InfoAut
Immagine di copertina per il post

Arresto di Messina Denaro: alcune riflessioni sulla relazione stato-mafia.

In questi giorni la prima notizia di tutte le testate è stata l’arresto, condito da mirabolanti commenti sensazionalistici, di Matteo Messina Denaro, boss indiscusso di Cosa Nostra, coinvolto in prima persona tra le principali stragi e assassini degli ultimi trent’anni di storia del nostro paese.

L’insopportabile retorica della vittoria dello Stato sulla mafia rappresentata da questo arresto, a trent’anni dall’arresto di Riina, ha avuto il ruolo di dettare le analisi che da destra a sinistra hanno monopolizzato la comunicazione mediatica. A partire dalle dichiarazioni del ministro Piantedosi che, sulLa Stampa, ha sottolineato la vittoria dello Stato “con un valore fortissimo anche dal punto di vista simbolico”, ed è proprio di questo significato simbolico che il neo governo Meloni può farne la sua rendita almeno per un po’.

Il punto però è proprio questo: si celebra questo evento “quando si ha bisogno di riproporre la chiave di lettura della mafia come antistato e dello stato come antimafia.”, scrive Antonio Vesco, antropologo ricercatore al Dipartimento di Scienze Politiche all’università di Catania nel suo articolo apparso su Jacobin.it in merito all’arresto di Messina Denaro e alle categorie, come quella di “borghesia mafiosa”, utilizzate per analizzare il fenomeno.

Antonio continua “La categoria di borghesia mafiosa fu proposta nei primi anni Settanta da Mario Mineo e poi ripresa e approfondita da Umberto Santino. È una chiave di lettura sempre più pertinente per interpretare la questione mafiosa oggi”, lo stesso De Lucia, procuratore di Palermo, in una dichiarazione di questi giorni ha utilizzato questo termine.

Durante la chiacchierata abbiamo approfondito varie questioni legate a questo tema, di quali strumenti analitici disponiamo per parlare del fenomeno mafioso, della sua funzione nella riproduzione dello Stato stesso, inteso come sistema di dominio capitalista, cosa si intende oggi quando si parla di consenso sociale e come possiamo comprendere un evento come l’arresto di Messina Denaro in una fase storica di profonda crisi in cui sempre più spesso i reati di tipo associativo vengono traslati dall’ambito mafioso per diventare strumento di repressione del dissenso sociale.

da Radio Blackout

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Divise & Poteredi redazioneTag correlati:

mafiaMatteo Messina Denaronarrazione mediaticastato mafia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“I boss lo chiamavano generale”: scoppia il bubbone del sodalizio tra ndrangheta e CO.GE.FA nei cantieri del tav

Nuova tegola sul raddoppio della Torino-Lione. Il colosso delle costruzioni COGEFA ha ricevuto un’interdittiva anti mafia per i rapporti tra il suo fondatore e diversi membri di spicco delle ‘ndrine operanti in Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Comunicato del Movimento No Tav sulle parole del Capitano dei Carabinieri di Susa.

Sabato scorso si è tenuta a Susa una manifestazione No Tav. Manifestazione espressamente organizzata contro SITAF e TELT, sostenitrici entrambe di una grande opera ormai ampiamente corrosa (già prima di nascere) da un cancro chiamato mafia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: sabato 15 giugno manifestazione popolare contro Grandi Opere Inutili e mafie

Che le grandi opere siano terreno fertile per le mafie non è una sorpresa. L’enorme scritta che ormai da 15 anni compare sul fianco del Musinè “TAV= MAFIA”, ne è una testimonianza concreta.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV = Mafia. Nuove prove del coinvolgimento della ‘ndrangheta nel TAV Torino – Lione.

Negli scorsi mesi è venuta fuori, come succede ciclicamente, una polemica bipartisan sulla scritta che svetta sul Musiné all’ingresso della valle che recita TAV = Mafia. Oggi veniamo a conoscenza attraverso una notizia apparsa sul tg regionale che esistono nuove prove del coinvolgimento delle ‘ndrangheta nelle opere propedeutiche al TAV Torino – Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il codice degli appalti di Salvini è un attacco ai territori

Il nuovo Codice Appalti di Salvini è un regalo a speculatori di ogni risma. Di fatto il 98% dei lavori pubblici verrà affidato senza gara, riempiendo le tasche degli amici degli amici e mettendo a rischio territori e comunità.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Matteo Messina Denaro o dei tempi andati

L’epilogo della trentennale latitanza di Matteo Messina Denaro svolge molte funzioni all’interno dell’epica contemporanea ed è a suo modo un altro dei segnali della ristrutturazione dei rapporti politici e sociali nel nostro paese.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Azzardopoli, il paese del gioco d’azzardo

Non c’è crisi che tenga: il gioco d’azzardo – soprattutto quello online – cresce. A dirlo è l’Agenzia delle Accise, Dogane e dei Monopoli (ADM) che stima che nel 2022 gli italiani per le varie tipologie di gioco arriveranno a spendere fino a 140 miliardi di euro, con un aumento del 30%.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

«BORGHESIA MAFIOSA» E CICLO DEI RIFIUTI

La recente inchiesta Mala pigna dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto ampio sia il circuito del business dei rifiuti e soprattutto di quanto sia “trafficata” la strada del loro smaltimento. Rimandiamo alle tante informative di cronaca per la conoscenza dei nominativi di politici, magistrati, forze dell’ordine e professionisti che rendevano agevole tale […]