Attentato a centro di accoglienza a Bolzano, è terrorismo fascista
Continuano a tracimare le fogne aperte dall’atto di terrorismo leghista a Macerata e dalla pallidissima, se non compiacente, reazione degli altri attori dello spettro istituzionale.
Nella notte tra sabato e domenica scorsa ad Appiano, comune di 15000 abitanti alle porte di Bolzano, è stato fatto detonare un ordigno posizionato sul cancello della struttura di accoglienza dell’ex-caserma Mercanti, al cui interno si trovavano migranti e volontari italiani locali.
La matrice fascista dell’attentato si è subito ed esplicitamente palesata con la rivendicazione (inscritta su una targa lasciata sul posto) “Refugees not welcome”, affiancata da una svastica e da una croce celtica.
Alla denuncia immediata degli aggrediti e dei solidali non sembra essere seguita la volontà di isolare politicamente chi giustifichi apertamente o indirettamente un simile gesto – come appunto avvenuto per i fatti di Macerata, e al di là dei roboanti paragoni con le atrocità del regime hitleriano – da parte delle autorità locali del PD.
La Lega infatti, glissando impunemente sui rischi corsi da operatori ed ospiti della struttura, ha continuato per bocca del suo portavoce locale Bessone a ribadire che “la gente è stufa” . Dichiarazioni che minimizzano e strizzano l’occhio a pratiche di odio xenofobo, per cui sia legittimo sfogare la propria impotenza politica ed umana andando a colpire chi già arrivi tra le montagne del Trentino dopo innumerevoli peripezie e chi cerchi di rendere meno precaria la loro esistenza. E che sopraggiungono dopo mesi di provocazioni fasciste in tutta la regione, culminate nel febbraio elettorale.
Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Alto Adige, in tutta la provincia di Bolzano i profughi sono 1625 – su una popolazione totale di oltre mezzo milione di abitanti.
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