Estate 2013 nelle carceri in Italia
In concomitanza con lo sciopero di Parma più detenuti hanno intrapreso diverse forme di protesta come lo sciopero della fame, del carrello, battiture e raccolte di firme, ma le evidenti difficoltà di comunicazione hanno impedito una più ampia adesione. Questo non ci scoraggia, anzi, ci stimola a fare meglio e a impegnarci di più, perché siamo consapevoli, ora più che mai, che solo la lotta paga.
Abbiamo deciso pertanto di proclamare una mobilitazione nazionale per il mese di settembre, che avrà inizio il giorno 10 e fine il giorno 30 dello stesso mese.
E’ nostra intenzione far sentire la nostra voce e protestare contro la situazione esplosiva delle carceri italiane, la quale vede un sovraffollamento intollerabile con detenuti ammassati in celle lager, in condizioni igieniche e strutturali al limite dell’indecenza, speculazioni sui prezzi della mercede, sfruttamento vero e proprio nei confronti dei detenuti cosiddetti “lavoranti”, trattamenti inumani di ogni sorta, abusi di qualsiasi genere e troppo, troppo altro ancora.
Non possiamo inoltre esimerci dal protestare contro tutte quelle forme di tortura legalizzata in cui versano gli internati nei regimi di 41bis, 14bis e Alta Sorveglianza, che vengono quotidianamente uccisi, psicologicamente e fisicamente. Chiediamo quindi l’abolizione di questi strumenti degni della peggior dittatura e l’abolizione della legge Cirielli.
E’ bene precisare che noi, con questa forma di protesta estrema, non chiediamo sconti di pena o benefici, se arrivano serviranno ad alleviare le sofferenze di molti detenuti e ad impedire all’Italia di pagare multe salate, ma interventi concreti che mirino al rispetto dei diritti naturali dell’essere umano e dell’art. 27 della Costituzione.
Per la riuscita della mobilitazione invitiamo tutti i fratelli detenuti ad aderire allo sciopero, attuando dal 10 al 18 settembre lo sciopero della fame e dal 18 al 30 forme di protesta da loro concordate e ritenute più idonee (consigliamo anche la raccolta di firme e la stesura di comunicati). Inoltre, ci appelliamo a tutti i movimenti, singoli cittadini, famigliari dei detenuti, organizzazioni politiche e non di essere la nostra voce fuori da queste mura e quindi sostenere le nostre rivendicazioni, creando una rete solidale, informando quante più persone possibili, diffondendo in modo capillare questo comunicato e informazioni relative alla protesta; di valutare forme di lotta all’esterno delle carceri e l’organizzazione di un corteo nazionale.
Il primo passo per spezzare queste catene è rompere il muro dell’indifferenza.
La solidarietà è un’arma, usiamola.
(*) Chiediamo a tutti i detenuti che leggeranno questo comunicato di dare il massimo impegno e di ricopiare il testo spedendolo ai loro conoscenti detenuti in altre strutture.
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