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Estate di lotta antimperialista e antinucleare

2 agosto 1990

YANKEE GO HOME

All’interno di un’estate imperialista e antinucleare che prevedeva analoghe iniziative a Capo Rizzuto, in Calabria, e alla Maddalena, in Sardegna, si è effettuato dal 12 al 22luglio a Calambrone un campeggio di lotta per lo smantellamento di Camp Darby.

Il campeggio, riproponendo lo stile delle iniziative che hanno accompagnato la battaglia per la chiusura delle centrali nucleari ha sottolineato con il metodo dell’azione diretta la realtà di una situazione dove, alla devastazione ambientale costituita dal polo ad alto rischio livornese si unisce la pesantezza delle servitù militari dell’imperialismo Usa.

CAMP DARBY è un pezzo di territorio Usa in una zona cruciale dell’Italia, per altro di enorme valore ambientale. All’interno del Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli più di 1000 ettari di terreno sono occupati dalla base dell’8’ Us Army Support Group. Ufficialmente l’area è attrezzata a depositi e magazzini per garantire il supporto logistico a tutte le forza americane operanti a sud del Po, con responsabilità per l’intero bacino del Mediterraneo e del Nord Africa. Alla fine degli anni 70 sono stati costruiti nel perimetro di Camp Darby decine di bunker atomici, della lunghezza di 150 metri e larghi dai 15 ai 20 metri. I muri tutti in cemento armato, sono dello spessore di 90cm. I bunker spuntano dal terreno solo per 4 metri, il resto è sotto terra. La base è stata costruita a seguito degli accordi internazionali siglati nel 1951, ed inaugurata l’anno seguente. Una base USAF, regalata agli yankee dal governo italiano, fino al 2030 con accordo segreto!

Nella base operano circa 3500 militari usa e 600 lavoratori civili italiani. Esemplare la formula del giuramento per i civili italiani: “Io solennemente giuro che non favorisco alcun membro protettore di partiti politici che comportano la sovversione degli Stati Uniti d’America o che asseriscono il diritto di scioperi contro il governo italiano o contro il governo degli Stati Uniti d’America.”

Il campeggio ha svolto quasi ogni giorno iniziative dirette.

Dall’occupazione per l’insediamento del campeggio, il 12 luglio, rendendo vivibile una delle tante ex-colonie lasciate al degrado sul viale Tirreno. Un vero insulto a chi, anziani, disabili, bambini, potrebbe usufruire della ristrutturazione di questi immensi edifici per passare due o tre mesi, lontano dalla follia metropolitana. Occupato il posto si è dovuti resistere ad una situazione di prolungata intimidazione delle forze dell’ordine, sbloccata solo dalla determinazione dei compagni.

Nel pomeriggio del 14 luglio è stata occupata l’area del Cresam (centro ricerche esperienze studi per le applicazioni scientifiche e tecnologiche di interesse militare) è localizzato nelle vicinanze di Pisa, a San Pietro a Grado, su un’area di circa 500ettari.

Domenica 15 luglio, a Tirrenia, i campeggiatori invadono i bagni riservati agli americani mentre una barca a poche decine di metri dalla battigia espone lo striscione “Yankee go home”.

Numerose le iniziative come comizi improvvisati e assemblee nei bar. Fra le altre la partecipazione al processo contro il centro sociale Macchia Nera, svoltosi mercoledì 18 luglio a Pisa.  Oltre a Camp Darby ci sono altre servitù militari dell’imperialismo. A Coltano, piccolo centro vicino Pisa, c’è un centro strategico per le telecomunicazioni nell’ambito delle forze armate Usa. Il centro della SETAF (Southern European Tak Force). Giovedì 19 nel pomeriggio si tiene una manifestazione. Il 20 luglio a Marina di Pisa in Piazza Gorgona, si tiene un concerto/comizio, organizzato dal campeggio di lotta. Un centinaio tra digos, celerini e carabinieri presidiano la piazza. I carabinieri prima del concerto hanno malmenato due compagni. Passano dalla piazza un pugno di fascisti che provoca i compagni, la polizia li protegge e si scatenano sulle teste dei compagni e compagne. Il bilancio è pesante:6 feriti, di cui 4 all’ospedale. I compagni reagiscono: fuori dalla piazza i carabinieri, autori principali delle cariche.  Le botte della polizia non servono ad impedire che sabato un corteo blocchi l’ingresso principale di Camp Darby. Domenica si conclude il campeggio.

Dal volantino di convocazione.

Il Coordinamento nazionale Antinucleare-Antimperialista rinnova il proprio impegno di stare a fianco ai cittadini di Isola Capo Rizzuto nelle lotte contro gli espropri dei terreni che si vogliono realizzare.

Lo scopo dell’operazione che sposta gli F/16 qui in Calabria, è in maniera sempre più evidente, quello di tenere sotto il ricatto tutto il Mediterraneo ed i popoli che vi si affacciano. Inoltre, ricordiamo le centinaia di incidenti “in tempo di pace” che minacciano continuamente le popolazioni interessate da queste presenze:

sono decine e decine le testate nucleari perse da aerei, sommergibili in esercitazione e che “riposano” in fondo ai mari e agli oceani.

Ancora una volta, a fronte di questi alti rischi, si promettono indennizzi miliardari chiaramente falsi, così come le esperienze passate e recenti dimostrano a proposito di insediamenti militari simili o di centrali nucleari ed impianti ad alto rischio realizzati in altri posti.

Proprio in ragione di ciò, a quelle persone che stanno orchestrando la svendita del paese, approfittando della sfiducia nella possibilità di ottenere risultati diversi, fatta serpeggiare ad arte fra la popolazione, vogliamo dire che vendere il futuro e gli interessi dei propri paesani è comportarsi da IRRESPONSABILI.

In questo nostro giudizio ci mettiamo anche il prete di Isola che invece di lavorare per la pace, lavora per la guerra sponsorizzando la venuta di questi micidiali strumenti di morte.

Estate 1990:

LOTTIAMO CONTRO L’INCUBO NUCLEARE,

PER FAR USCIRE L’ITALIA FUORI DALLA NATO,

AL FIANCO DI CHI LOTTA PER LA PROPRIA

AUTODETERMINAZIONE.

Non svendiamo la Calabria agli Americani.

La base F/16 a Capo Rizzuto è una sfida e un’offesa verso un mondo che ha deciso di voltare pagina dopo un secolo di guerre mostruose. Perché mai l’Italia e la Nato riarmano quando l’est abbatte muri e frontiere e non è più il nemico?

opponiamoci al “destino” che vuole il sud sacrificato alle armi e alle produzioni inquinanti, tossiche e nocive.

Coordiniamo le forze per dire NO agli F/16 al sottosviluppo.

Contro gli F/16 ed i loro sostenitori!

Per il terzo anno consecutivo il Coordinamento nazionale Antinucleare Antimperialista rinnova il proprio impegno al fianco di chi lotta contro L’installazione di una base di cacciabombardieri F/16 in Calabria, con le iniziative, già attuate e da attuare: dall’ultimo SIT-IN, il 23 giugno a Bari sotto la sede della III Regione Aerea, responsabile degli espropri dei terreni dei contadini di Isola Capo Rizzuto, fino al Campeggio di Lotta ad Isola dal 29 luglio al 6 agosto.

Sarà questa una settimana di iniziative che andranno dalla manifestazione di apertura a Cosenza, il 29 luglio per poi toccare i vari centri della zona (Crotone, Isola, etc…).

Ciò su cui il nostro coordinamento vuole puntare L’attenzione di tutti è la necessità che le Amministrazioni Locali “CHIARISCANO” finalmente la loro posizione rispetto agli F/16 con forme pubbliche, tipo consigli comunali aperti, da realizzare durante la settimana del Campeggio, per uscire dall’ambiguità che fino ad oggi ha fatto il gioco delle scelte del governo e degli interessi americani nel Mediterraneo.

Ambiguità questa, resa ancora più evidente dal “silenzio pressoché totale” assunto dalle stesse amministrazioni locali circa gli espropri dei terreni, fase durante la quale i contadini interessati sono stati lasciati completamente soli di fronte agli odiosi ricatti della III Regione Aerea di Bari. Ricordiamo che il problema degli F/16 non è solo un problema locale, come pure qualcuno vuol far credere, ma INTERNAZIONALE per la situazione di estremo pericolo e ricatto cui sottopone l’intera area del Mediterraneo ed i popoli che vi si affacciano.

PER TALI MOTIVI RIVENDICHIAMO IL DIRITTO A DIRE NO A CHI HA DECISO DI FARCI CONVIVERE CON UNA POLVERIERA, PER DI PIU’ NUCLEARE, PARTECIPANDO ALLE INIZIATIVE DI PROTESTA DELLA SETTIMANA DI LOTTA DAL 29 LUGLIO AL 6 AGOSTO 1990, PER COSTRUIRE UN’OPPOSIZIONE REALE A QUESTI PROGRAMMI DI MORTE.

Noi non li vogliamo perché: crollano i muri, Bush e Gorbaciov parlano di pace, ma 79 cacciabombardieri con testate nucleari ciascuna, pari a 30 volte quella di Hiroshima, verranno installati in Calabria!

BLOCCARE GLI F/16 È POSSIBILE!

AZIONE DIRETTA!!!

Coordinamento Nazionale Antinucleare-Antimperialista

Campeggio di Lotta No F/16 Isola di Capo Rizzuto

Il campeggio di lotta inizia con un partecipato corteo a Cosenza il 29 luglio, prosegue il 31 luglio con l’occupazione del Comune di Crotone.

Compagne e compagni si insediarono al camping Sant’Antonio di Capo Rizzuto. A pochi chilometri di distanza c’era l’aeroporto S. Anna, che la NATO voleva ampliare e trasformare in una base per i cacciabombardieri F16. Una parte della popolazione non li voleva, e aveva già protestato in vari modi.

Per la mattina del 2 agosto, il movimento indisse una manifestazione a Catanzaro. Data e luogo simbolici, entrambi legati alla storia delle stragi di stato. Infatti il concentramento era in piazza Matteotti, di fronte al famigerato palazzo di Giustizia del processo di piazza Fontana.

Arrivarono circa 300 persone. Su quest’ordine di grandezza concordano tutte le relazioni di servizio dei carabinieri. Il corteo cominciò a sfilare intorno alle dieci. Un’ora e mezza dopo, l’Arma caricò da dietro i manifestanti, in quel momento fermi per consentire ai compagni di fare scritte sulle lamiere di un cantiere (e già che c’era, qualcuno ruppe i vetri di una sede neofascista). La carica provocò tafferugli.

Fu in quel frangente che E.B., tenente dei carabinieri, venne ferito all’occhio sinistro mentre inseguiva un giovane alto circa uno e novanta e coi capelli rossi.

Il tenente E.B. disse di non aver visto il proprio aggressore. Non sapeva nemmeno dire da cosa fosse stato colpito, se da un pugno o da un oggetto contundente. In quel momento, del resto, era in corso una sassaiola in risposta alla carica di poco prima.

Alle sei di sera del 6 agosto, i carabinieri entrarono in forze al campeggio di Capo Rizzuto. Cercavano l’uomo alto coi capelli rossi… e lo videro subito, seduto al bar.

I carabinieri lo raggiunsero e lo attorniarono. Simone, stupito e allarmato per l’irruzione, si alzò di scatto. Fecero per bloccarlo, gli chiesero i documenti, lui si divincolò e urlò per chiamare i compagni.

Ad ogni modo i compagni accorsero e affrontarono gli uomini in divisa, gridarono «Andate via!», volarono slogan e insulti. Nel parapiglia, un carabiniere afferrò di nuovo Simone per un braccio. Ormai aveva capito che volevano proprio lui, anche se non sapeva il perché. Mentre arrivavano altri militari, scappò verso l’uscita posteriore del camping, zoppicando, affiancato da un altro compagno. Due carabinieri li videro, uscirono da dov’erano entrati, salirono in macchina e fecero il giro per intercettarli.

Avvistarono Simone mezzo chilometro più in là, lungo una strada in mezzo ai campi. Lo superarono e lo fermarono con l’auto di traverso.

Radio locali spararono la notizia e ci ricamarono sopra. Dissero che le forze dell’ordine, in una grossa operazione con tanto di elicotteri, avevano dato la caccia per ore a «un brigatista», riuscendo infine a catturarlo.

La mattina dopo, Simone fu processato per direttissima per quanto avvenuto al campeggio. Patteggiò una condanna di otto mesi con la condizionale per oltraggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, e vilipendio dell’Arma dei Carabinieri.

Era a piede libero, perciò tornò a Cesena, ma il giorno dopo la Procura di Catanzaro fece richiesta per il carcere. Il 13 agosto i carabinieri arrestarono Simone e lo portarono in carcere a Forlì. Il 17 agosto, eccolo di nuovo a Catanzaro, davanti al Gip Salvatore Curcio, che revocò la custodia in carcere.

Dopo la manifestazione di Catanzaro il 2 agosto il campeggio di lotta prosegui, il 4 agosto con l’occupazione dell’aeroporto militare “Sant’Anna”, area dove avrebbe dovuto sorgere la futura base Nato per gli F16. Iniziativa che duro tutta la sera e la notte. Il 6 agosto a Isola C Capo Rizzuto fu boicottato un comizio del PCI e dei falsi pacifisti.

Dal volantino di convocazione

VIA LA BASE NUCLEARE DALLA MADDALENA.

L’arcipelago più bello del mondo, è radioattivo e in vendita!

S. Stefano è la base nucleare Usa, Budelli è all’asta per i padroni.

La Sardegna, tra servitù militari e speculazione fondiaria è in svendita. Fermiamo la mano alle gerarchie militari e ai consorzi immobiliari: la devastazione del territorio non ha creato né occupazione né ricchezza sociale. Il referendum sardo, per la chiusura della base Usa nell’Arcipelago de la Maddalena, è stato impedito dallo Stato italiano che ritiene più importante la sudditanza agli USA che la sovranità popolare.

L’Italia è colonia Usa dal ‘49 con la NATO. Intere regioni sono state militarizzate e nel ‘70 si è riarmato il fronte sud- isole per il ruolo decisivo che assume il controllo del Mediterraneo e delle rotte per il Golfo Persico (petrolio).

Il Movimento Antinucleare-Antimperialista ha dato battaglia a Comiso e nelle altre basi; ha vinto contro il nucleare civile mettendo fine all’uso dell’energia nucleare.

Dall’88, contro gli F/16 a Capo Rizzuto, ha riproposto la sfida contro le armi, la NATO, i blocchi; a maggior ragione quando l’est disarma e gli accordi est-ovest riducono gli arsenali.

• La Maddalena: 1-9/9 per evacuare la base Usa sommergibili nucleari.

Guarda “Estate 90 contro la NATO e gli F16 – Camp Darby – Isola Capo Rizzuto – La Maddalena”:

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