InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’OAS ammazza l’avvocato Popie

||||
||||

L’avvocato Pierre Popie cadeva ad Algeri, il 25 gennaio 1961, cadeva per mano di una nuova organizzazione segreta (l’Oas), un gruppo di estrema destra colonialista che mieterà in seguito migliaia di vittime fra algerini e francesi.

Siamo nell’anno 1961. La guerra d’Algeria volge alla fine. Dopo la repressione, il governo francese – con De Gaulle alla sua testa – è costretto a negoziare con i capi del Fronte di Liberazione Nazionale.

L’opinione pubblica francese comincia poco a poco ad accettare l’idea di una Algeria indipendente. Il tabù è caduto soprattutto grazie a quelli che venivano chiamati «I liberali d’Algeria». Un gruppo di intellettuali europei e “indigeni” che, senza portare sempre sostegno diretto alla lotta armata degli algerini, sostenevano (in tutto o in parte) le ragioni oggettive della rivolta.

Erano in molti: scrittori, poeti, studiosi, avvocati, artisti. I più conosciuti sono: Henri Alleg, Pierre Bourdieu, Albert Camus (che come si sa si ritirerà progressivamente dopo l’inasprimento della lotta armata), monsignor Duval (allora cardinale di Algeri), Mouloud Feraoun, Emmanuel Roblès, Abdelmalek Sayad, Pierre Vidal-Naquet.

Dall’altra parte negli ambienti dell’estrema destra francese cresceva un movimento di rifiuto delle negoziazioni con “i fellaga”, nome dispregiativo con cui venivano designati i combattenti per l’indipendenza. L’ira diffusa sia in Algeria che in Francia degli ultra-colonialisti fu raccolta da alcuni alti ufficiali dell’esercito per dare vita all’Organizzazione Armata Segreta (Oas).

Pierre Popie, più conosciuto come Maitre Popie, è la prima vittima illustre. Nativo di Algeri, Popie è un giovane avvocato. Aderisce presto al movimento dei Liberali, movimento di studenti, intellettuali e attivisti (di sinistra ma anche cattolici) che lotta per l’uguaglianza fra europei e “indigeni” d’Algeria. Come avvocato Pierre Popie offre la sua assistenza giuridica ai militanti algerini. Durante la guerra d’indipendenza continuerà il suo impegno con i combattenti arrestati. Arrestato nel 1958 per attività “antinazionali” viene liberato dopo pochi mesi.

Alla fine del 1960, intervistato nella trasmissione «Cinq Colonnes à la Une» della tv francese TF1 (allora unico canale pubblico) dichiara di prepararsi all’indipendenza dell’Algeria e di lavorare perché la convivenza fra europei e algerini, nella nuova nazione che nascerà, sia pacifica e armoniosa.

Con quelle dichiarazioni aveva firmato la sua condanna a morte. Nella mattinata del 25 gennaio il suo ufficio viene assaltato da due giovani in borghese ma che agiscono come esperti di combattimento corpo a corpo. L’avvocato viene assassinato con vari colpi d’arma bianca, probabilmente una baionetta.

La storia dell’Oas sarà da quel momento in poi accompagnata da una scia di sangue, fuoco e torture. Il male fatto è tale che, quando l’indipendenza è ufficialmente dichiarata, un milione di europei scappano in Francia lasciando dietro di loro beni e averi e per molti una storia di 3 o 4 generazioni.

Guarda “La battaglia di Algeri – Trailer“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Accadeva Oggi

  1. 1943

    Immagine di copertina per il post

    Ivaldi ammazza il fascista Morej a Torino

    Nel capoluogo piemontese Giovanni Pesce svolse, con il nome di battaglia “Ivaldi”, numerose azioni di sabotaggio contro l’occupante nazista e uccise diversi esponenti del regime fascista collaborazionista, dimostrando tenacia e capacità nella dura e spietata guerriglia urbana condotta dai gappisti. Pesce ha raccontato nelle sue memorie il suo primo attentato mortale diretto contro il maresciallo […]

  2. 1970

    Immagine di copertina per il post

    S. Benedetto del Tronto in rivolta

    23 dicembre 1970 Il 23 dicembre del 1970 il motopeschereccio oceanico “Rodi” fa naufragio al largo del porto di S. Benedetto del Tronto dove era diretto. Dopo quattro giorni nessuna operazione di recupero dello scafo e delle salme dei marinai è stata ancora avviata;  il 27 dicembre  i marinai di tutte le imbarcazioni, dopo una […]

  3. 1984

    Immagine di copertina per il post

    La strage del rapido 904

    Il 23 Dicembre 1984 viene ricordato per la “Strage del rapido 904”, anche detta “Strage di Natale”. Il rapido 904, proveniente da Napoli e diretto a Milano, quel giorno era pieno di viaggiatori, dal momento che era il periodo pre-natalizio. Il treno non giunse mai a destinazione: nella galleria di S. Benedetto Val di Sambro […]