InfoAut
Immagine di copertina per il post

Processo Cospito: le richieste della Procura ignorano la Corte Costituzionale

La Procura generale di Torino, incurante delle indicazioni della Corte Costituzionale,  ha nuovamente chiesto l’ergastolo per l’anarchico. Sentenza rinviata al 26 giugno

da Osservatorio Repressione

Era attesa nel pomeriggio di lunedi 19 giugno la nuova sentenza del tribunale di Torino sul processo per Alfredo Cospito alla luce del pronunciamento della Corte Costituzionale sulle attenuanti, ma la decisione è stata rinviata al prossimo lunedì 26 giugno.

Il processo d’appello bis all’anarchico era cominciato ieri mattina perché il tribunale deve rivedere la sua condanna in base alle disposizioni della Corte Costituzionale sul verdetto per il fallito attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano (Cuneo) del 2006.

La Corte d’Assise d’Appello di Torino, presieduta dalla giudice Alessandra Bassi, e una nuova giuria popolare dovranno esprimersi circa il reato di strage politica contestato – arbitrariamente – dalla Procura di Torino a Cospito che ha negato qualsiasi attenuante e richiesta una condanna sproporzionata.

Su questo pesa la questione dell’ergastolo ostativo comminato al prigioniero politico anarchico nonostante non ci siano state vittime né feriti. Una condanna tombale alla quale si è aggiunto il regime da sepolto vivo in carcere attraverso il regime del 41bis.

Nella sua richiesta di ergastolo per l’anarchico, il pg Saluzzo ha rimarcato che Cospito “non merita sconti” sottolineando che se l’attentato a Fossano non ebbe “l’effetto voluto, che era colpire un numero indeterminato di carabinieri, fu solo per un caso“. “La Corte costituzionale – ha aggiunto – ha aperto la strada alla possibilità di bilanciare attenuanti e aggravanti anche per il reato di strage politica. Ma nessuno di noi è obbligato a praticare sconti che non siano dovuti. E Cospito non merita nulla“. Per l’imputata Anna Beniamino, detenuta nel carcere di Sanremo, la richiesta è stata di 27 anni e un mese di reclusione

Cospito  in videocollegamento dal carcere di Sassari  ha preso la parola durante l’udienza. Con il 41 bis i detenuti non hanno neanche più il diritto di partecipare di persona alle udienze su di loro.

Nel suo intervento, nove minuti di dichiarazioni spontanee, Cospito ha sottolineato che il 41 bis che gli è stato inflitto “è un trattamento sanzionatorio incostituzionale che contraddice le vostre stessi leggi, che stravolge il senso stesso della mia carcerazione imponendomi la censura insensata che limita il mio diritto alla difesa – ha osservato – è evidente a tutti come la mia vicenda processuale sia stata usata come una sorta di clava da parte politica, il governo, contro un’altra parte politica, la cosiddetta opposizione“.

Il mio trasferimento all’ultimo momento da una sezione ad un’altra in previsione dell’arrivo dei parlamentari Pd ne è un esempio lampante che – ha aggiunto Cospito nelle sue dichiarazioni – dimostra come sta stata strumentalizzato il Dap e il 41 bis per fini politici“. “Questi fatti sono strettamente legati a questo processo perché sono il prodotto delle dinamiche politiche passate che hanno portato alla nostra accusa e a una condanna spropositata per strage politica. Tapparmi ora la bocca nell’unico momento in cui mi posso difendere vorrebbe dire avallare questa deriva pericolosa e totalitaria“,   ha detto ancora l’anarchico ricordando, poi, le morti di detenuti che erano richiusi anch’essi in regime di 41 bis morti che “sono legate all’impunità del regime in cui da un anno mi tocca lottare e sopravvivere per non soccombere“, ha concluso l’anarchico. Cospito ha infine dichiarato che “il 41 bis è un regime carcerario utilizzato per mettere il bavaglio a una generazione di mafiosi che lo Stato ha usato e poi tradito rinchiudendoli qui sino alla morte per tappare loro la bocca ed evitare che emergano i segreti oscuri della Repubblica“.

Cospito ha inoltre definito “ridicole le accuse su un’alleanza fra anarchici e mafiosi”.

Adesso, rispondendo al ricorso presentato dagli avvocati difensori, la Corte Costituzionale ha autorizzato la possibilità di riconoscere al militante anarchico l’attenuante della lieve entità, di norma vietata proprio per il tipo di reato che prevede una pena fissa, oltre che per la recidiva reiterata che si contesta a Cospito.

Insieme a Cospito viene imputata anche la compagna dell’anarchico, Anna Beniamino. Per lei, la procura ha chiesto 27 anni di carcere.

La Procura generale di Torino, incurante delle indicazioni della Corte Costituzionale,  ha nuovamente chiesto l’ergastolo per l’anarchico.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Divise & Poteredi redazioneTag correlati:

41biscarcereCospitoTRIBUNALE DI TORINO

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorni di protesta nelle carceri italiane

Sono giorni di proteste nei penitenziari italiani, da Trieste a Torino.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il caso Luigi Spera: l’accusa di terrorismo e la misura preventiva nel carcere speciale

Nei giorni scorsi è stata depositata un’interrogazione parlamentare da parte del deputato di AVS Marco Grimaldi in merito alla detenzione preventiva nel carcere di massima sicurezza di Alessandria di Luigi Spera, da quasi 4 mesi detenuto con l’accusa di terrorismo.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera di Luigi dal carcere: “Lottare per un mondo senza colonizzatori e sfruttatori”

Vi scrivo queste righe sull’onda del disgusto provocato dallo star seguendo la campagna mediatica delle ultime settimane sulle elezioni europee.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Senza acqua né cibo e in “condizioni inumane”, così sono stati i giorni in prigione per aver marciato contro la Legge Basi

Sofía Ottogalli si sente una perseguitata politica. Lei, insieme ad altre 32 persone, è stata detenuta la settimana scorsa mentre protestava al Congresso contro la Legge Basi che è promossa dal Governo di Javier Milei.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Strage senza fine in carcere: altri quattro suicidi in meno di due giorni

Altri quattro suicidi in carcere. Salgono a 44 i detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, ma al dramma del sovraffollamento il governo risponde con nuovi reati

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il caso Luigi Spera, il vigile del fuoco che chiedeva pace, ed ora è imprigionato in alta sorveglianza

Luigi Spera, attivista palermitano del movimento Antudo, arrestato a marzo con l’accusa di aver sanzionato la sede di Leonardo,  si trova recluso nel carcere di Alessandria, rinchiuso nella sezione di alta sorveglianza riservata ai detenuti condannati per reati eversivi

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fino a 25 anni di carcere a chi manifesta per “impedire di realizzare un’opera pubblica”

Con un emendamento presentato al ddl sicurezza dal deputato Igor Iezzi, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, la Lega propone l’inserimento di una nuova aggravante dei reati contro la pubblica incolumità che sembra ritagliata sulla variegata rete di attivisti che da anni protestano contro le grandi opere.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Nascono i Gio, “teste di cuoio” contro le rivolte nelle carceri

È nato per sedare le rivolte in carcere, il Gruppo di intervento operativo (Gio), creato come reparto specializzato della Polizia penitenziaria. Lo ha istituito il ministro di Giustizia Carlo Nordio con un decreto ministeriale del 14 maggio, anche se la pianificazione risale ai tempi in cui Marta Cartabia sedeva in via Arenula. 

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorgio e la sorveglianza speciale

Il 28 febbraio 2023 la Procura di Torino ha chiesto la sorveglianza speciale e l’obbligo di dimora nel luogo di residenza per quattro anni per Giorgio Rossetto, disposto a fine giugno 2023.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Luigi scrive dal carcere speciale di Alessandria

Luigi ci scrive dal carcere di Alessandria. Pubblichiamo di seguito il testo.