I quartieri di Minneapolis si difendono contro polizia e suprematisti bianchi
Dopo l’uccisione di George Floyd a Minneapolis, e le proteste che ne sono seguite, gli abitanti dei quartieri neri e ispanici si stanno organizzando per gestire autonomamente le proprie zone, e per tenere tutti al sicuro dalla rappresaglia poliziesca e dai suprematisti bianchi. Di seguito riportiamo in traduzione una testimonianza direttamente da Minneapolis, di Mike Ludwig per TruthOut.
Mentre le proteste contro il razzismo e la violenza di stato continuano in tutti gli Stati Uniti in seguito all’uccisione di George Floyd, i vari quartieri di Minneapolis si trovano ad affrontare un brutale giro di vite poliziesco e una pesante militarizzazione della città da parte della Guardia Nazionale Americana. E mentre molti residenti di Minneapolis proseguono ancora le agitazioni contro la violenza poliziesca, alcuni si stanno organizzando per difendersi contro la minaccia della violenza dei suprematisti bianchi, che sono stati accusati di accorrere in città per bruciare gli edifici dei quartieri di colore e creare il caos. “Una quantità di organizzazioni fantastiche di Minneapolis stanno facendo uno splendido lavoro per mantenere la sicurezza delle persone nelle strade; difendono neri, nativi, e altre comunità bersaglio della polizia e dei suprematisti bianchi; ricostruiscono la nostra città; nutrono le persone; offrono supporto sanitario e costruiscono infrastrutture per tenerci al sicuro dalla polizia sul lungo periodo”, hanno dichiarato i membri del Black Visions Collective, un gruppo che sostiene l’abolizione della polizia attivo a Minneapolis, in una lettera ai sostenitori della loro iniziativa Reclaim The Block. Quando sono arrivato nel quartiere Powderhorn, a Minneapolis sud, domenica notte, c’erano due uomini con le pistole, in piedi ad un angolo di strada. Erano passate due ore dall’inizio del coprifuoco delle 20:00, imposto dalla polizia disperdendo violentemente le proteste, pacifiche secondo i media locali. Ero appena tornato da Lake Avenue, dove i negozi sono sprangati dopo parecchie notti di saccheggi ed incendi. I due uomini si sono presentati come Michael e William, due vicini che si erano conosciuti da poco, e che ora lavoravano insieme per gestire la sicurezza del loro isolato. “Stiamo proteggendo l’isolato ora”, mi ha detto William, un uomo ispanico che crede che le “persone che stanno danneggiando il Minnesota sono i… suprematisti bianchi”.
La preoccupazione di William è legittima: alcuni ufficiali della polizia hanno dichiarato domenica che degli “agitatori” suprematisti si erano infiltrati nelle manifestazioni. Durante il fine settimana, dei post sui social media avevano avvisato che i suprematisti minacciavano di incendiare le case che esponevano la bandiera di Black Lives Matter.Nonostante le minacce postate online dai suprematisti, non è chiaro quanti danni alla proprietà a Minneapolis siano opera di agitatori venuti da fuori. C’è chi si preoccupa che le storie di suprematisti infiltrati in città siano un modo per distogliere l’attenzione dalle profonde disuguaglianze e dal razzismo endemico che le rivolte stanno esponendo. William mi ha detto che la rabbia esplosa nelle strade per la morte di George Floyd si è accumulata nelle comunità di colore per anni. Ci si potrà lamentare della chiusura dei negozi, ma ci sono delle ragioni per cui i manifestanti hanno deciso di saccheggiare e bruciare il negozio Target vicino al quartiere, per esempio: “queste sono le stesse persone che portano via i tuoi soldi, queste sono le stesse persone che ti pagano un salario da fame”, mi ha detto William.Dalla loro postazione a Powderhorn, Michael e William tenevano d’occhio ogni auto che passava lentamente di lì. Avevano appena visto un’auto con sopra quattro bianchi fare il giro del quartiere parecchie volte. Un altro vicino si è fermato un attimo per comunicare che erano stati trovate delle taniche di liquidi infiammabili in una zona lì vicino. Dei media locali avevano riportato che altre scorte simili erano state trovate durante la giornata. La zona era tranquilla, a parte il costante ronzio degli elicotteri che volteggiavano sopra le nostre teste e i rumori occasionali di sirene e spari. Il mio ospite, un amico di amici che si era offerto di ospitarmi, mi ha detto che sabato notte aveva visto le forze dell’ordine aprire il fuoco da un veicolo militare su una macchina, facendo saltare il parabrezza, vicino allo stesso angolo dove Michael e William facevano la guardia. Durante il fine settimana il governatore del Minnesota Tim Walz ha mobilitato la Guardia Nazionale, facendo entrare veicoli militari in città e facendo sentire i quartieri come zone di guerra. William ha detto che la gente di Minneapolis deve superare le divisioni razziali ed unirsi per affrontare il suprematismo bianco e la brutalità della polizia, un problema di vecchissima data a Minneapolis così come nel resto degli Stati Uniti.
“In questo momento questo scontro è una lotta da fare insieme, neri, ispanici, nativi americani, donne, persone di colore… la comunità LGBTQ… e questa volta, con tutto quello che è successo, dobbiamo ricordarci che dobbiamo rimanere uniti”, mi ha detto William. George Floyd è stato ucciso a meno di due miglia di distanza, con l’agente di Polizia Derek Chauvin che gli ha premuto il ginocchio sul collo per oltre otto minuti. Chauvin è stato arrestato quattro giorni dopo, ed è stato accusato di omicidio, dopo che le proteste hanno scosso la città. Gli altri tre agenti presenti durante l’arresto di Floyd sono stati licenziati ma non sono stati accusati. In centinaia si stanno radunando ogni giorno ad una veglia appena fuori dal negozio di Cup Foods, dove sembra che Floyd abbia cercato di spendere una banconota falsa da 20 dollari, prima di essere arrestato e ucciso. Domenica pomeriggio, un paio d’ore prima che incontrassi Michael e William, un reporter locale ha filmato la polizia mentre sparava quelli che sembravano proiettili di gomma ad alcune decine di persone che portavano i loro omaggi alla veglia, all’entrata in vigore del coprifuoco. Almeno 150 persone sono state arrestate alcune miglia più in là, dopo che la polizia ha disperso violentemente i manifestanti per imporre il coprifuoco. Le autorità ammoniscono che anche i manifestanti pacifici sono soggetti all’arresto se violano il coprifuoco. Sembra che questa sia la strategia centrale della polizia per reprimere le ininterrotte manifestazioni prima che scenda la sera.Quello stesso giorno, migliaia di manifestanti stavano marciando pacificamente sull’autostrada, quando un’autocisterna si è lanciata sulla folla, disperdendola. Il conducente è stato tirato fuori dal camion dai dimostranti e poi arrestato. Non ci sono feriti confermati dal The Star Tribune, il quotidiano locale di Minneapolis, ma in molti stanno speculando riguardo alle intenzioni del conducente. Un video postato su Twitter mostra degli agenti di polizia che dai loro veicoli prendevano di mira i dimostranti con lo spray al peperoncino nello stesso identico punto.In tutto il paese i poliziotti hanno reagito con rabbia e violenza alle persone che protestavano contro la violenza poliziesca. In molte città le manifestazioni si sono concluse con gli scontri, con i dimostranti che rispondevano attaccando le macchine della polizia e gli edifici del governo.“Ci servono risposte serie e concrete alla brutalità della polizia” mi ha detto William, “La brutalità della polizia qui negli Stati Uniti è pesante. Abbiamo i nostri figli in prigione, in gabbia, così come persone persone di colore impariamo come perdere gran parte delle nostre comunità e dei nostri figli.
Quello che è accaduto a George ora non è niente di nuovo, queste cose succedono da anni e anni e anni”. I volontari stanno diffondendo una lettera scritta in Spagnolo ed in Inglese nel quartiere di Powderhorn. Un gruppo di vicini si è incontrato con il loro consigliere cittadino in un parco locale domenica mattina, per discutere di come tenere la comunità al sicuro. La lettera avverte che i suprematisti provenienti da fuori città stanno cercando di “approfittare di questa tragedia” per appiccare incendi e di nuocere. “Non possiamo fare affidamento su di una polizia razzista per la nostra protezione, quindi ci stiamo unendo per prenderci cura dei nostri quartieri e aiutarci quando ne abbiamo bisogno”, afferma la lettera, che è firmata: “i tuoi vicini”.È stato creato un gruppo Facebook per la zona sud di Minneapolis, per rappresentare “una vasta rete di gruppi più piccoli, che agiscono localmente”, come afferma la lettera. I volontari e i gruppi locali stanno facendo i turni per pattugliare il quartiere con gli estintori. Coloro che sono di pattuglia indossano abiti dai colori accesi per identificarsi. Spostano i cestini e il materiale infiammabile lontano dai vialetti di casa, e incoraggiano i vicini a tenere tubi per innaffiare e secchi pieni d’acqua a portata di mano. Ho chiesto a Mike, un uomo originario di Minneapolis che mi ha detto di aver conosciuto Floyd, se era preoccupato dei suprematisti, dopo che mi aveva indicato un’altra auto sospetta sulla strada. Mi ha detto che era sicuramente allarmato.“Ora come ora stiamo solo proteggendo il nostro isolato, in primo luogo, abbiamo tutti una famiglia e ora ci siamo uniti come una comunità, è davvero importante”, mi ha detto Mike, aggiungendo che la crisi ha rafforzato i legami nel quartiere.“Voglio dire che è stato anche molto efficace il modo in cui ci siamo organizzati, fatto strategie e mobilitati, fondamentalmente solo per essere sicuri che siano tutti al sicuro, e gli isolati attorno stanno facendo lo stesso”, mi ha detto Mike. “E se dovessi dire qualcosa di buono che è venuto fuori da questa situazione, cinque giorni fa conoscevo due persone nel vicinato, ora ne conosco venti”.Le tensioni tra la comunità di quartiere e la polizia bollivano da anni a Minneapolis, specialmente nei quartieri di colore. I cittadini hanno compilato migliaia di lamentele negli ultimi anni contro la polizia di Minneapolis – Chauvin ne aveva almeno 17 a suo carico prima di uccidere Floyd – ma è noto che la polizia evita accuratamente di rispondere delle proprie azioni. In tutta la nazione, è ben noto che la polizia si oppone alla sorveglianza dei cittadini e punta i piedi di fronte ad ogni tentativo di riforma.Mentre i media si concentrano sul caos notturno, si può facilmente dimenticare che la polizia stessa ha creato le condizioni per la ribellione a Minneapolis, così come ovunque nel paese, prendendo di mira le comunità di colore, molestando le persone, togliendogli la vita. Ora, col supporto della Guardia Nazionale, la polizia di Minneapolis, su mandato del governo, ha il compito di riportare la pace, mentre al tempo stesso tenta brutalmente di riottenere il controllo della città.“Non ci serve la polizia”, mi ha detto William, citando il modo in cui il quartiere si è mobilitato per proteggersi durante le ultime notti. “Sappiamo esattamente cosa dobbiamo fare. Abbiamo moltissime persone con esperienza in ogni isolato”.
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