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Ingiusta detenzione, i numeri del 2024 e la facile criminalizzazione al sud

La somma complessivamente riconosciuta nel 2024 dalle Corti di Appello italiane per riparare all’ingiusta detenzione subita da centinaia di persone ogni anno è 26,9 milioni di Euro.

di Salvatore Palidda, da Osservatorio Repressione

I distretti in cui si concentrano le pronunce di ingiusta detenzione sono quelle di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma. Si conferma quindi la facile criminalizzazione al Sud (ossia lo sconfinamento spesso incontrollato della guerra alle mafie

Come scrive l’avvocatessa Sara Occhipinti:  Secondo i dati sono state emesse 589 ordinanze di accoglimento delle richieste di indennizzo per ingiusta detenzione per una somma complessiva di 26,9 Milioni di Euro. I distretti in cui si concentrano le pronunce di ingiusta detenzione sono quelle di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma.

La somma complessivamente riconosciuta nel 2024 dalle Corti di Appello italiane per riparare all’ingiusta detenzione subita da centinaia di persone ogni anno è 26,9 milioni di Euro.

L’istituto della riparazione (art. 314 c.p.p.) prevede un diritto soggettivo dell’imputato al riconoscimento di un indennizzo per la misura custodiale ingiustamente subita prima dell’emissione della sentenza, e non va confuso con l’errore giudiziario, disciplinato dagli art. 643 e seguenti c.p.p. per il quale il diritto alla riparazione è subordinato alla revoca della sentenza di condanna ingiustamente emessa, e alla pronuncia del proscioglimento in conseguenza del procedimento di revisione della condanna.

La relazione del Ministero della Giustizia presentata al Parlamento in attuazione dell’obbligo di informativa previsto per legge (L. 47/2015) enumera 589 ordinanze di definizione con indennizzo, emesse dalle Corti di Appello nel 2024 su un totale di 1.293 richieste presentate.

Il 45,6% del totale delle domande si è conclusa infatti con un accoglimento, contro il 49,7% dei casi di rigetto.

I distretti con il maggior numero di richieste di riparazione per ingiusta detenzione sono quelli di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma.

Su 589 provvedimenti di accoglimento ben 117 sono a Catanzaro, 62 a Reggio Calabria, 57 a Palermo, 48 a Roma e 44 a Bari.

Si conferma quindi la facile criminalizzazione al Sud (ossia lo sconfinamento spesso incontrollato della guerra alle mafie -vedi “Italian crime deal”, in  Razzismo democratico , free download).

Le ragioni di accoglimento riguardano nel 77,4 % l’estraneità della persona ai fatti contestati, accertata con la pronuncia di sentenze di proscioglimento o assoluzione o provvedimenti di archiviazione, mentre nel 22,6% dei casi l’illegittimità delle ordinanze cautelari che hanno determinato la detenzione.

Nel 2024 anche il distretto di Palermo ha registrato una cifra elevata pari a 4.785.080 Euro, superando quindi Napoli dove nel 2019 c’erano stati indennizzi per un totale di 3.207.214 di euro.

Al riconoscimento del diritto alla riparazione non si collega in modo automatico la responsabilità disciplinare del magistrato che ha richiesto, applicato e confermato il provvedimento restrittivo ingiusto. Ci sono infatti, ricorda il Ministero, ipotesi del tutto legittime di custodia cautelare accertata ex post come inutilmente disposta, quando ad esempio la richiesta avviene su un quadro istruttorio ancora instabile o suscettibile di modifiche e smentite in sede dibattimentale. Ci sono casi in cui la detenzione è conseguita ad una querela poi rimessa, oppure ipotesi in cui il reato è caduto in prescrizione, o anche il reato è stato derubricato in uno meno grave i cui limiti edittali di pena non avrebbero consentito l’applicazione della misura custodiale.

I dati relativi al numero di procedimenti disciplinari avviati nei confronti di magistrati nel periodo 2017-2024 per accertate ingiuste detenzioni, segnalano che solo l’11.3% dei casi si è concluso con un provvedimento contro il magistrato (censura ammonimento e trasferimento).

In realtà sappiamo bene che spesso si tratta di arresti arbitrari da parte delle polizie convalidati da GIP maldestri o del tutto d’accordo con agenti delle polizie zelanti nel soddisfare le attese sicuritarie! Tanti magistrati pensano e  agiscono come tali agenti delle polizie e come gli imprenditori del sicuritarismo e giornalisti affini alle destre e all’ex-sinistra forcaiola, fanno parte delle stesse cerchie sociali e di riconoscimento morale dei Delmastro, Salvini, Meloni, Violante, Minniti & C.

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