Catania: perquisizioni preventive per chi vuole contestare Salvini
E’ nelle città più odiate e disprezzate da Salvini che oggi il ducetto padano non può mettere piede.
È nel Sud Italia, nel quale oggi per un interesse elettorale cerca consenso, ma che ha insultato in passato, che è il personaggio nella scena politica verso il quale c’è più malcontento.
Per questo, per tutelare l’ordine pubblico, le forze dell’ordine e Noi Con Salvini, hanno scelto di spostare il comizio in un Hotel privato, lo Sheraton Hotel, al lungomare, così da evitare eventuali contestazioni in piazza pubblica.
Quello che si nasconde dietro le “precauzioni” della Questura di Catania è invece la consapevolezza che Matteo Salvini in questa città, ma come in tutto il meridione, non è il benvenuto: la città intera non lo vuol e ha scelto di respingerlo, e così lui è stato costretto a rintanarsi come un topo in un hotel privato, pagando fior fior di soldi per potere parlare davanti ai suoi forse cento scagnozzi, accorsi da tutta Italia per riempirgli la sala.
Non contenti di ciò hanno scelto, con le perquisizioni all’alba nelle case, di reprimere ancora una volta ogni forma di opposizione: già da un paio di giorni ad Aci Castello, luogo nel quale avrebbe dovuto tenersi il comizio, chiunque fosse riconosciuto come oppositore di Salvini veniva fermato ed identificato dalle forze dell’ordine.
Niente di nuovo stiamo scoprendo, il decreto Minniti impone questo: controllo serrato e preventivo, nessuno spazio ai contestatori.
Nessuna intimidazione però impedirà alla città tutta di opporsi alla presenza di questo parassita: una battaglia è già stata vinta, e su questo si deve festeggiare. Piazze e strade sono state sottratte a chi semina e predica odio ed è necessario dirlo a gran voce. L’opposizione popolare a questa presenza si è fatta sentire, e ha obbligato Salvini e la sua cricca a rintanarsi lontano dagli occhi di tutta la città. Nessuna piazza è concessa e sarà concessa a fascisti, razzisti e sessisti.
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