InfoAut
Immagine di copertina per il post

La ministra dello sport israeliana pubblica video con canti dei tifosi che inneggiano al genocidio

||||

 

Non capita tutti i giorni che un’importante ministra del governo, che una settimana fa era primo ministro ad interim di Israele, pubblichi un video di se stessa sorridente mentre viene attorniata da persone che intonano canti di genocidio. In più, questa è la stessa ministra che alcuni anni fa definì i richiedenti asilo africani in Israele “un cancro”, salvo poi scusarsi pochi giorni dopo – con i malati di cancro.

La ministra israeliana della Cultura e dello Sport, Miri Regev, ha partecipato lunedì a una partita di calcio tra il Beitar Jerusalem, squadra conosciuta per il razzismo anti-arabo suo e dei suoi tifosi, e il Bnei Sakhnin, squadra araba proveniente dal nord di Israele. Alla fine di un breve messaggio che incoraggia e elogia l’atmosfera di sportività avuta durante il gioco, i tifosi si sono raggruppati intorno a lei per cantare “bruciare il tuo villaggio” (che potremmo tradurre in “il tuo villaggio potrebbe essere bruciato”). Lei continua a sorridere e non dice nulla.

{youtube}7KV1E6uh4iY{/youtube}

 

…per il gioco del Beitar contro il Sahknin/ sono venuta a vedere da vicino/ questi due gruppi confrontarsi./ Se hai coscienza sportiva/lo sport prevarrà.

I tifosi cantano: Che il tuo villaggio sia bruciato!

C’è da chiedersi perché un’importante ministra del governo, non aliena ai social media, abbia deciso di non modificare gli ultimi secondi del video. Sarebbe difficile biasimarla per le reazioni delle persone intorno a lei, alcune delle quali stavano chiaramente cercando di provocare la telecamera, ma la decisione di pubblicare canti genocidi è preoccupante.

Al contrario del video e della mancata condanna da parte della Regev, la direzione del Beitar Jerusalem non ha perso tempo a denunciare i canti e ad annunciare i passi che intende intraprendere per combattere il razzismo nei giochi, compresa la chiusura di un’intera sezione delle tribune usate da tifosi notoriamente razzisti. (La fulminea reazione del club può essere spiegata da una sospensione condizionale della pena che pende sulla lega per precedenti incidenti razzisti. Secondo quanto riferito, altri canti sentiti allo stadio quella sera includevano: “Odio tutti gli arabi” e “Muhammad è morto.”)

Il razzismo nel calcio non è certo un fenomeno unico in Israele. E a loro merito diciamo che, dopo anni in cui i canti razzisti si sono tradotti in vere e proprie violenze – un anno e mezzo fa la polizia israeliana ha condotto per sei mesi un’indagine sotto copertura nel gruppo di fan più notoriamente razzista e violento del club, La Familia, che ha portato a 47 arresti e 19 imputazioni – sembra che le autorità facciano un po’ di più per combattere il razzismo negli stadi di calcio.

Inoltre il razzismo tra i tifosi sportivi è lo stesso razzismo latente e chiaro che portano dentro di sé sia la società che lo sport: si può dire che, solo perché i tifosi si sentono autorizzati ad esprimere il loro razzismo in certe situazioni senza conseguenze, non significa che non portino gli stessi sentimenti razzisti altrove, anche se sono abbastanza intelligenti da non cantare i loro inni al lavoro o in fila al supermercato.

Tuttavia, che la ministra della cultura e dello sport non affronti, sfidi o condanni canti di genocidio di “bruciare il tuo villaggio” intonati da tifosi che la attorniano, pubblicati in un video sul suo profilo Facebook fatto con l’intenzione di incoraggiare una buona sportività, fa sentire tutto molto più sinistro – quasi come un ammiccamento di approvazione.

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina

Fonte: https://972mag.com/israels-sport-minister-posts-video-with-genocidal-chants-by-fans/132635/

da invictapalestina.org

 

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Emilio Quadrelli, un comunista eretico contro la guerra

Non vi può essere alcun dubbio che tutto il percorso intellettuale e politico di Emilio Quadrelli, scomparso nel 2024, si situi interamente nella scia dell’eresia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Le guerre del Nord e il futuro degli equilibri geopolitici ed economici mondiali

A ben guardare, però, lo scontro apertosi ormai da anni, per il controllo delle rotte artiche e delle materie prime custodite dal mare di ghiaccio che corrisponde al nome di Artico ricorda per più di un motivo la saga della corsa all’oro del Grande Nord che l’autore americano narrò oppure utilizzò come sfondo in molti dei suoi romanzi e racconti.

Immagine di copertina per il post
Culture

Imparare a lottare: la mia storia tra operaismo e femminismo

Torna disponibile in una nuova edizione ampliata, nella collana Femminismi di ombre corte,  L’arcano della riproduzione di Leopoldina Fortunati, uno dei testi di riferimento nella teoria femminista marxista italiana — e non solo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Un’Anabasi post-sovietica. Storia del Gruppo Wagner

Gli uomini in mimetica camminano soli o a coppie dentro fitti banchi di nebbia, a malapena si intravedono i campi desolati attorno alla lingua di cemento.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

È solo imperdonabile ignoranza?

Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.