Italia, OPG o REMS? La minestra è sempre quella
Se di facciata i nuovi edifici dovrebbero essere più simili a cliniche terapeutiche di educazione e riabilitazione degli internati, nella realtà queste strutture saranno istituzionali esattamente come le precedenti e l’unica cosa che cambierà sarà il passaggio della gestione dallo stato alla regione.
Dei mini OPG in piena regola che molto probabilmente frutteranno altri guadagni ai privati per la costruzione e la gestione degli stessi, appalti che già si stanno verificando in giro per l’Italia e che stanno già fruttando milioni di euro di finanziamenti regionali.
Gli avvoltoi imprenditoriali sembra proprio che non vogliano mollare l’osso, tanto più che anche in Sardegna si dovrebbero costruire altri manicomi a gestione regionale. In barba alle stesse sentenze della Corte Costituzionale 253/2003 e 367/2004, decreto legge 211 del 2011 con la conversione in legge nel febbraio 2012 e ulteriore modifica con la legge 57 di fine 2013 sembra che gli internati producano ancora un bel profitto per essere “trascurati” dai vari portafogli “in poltrona” sparsi in giro per l’Italia.
Parlando poi di altri tipi di avvoltoi, gli avvocati, sia che sorveglino prima “con la massima attenzione”1 per l’attuazione della legge chiusura opg o che vadano in sciopero “al fine di dare una scossa ad una politica debole e incapace di realizzare una riforma significativa in tema di giustizia”2, la situazione non crea nessun risvolto per chi deve ancora subire i soprusi di stato in questi lager legalizzati.
L’indignazione dei penalisti italiani si è creata solamente perché nella ultima riforma di giustizia 2014 (che comprende anche il decreto legge svuota-carceri oltre ai riferimenti sulla chiusura degli opg) i tagli economici vanno a toccare direttamente gli avvocati penalisti.
Mentre il problema sugli internati da chi fabbrica le leggi è opposto: gestire il profitto che producono, e trovare il modo per continuare a farlo. Una completa discrepanza delle personalità. Forse sono proprio gli avvocati che dovrebbero stare internati in reparto psichiatria.
Insomma, chi tira da una parte e chi tira dall’altra della fune, le prigioni psichiatriche continuano a rimanere belle che integre con tutta la loro infame violenza e nella piena attività.
Avvo-cato, avvo-ltoio capiterà a caso il prefisso della parola, ma nei fatti il paragone non si dissocia molto.
Il costo stimato per un Rems è di 6 milioni di euro (per la sola costruzione) con una capienza di 40 posti letto rispetto al centinaio abbondante degli attuali. I tempi di progettazione e appaltabilità sono fissati in 18 mesi e quelli di realizzazione sono definiti in 24 mesi. Il continuo del progetto è poi di realizzarne 21, uno per ogni regione (alla faccia della coerenza con quello che si dice e quello che si fa).
Tornando in Sardegna, per esempio, ne verrà costruito uno a Ploaghe in provincia di Sassari, in un ex ospizio gestito dalla Fondazione San Giovanni Battista che ha già ricevuto dalla Regione 25 milioni di euro nel 2012 e pochi mesi fa ne ha incassati altri 5.
Tenendo conto che in due anni sono stati dimessi solo 400 internati si è ben lontano da qualsiasi riforma o voglia di cambiare effettivamente strada, quello che cambia è il solo passaggio da programmi statali a programmi frammentati regionalmente, i cui relativi finanziamenti sono destinati quasi esclusivamente alla costruzione e alla gestione di nuovi manicomi regionali. Tanto più che se facciamo un piccolo calcolo si ottiene un numero di posti letto programmati praticamente pari al numero degli internati presenti oggi negli Opg.
Per una chiusura definitiva degli OPG.
1 http://www.asca.it/news-Carceri__penalisti__vigileremo_su_attuazione_legge_chiusura_Opg-1342690.html
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