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Grecia: nuova riforma carceraria e prima prigione ad alta sorveglianza

la quale ha seminato panico e terrore tra la casta politica, il ministro della giustizia, Charalambos Athanassiou, ha annunciato una riforma del sistema carcerario e la costruzione della prima prigione ad alta sicurezza in Grecia. Nella cittadina di Domokos il carcere attuale verrà tramutato in uno ad alta sorveglianza, dunque verranno installate videocamere, porte blindate, infissi e finestre antiproiettile, mentre il territorio circostante verrà presidiato dall’Ekam, unità speciali antiterrorismo, e soldati armati dell’esercito.

Per quanto riguarda la riforma carceraria, ora i detenuti greci si suddivideranno in tre tipi: A, B, C. I prigionieri C sono prigionieri politici, persone condannate per rapine, estorsioni, attentati terroristici, tutti etichettati come “pericolosi per la società” e destinati a scontare la propria pena di dieci o più anni nella prigione di alta sorveglianza a Domokos, la quale dovrebbe aprire il prossimo mese. Ma le misure speciali non finiscono qui, infatti, i detenuti di tipo C non avranno diritto a permessi di libertà, le ore d’aria verranno diminuite così come le chiamate e i colloqui con i parenti.

Al di là del trattamento disumano dei prigionieri, la riforma non tiene conto di alcuni aspetti fondamentali. La città di Domokos non ha le strutture primarie, come per esempio le strade, ma allo stesso tempo si è deciso di investire una somma non indifferente di denaro pubblico nella costruzione di un carcere ad alta sorveglianza. La cittadina non dispone di sufficienti risorse d’acqua per rifornire sia il carcere sia tutti i cittadini. Inoltre, il diritto alla salute dei prigionieri non sarebbe garantito, dato che nella struttura vi è presente un ospedale che non ha il personale adeguato (è presente un solo medico) e i mezzi necessari.

Dall’inizio del mese i prigionieri si sono mobilitati per opporsi fermamente a quest’agghiacciante riforma: nelle città di Korydallos, Corfù e Domokos i detenuti si sono rifiutati più volte di rientrare nelle loro celle dopo l’ora d’aria e a Trikala alcuni hanno intrapreso lo sciopero della fame. I prigionieri sono pronti a combattere collettivamente contro quest’ingiustizia e affinché i loro diritti vengano rispettati.

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

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