarizza, reprime.

da notav.info

Il greenwashing nasconde nuovi e vecchi progetti mortiferi, come il nucleare e i mega-impianti fotovoltaici industriali. Intanto, in Italia, territori interi vengono devastati da grandi opere inutili, vengono elette zone di sacrificio e chi lotta contro tutto questo viene spesso processato e intimidito.

Ma c’è chi non ci sta! Per questo siamo davvero liet* di annunciare che dal 25 al 27 luglio, torna a Venaus il Festival Alta Felicità, un appuntamento costruito dal basso, gratuito e aperto a tutte e tutti. Un’occasione in cui la musica, l’approfondimento politico e la convivialità si intrecciano per dare spazio a pratiche di resistenza, solidarietà e immaginare alternative concrete.

Nato dal cuore del movimento No Tav, il festival che nel 2025 conquista la sua nona edizione sappiamo che è molto più di un evento musicale: è un momento collettivo di presa di parola, di confronto e di rilancio delle battaglie che attraversano i territori e il mondo.

In un contesto segnato da guerra, repressione, devastazione ambientale e attacchi ai diritti fondamentali, l’Alta Felicità 2025 vuole essere spazio di discussione, mobilitazione e convergenza, per costruire insieme strumenti di analisi e percorsi condivisi.

I dibattiti del palco principale

Venerdì 25 luglio il programma si apre con una riflessione sulla Palestina attraverso la presentazione del libro “Sotto il cielo di Gaza” con Nandino Capovilla, Betta Tusset ed Enzo Infantino, con uno sguardo alla condizione dei rifugiati nei campi profughi in Libano e Medio Oriente.

Durante la giornata si parlerà anche di Intelligenza Artificiale, smascherando la narrazione neutrale e “naturale” che accompagna queste tecnologie: dietro ogni algoritmo c’è estrazione, sfruttamento e controllo. Anche l’IA, come il nucleare, è un fronte della guerra globale al vivente. Ne parleremo con con Alberto Puliafito e Stefano Borroni Barale.

A seguire, si discuterà della funzione sociale del lavoro nelle “zone di sacrificio”, da Taranto alla GKN, dove le comunità vengono divise tra diritto al reddito e diritto alla salute, e dove la lotta contro la precarietà si intreccia con quella per la giustizia ambientale. Sarà confronto tra esperienze di fabbrica e di conflitto ambientale: dalla GKN all’Ilva, passando per Campi Bisenzio e la Valsusa. Interverranno Dario Salvetti, Raffaele Cataldi e Paola Imperatore.

Nel pomeriggio spazio ancora alla Palestina, con un focus sul ruolo dei movimenti transnazionali e studenteschi nella lotta di liberazione palestinese, con Maisa H., Mjriam Abu Samra, Urgence Palestine e Samidoun – Palestinian Prisoner Solidarity Network.

Sabato 26 luglio si terrà l’incontro “Liberi tuttu: rappresentazione, cura e diritti”, che sarà uno spazio di confronto sulle narrazioni che riguardano le persone marginalizzate e sulle vere emergenze che vivono. Con i Tetrabondi porteremo uno sguardo ironico e provocatorio sulla disabilità, mentre Martina Pasquali e Ambra Zega approfondiranno i temi dell’autodeterminazione, della vita indipendente e della necessità di costruire spazi di ascolto e co-progettazione. A partire dal progetto “Cura è diritti”, si discuterà di cura come campo di conflitto e trasformazione, di autonomia come pratica politica e del bisogno urgente di ricostruire strumenti collettivi di felicità. Con l’attivista Yasmin Accardo (Comitato Verità e Giustizia per Wissem) e l’avvocato Gianluca Vitale, verrà denunciata la realtà dei CPR, simbolo della violenza istituzionale contro chi è esclusə e invisibilizzatə. Il viaggio di Marco Cavallo attraverso l’Italia sarà occasione per rilanciare una campagna collettiva contro il silenzio sulle storie di chi è recluso e a rilanciare una battaglia collettiva contro la disumanizzazione.

Domenica 27 luglio, si affronterà uno dei temi più urgenti: il ritorno del nucleare, oggi riproposto come “verde” e “sostenibile” per giustificare un nuovo ciclo di devastazione e militarizzazione. Dall’assemblea assemblea regionale di Confluenza, convocata sul tema “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare tenutasi a Mazzé (To) lo scorso 12 luglio, dove si sono incontrati comitati, agricoltori e attivisti di tutta la regione, è emerso con chiarezza che questa “transizione ecologica” è solo una nuova forma di colonizzazione energetica, imposta dall’alto e funzionale ai profitti delle multinazionali. Il Piemonte, con la complicità delle istituzioni, è stato svenduto: campi agricoli espropriati per impianti agrivoltaici, territori minacciati da vecchie centrali nucleari mai bonificate, e nessuna reale soluzione al problema delle scorie. Il dibattito vedrà la partecipazione di Angelo Tartaglia, Paolo Cacciari e Roberto Aprile, che smonteranno le bugie del nuovo nucleare e ne evidenzieranno il legame strutturale con la guerra: dalla produzione energetica centralizzata al peso dell’industria militare, passando per il ruolo geopolitico dell’atomo. Non a caso, uno dei settori più energivori è quello degli armamenti.

A seguire, l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” sarà un momento aperto e orizzontale per costruire insieme un fronte largo contro il riarmo europeo, il genocidio in Palestina e la normalizzazione del conflitto permanente. La convergenza tra movimenti antinucleari, pacifisti, ambientalisti e solidali con la Palestina è oggi una necessità politica concreta, e il festival sarà uno dei nodi da cui rilanciare mobilitazioni comuni e confluenze territoriali.

Chiuderà il ciclo di incontri un dialogo tra Patrick Zaki e Ilaria Salis, due storie diverse ma unite dalla repressione, dalla detenzione arbitraria e dalla difesa dei diritti fondamentali. Un’occasione per riflettere sullo stato della democrazia oggi e sulla necessità di risposte collettive.

I concerti: musica libera, gratuita e popolare

Anche quest’anno il Festival ospiterà un’ampia programmazione musicale, completamente gratuita e aperta, vi anticipiamo solo alcuni delle artiste e degli artisti che si esibiranno: The Originals, Casino Royale, Francamente, Modena City Ramblers, Bambole di Pezza, MondoMarcio, Mellow Mood, Punkreas, Johnson Righeira….

Una comunità in movimento

Alta Felicità è costruita interamente dal lavoro volontario e dalla partecipazione di centinaia di persone. È uno spazio libero da logiche commerciali, dove si condividono parole, saperi, cibo e solidarietà. L’accoglienza è diffusa, la cucina è popolare, le assemblee sono aperte. È un’esperienza collettiva di cura e conflitto, un’occasione per rafforzare legami, conoscenze e percorsi.

Ovviamente, non mancheranno iniziative di lotta e momenti collettivi di sensibilizzazione contro la costruzione del TAV, in una valle sempre più militarizzata, che da decenni resiste con determinazione alla devastazione ambientale e alla repressione.

Ci vediamo a Venaus. Contro la guerra, contro le grandi opere, contro ogni forma di oppressione. Per la giustizia, per la libertà e, ovviamente, per la felicità.

Avanti No Tav!

per maggiori info seguite il sito del Festival Alta Felicità con tutti gli aggiornamenti sulla programmazione e le informazioni logistiche.

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

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