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Follia repressiva: foglio di via a Forlì per un residente

Il giorno 19 luglio, dall’Anagrafe del Comune di Forlì, ho ricevuto una comunicazione cartacea “relativa al possibile annullamento della sua dichiarazione di residenza”, poiché secondo la responsabile del procedimento  – D.ssa Noemi Masotti, che è anche la dirigente dell’Anagrafe – “la Sua presenza nel territorio del Comune di Forlì risulta essere in contrasto con il provvedimento di Divieto di Ritorno emesso dal Questore in data 13 maggio 2013”. Ovviamente si riferiscono ad un procedimento di Foglio di Via nei miei riguardi, notificatomi però solamente l’1 luglio scorso. Il comunicato si conclude invitandomi, entro 10 giorni, a presentare “elementi utili alla positiva conclusione del procedimento di iscrizione anagrafica”, ricordando che “in caso di esito negativo dell’istruttoria si procederà al ripristino della precedente posizione anagrafica ed alla segnalazione all’autorità di pubblica sicurezza”.

Ora, questo comunicato dimostra in maniera inequivocabile il grado di sudditanza psicologica e materiale dell’Anagrafe comunale ai voleri della polizia, alla faccia dei tanti bei discorsi democratici sul servizio al cittadino, sventolati come un mantra dai politici e dai sindaci di turno per conquistarsi il consenso ed i voti. Come ai tempi del fascismo, in cui i solerti burocrati delle anagrafi italiane compilavano le liste degli ebrei da inviare ai campi di concentramento rendendosi responsabili dei massacri compiuti dai nazifascisti, anche oggi i moderni burocrati comunali si distinguono per una solerte e complice connivenza con gli uffici di polizia, andando al di là dei loro compiti e anche delle loro stesse leggi.

Vi è da evidenziare che con il comunicato in cui si rende nota l’intenzione di revocarmi la residenza si tende a ribaltare il concetto per cui non è il Foglio di Via ad essere illegittimo poiché notificatomi solamente il 1 luglio quando la residenza effettiva mi è stata registrata, si badi bene, fin dal 6 giugno (quindi quasi un mese prima!) ma è la residenza stessa, incredibilmente e assurdamente, che sarebbe in contrasto con il provvedimento del Questore.
Giova ricordare che il Foglio di Via non può in nessun caso essere notificato a chi possiede la residenza nel comune dal quale lo si vuole allontanare. La normativa che regola le misure di prevenzione, a cui il provvedimento di rimpatrio appartiene, dice infatti che il foglio di via “E‘ applicabile ai soggetti che si trovano fuori dal luogo di residenza”. E, sempre secondo la loro legge, la sua validità, come qualsiasi altro atto, inizia a decorrere dalla notifica all’interessato e mai prima.
Con le semplificazioni normative  del D.L.5/2012 il cambio di residenza avviene in tempo reale ed è effettivo dopo soli due giorni dalla domanda di iscrizione all’Anagrafe del Comune. Ne risulta che dal 6 giugno, a tutti gli effetti, anche se vi risiedevo da diverso tempo prima, la mia dimora abituale, nella quale convivo fra l’altro con la mia compagna, si trova in modo incontrovertibile nel territorio di Forlì, questo tra l’altro sancito pure dalla visita della polizia municipale che ha eseguito un controllo nelle mia abitazione di Forlì nella mattinata del 1 luglio 2013.
E’ il Foglio di via, dunque, ad essere totalmente illegittimo e non la mia dichiarazione di residenza, dato che alla domanda di iscrizione anagrafica non ero ancora stato colpito da tale provvedimento. Proprio per questo pende al Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia Romagna la richiesta di annullamento previa sospensione dell’illegittimo foglio di via emesso dal Questore.

La cosa più assurda fu che, pur essendo a conoscenza da circa un mese della mia nuova residenza, la mattinata del 1 luglio la Questura, tramite un suo responsabile, si presentò  nella mia abitazione a Forlì assieme ai vigili che dovevano eseguire il controllo, nella quale circostanza l’incaricato di Questura mi notificò il Foglio di via. L’operatore della Questura, una volta appurato che io risiedevo a Forlì dal 6 giugno, avrebbe dovuto astenersi dal notificarmi l’atto ma sappiamo che genere di carogne siano e certo non ci si poteva aspettare altrimenti. Vi è da rilevare comunque la stranezza di questa operazione, che ancora una volta non può che dimostrare l’alto livello di interconnessioni tra operatori del Comune e quelli della Questura.

E’ del tutto palese che la dirigente dell’Anagrafe, con il comunicato indirizzatomi in cui si rende nota l’intenzione di revocarmi la residenza, abbia certamente voluto rendere un favore personale alla Questura, che evidentemente vuole a tutti i costi che la mia persona venga allontanata dal Comune forlivese per fatti eminentemente politici, dato che nelle motivazioni del Foglio di via si parla solamente della partecipazione a manifestazioni antifasciste e in difesa degli spazi sociali autogestiti. Una repressione politica che non colpisce solo me, dato che negli ultimi mesi sono stati emessi a Forlì altri 3 fogli di via, 3 avvisi orali e ben 51 avvisi di garanzia.

In Piazzetta della Misura n. 5, sede dell’Anagrafe del Comune di Forlì, evidentemente c’è qualcuno a cui piace giocare sporco. Ma non si intende restare in silenzio rispetto a questi fatti, poiché solo dietro silenzio si perpetrano carognate come queste.

A.T.

 

da osservatoriorepressione

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