Tout le monde déteste (la manif de) la police!
«Les gendarmes avec nous!», rivolgendosi così alle camionette che scortavano la manifestazione e cantando La Marsellaise, la polizia si è diretta verso l’Eliseo per mostrare il suo scontento rispetto alle condizioni lavorative e per lamentare di essere vittima di una haine anti-flic , l’odio anti-sbirro. Un corteo con molti agenti travisati e armati, protetti lungo il percorso dai propri colleghi. La protesta contro le violenze fatte alle forze dell’ordine è stata pubblicamente sostenuta dal Front National e da una Marine Le Pen che ha descritto il loro scontento come “legittimo e sano”. Le basi sindacali intendono denunciare l’impunità di cui godono gli aggressori della polizia e criticano il loro stesso sindacato maggioritario, Alliance, per non essere abbastanza combattivo nel migliorare le condizioni lavorative. Intanto, il Parti Socialiste dichiara di voler tenere in considerazione la richiesta di provvedere ai rinforzi necessari alla lotta al terrorismo e Hollande apre la concertazione con i sindacati che hanno lanciato una nuova data mercoledì 26 ottobre per una marcia che si faccia portatrice della collera poliziesca e cittadina. L’avvio di questo dialogo prelude al nuovo piano di sicurezza pubblica che verrà introdotto in novembre, provvedimento che aumenterà mezzi e effettivi per le forze dell’ordine.
Il panorama che si sta delineando ha un che di paradossale considerando i danni fisici, psicologici e in termini di libertà di movimento e di espressione di cui la repressione francese ha dato prova soprattutto nell’ultimo anno. Dopo gli attentati di novembre e la dichiarazione dello stato di emergenza il governo socialista non ha smesso di dare mezzi e libertà di manovra alle forze dell’ordine, tendenza che ha avuto il suo culmine nel dispositivo messo in atto durante il movimento di questa primavera-estate francese. Chi ha perso occhi, chi ha rischiato la vita, chi ha preso le botte, le granate, chi è morto nelle cité o sui territori della ZAD di Sivens, chi negli angoli di un commissariato è stato violentata, chi subisce ogni giorno controlli per le strade e nelle stazioni, sono il risultato di una politica che ha un mandante e un esecutore ben identificabili. Quello che sta succedendo in questi giorni dovrebbe dare un’indicazione chiara del terreno che si sta preparando all’alba delle presidenziali del 2017.
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