Da Santiago Xanica: organizzando le lotte sui territori per costruire autonomia (1a parte)
Si tratta del primo di una serie di appuntamenti che mirano all’incontro e al confronto di diverse realtà e lotte in difesa del territorio, per rinsaldare legami fra comunità, con l’obiettivo di elaborare strategie comuni di resistenza alle grandi opere speculative delle compagnie multinazionali e rilanciare sul piano delle lotte contro il saccheggio delle risorse naturali e la devastazione dei territori.
L’apertura dell’incontro si è data con interventi di rappresentanti delle comunità presenti e di tutti i collettivi organizzatori dell’incontro, nello specifico il Comitato di Difesa dei Diritti Indigeni (CODEDI), Organizzazioni Indigene per i Diritti Umani a Oaxaca (OIDHO), Unione Campesina Indigena di Oaxaca – Emiliano Zapata (UCIO-EZ), Collettivo Autonomo Magonista (CAMA), ed Alleanza Magonista Zapatista (AMZ), organizzazioni aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dell’EZLN.
Divisi i/le partecipanti in tavoli di lavoro, il dibattito si è sviluppato attorno a tre punti fondamentali: partendo dalla domanda cruciale per confrontarsi su che cosa sono le grandi opere, articolando poi un ragionamento sui concetti di terra – questione di indentità e vita per le popolazioni campesine e indigene messicane – e territorio, considerando le problematiche specifiche delle diverse comunità; infine, elaborando proposte e strategie comuni di organizzazione di lotte e resistenza.
Nella seconda giornata rappresentanti di ciascun gruppo hanno riportato le considerazioni prodotte, ed è stato redatto un documento comune conclusivo per socializzare riflessioni e principi, oltre ad esprimere solidarietà con movimenti nazionali ed internazionali in difesa del territorio (fra cui direttamente con il movimento no-tav e con quello contro il progetto dell’aeroporto di Notre Dame des Landes a Nantes, già incontrati in appuntamenti precedenti), esigere la libertà per i/lle prigionieri/e politici/che e la fine della criminalizzazione delle lotte sociali.
Come attivist* e compagn* internazionali abbiamo portato un contributo raccontando delle molteplici storie di resistenza contro le grandi opere inutili dei nostri territori. Ma soprattutto abbiamo potuto ascoltare e apprendere dalla condivisione con le comunità indigene presenti; in un contesto, come quello di Santiago Xanica, che si è già reso celebre per la sua storia di resistenza e dignità nel tentativo quotidiano e tenace di costruire l’autonomia.
Quelle che riportiamo di seguito sono interviste realizzate in queste giornate a tre compagn* di diversi contesti e provenienze geografiche del Messico, in merito alle rispettive esperienze e storie di lotta.
1. Intervista a una compagna di CODEDI originaria di Santiago Xanica.
D: Qual’è l’attuale situazione delle lotte che state portando avanti per difendere terra e territorio in questa zona dello stato di Oaxaca?
R: Le problematiche a livello locale sono molteplici. Per cominciare, una volta i campesinos di questa zona lavoravano la terra mentre oggi non lo fanno più, a causa dei programmi assistenzialisti del governo1. Così oggi la terra non produce più, è diventata sterile, e questo per noi significa morte. La nostra lotta comincia dunque dal recuperare le nostre terre e dal destinare nuovamente il lavoro agricolo al nostro sostentamento, non alle esigenze del mercato capitalista.
D: Durante l’incontro abbiamo parlato anche di contrastare le grandi opere, di cui sono presenti diversi progetti in questa zona. Puoi raccontarci qualcosa rispetto a questi megaprogetti?
Il cosiddetto “Piano Mesoamerica” nella zona sud zapoteca prevede la realizzazione di vari progetti turistici e infrastrutturali, come ad esempio la mercificazione del fiume Copalita per la realizzazione di un’eco-struttura turistica nel bosco; la privatizzazione della sorgente del fiume San Jeronimo da parte di aziende imbottigliatrici; la pavimentazione di una importante strada per semplificare l’accesso dei turisti a questa zona, ma anche il controllo militare; oltre a concessioni alle aziende multinazionali per miniere e per la privatizzazione del territorio in generale. Inoltre esiste il progetto di costruzione di una strada statale che va da La Venta a Santa Maria Huatulco, passando per Xanica. Per anni abbiamo chiesto la realizzazione di una strada senza ricevere risposta; ora dal nulla vengono a fare rilevamenti per costruirla, e scopriamo che passerebbe proprio da ettari di boschi incontaminati e dove sono presenti sorgenti d’acqua, per cui pensiamo chiaramente che mirino a saccheggiare questa risorsa. Questa mercificazione delle risorse naturali, lo sfruttamento del territorio a fini turistici e commerciali o di controllo militare rappresentano un problema per noi. Ma attraverso l’organizzazione delle lotte stiamo lavorando per contrastare questi processi, per difendere il territorio e le nostre vite.
D: Come si stanno organizzando gli e le abitanti del territorio per contrastare l’avanzata di questi progetti, e quali sono le organizzazioni che nella pratica partecipano a queste lotte?
R: Attualmente tutte le comunità della zona si stanno alleando per formare un’organizzazione ed unire gli sforzi in questo senso; appoggiate da organizzazioni come OIDHO, CODEDI o UCIO-EZ, oltre a collettivi di altri stati del Messico. Come CODEDI realizziamo un’assemblea mensile con i membri di tutte le comunità che sono parte di quest’organizzazione, per analizzare i problemi specifici presenti in ogni comunità ed elaborare strategie e proposte. In queste assemblee partecipano uomini e donne, giovani e anzian*, ed è fondamentale la partecipazione e l’apporto di ciascun*.
D: Che cosa ci racconti rispetto alla partecipazione delle donne in queste lotte?
La partecipazione delle donne è fondamentale, ma non scontata. In molte comunità le donne partecipano già ad assemblee, iniziative e lotte in generale, in altre invece è ancora molto ostacolata. Per questo come CODEDI quando facciamo assemblee nelle comunità esigiamo che partecipino le donne; così come quando assegniamo un tequio (forma di lavoro comunitario, ndr) ad una comunità, specifichiamo che è per uomini e donne, e le donne vi partecipano anche se alcuni uomini non sono d’accordo. Al principio è stato molto difficile perché le donne stesse non erano abituate a partecipare alla vita pubblica della comunità, ma poco a poco abbiamo aperto un cammino. Oggi le donne occupano incarichi fondamentali nelle cliniche, nelle scuole, nei municipi delle nostre comunità, e anche loro rischiano la propria vita per difendere i propri compagni e i propri figli.
1Vari programmi di finanziamento alla popolazione che mirano a sussumere l’economia contadina autonoma ai fini dell’economia di mercato. Oltre ai programmi legati all’agricoltura – finanziamenti ai contadini che accettano di orientare la propria produzione agricola alle specifiche richieste del mercato (ad es. monocolture) spesso a discapito del proprio auto-sostentamento – il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Interamericana di Sviluppo destinano altri finanziamenti specifici a quelle componenti sociali che scelgono di aderire a programmi di governo. E’ chiaro il progetto sistematico che tramite questi programmi mira a smembrare il tessuto sociale e sabotare qualsiasi progetto di autonomia territoriale.
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