Lettera dal carcere di Davide Rosci
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera dal carcere di Viterbo da parte di Davide Rosci, imputato per la giornata romana del 15 ottobre 2011.
vi ringrazio per il plico contenente il materiale antirepressione per Dax e delle serate all’Askatasuna a Torino. Vi faccio innanzitutto i miei complimenti, gli opuscoli sono interessantissimi e d’altronde quando si parla di lotta alla repressione si fa sempre centro. Come sempre mi stanno sbarcando da un carcere all’altro, mi hanno messo in isolamento, bloccato la corrispondenza e ultima cosa in ordine di tempo mi hanno messo in cella con un ragazzo malato di aids. Sia chiaro, non ho nulla contro, anzi, sono a loro vicino, ma almeno ad informarmi così da sapere quale comportamento avere in caso di ferimento o altro. Da come capite, ne ho passate tante in un solo mese di arresto in carcere, ma più si fa dura la loro repressione e più dura è la mia resistenza. Loro vogliono provare a destabilizzarmi e zittirmi, ma hanno fatto male i loro conti, io non faccio un passo indietro e continuo da qui dentro la mia battaglia. Io come voi credo in un mondo diverso e mi sono messo contro il loro modo di fare; tra il restare in silenzio e reagire ho scelto la seconda via e sappiamo tutti che è quella giusta. Il loro modo di fare che ci vuole annientare, ci fa capire che la strada è quella giusta. Ci stanno giorno dopo giorno rubando il futuro e il silenzio è assordante. Il mio appello, che non mi stancherò mai di fare è quello rivolto all’unità dei movimenti. Dalla manifestazione del 9 febbraio di Teramo è partito il progetto e spero che diventi realtà. Essere disuniti vuol dire fare a loro un piacere, se lotta una sola realtà essa sarà spazzata via, ma se creiamo un fronte dovranno fare i conti con tutti noi. Abbiamo un milione di differenze e siamo campioni nel litigare e separarci, ma su alcuni temi non c’è niente che ci divide. Io credo che se capissimo questa cosa nascerebbe un movimento inarrestabile. Io sono comunista e quando vedo che l’insegnamento che ci viene dato dai maestri viene inascoltato mi rode il culo: “Proletari di tutti i paesi unitevi” non è una frase campata all’aria, quando è stata concepita il problema di allora era quello di oggi: la disorganizzazione. Penso che possiamo fare cose grandi. Il periodo non potrebbe essere migliore, la lotta no tav insegna che quando una cosa la si vuole la si ottiene o con le buone o con le cattive. Vi chiedo a voi compagn* di Torino di fare la vostra parte, dal vostro territorio sono partite le più grandi lotte di sempre e sono sicuro che è anche la vostra indole. Oggi con un click possono confrontarsi milioni di persone e noi non ci rendiamo conto del potenziale che abbiamo dinanzi. Scusate se mi sono avvitato su questi concetti, ma sono convinto che la rivoluzione è a portata di mano e non potete rendervi conto di quanto vorrei essere lì con voi in prima linea. Non ci hanno mai regalato niente, ogni volta qualcuno ha dovuto alzare la testa, pagando con la galera il più delle volte, per chiedere qualcosa a nome di tutto il popolo. E’ ora di fare quello che hanno fatto loro, la crisi ormai ha sceso la maschera di questo stato ed il popolo è cosciente e incazzato. Facciamo diventare la crisi rivoluzione. Noi dal carcere faremo la nostra parte, statene certi, ma voi da fuori potete fare la differenza.
Un abbraccio a tutti.
Davide
La libertà è nel cuore di chi lotta!
Viterbo, 30 marzo 2013
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