InfoAut
Immagine di copertina per il post

Kobane: la città che si è liberata due volte

||||

Quando il 19 luglio 2012 il popolo di Kobane si sollevò contro il governo siriano non venne sparato neanche un colpo. Donne, uomini, vecchi e giovani presero bastoni, pietre, e circondarono i luoghi del regime, costringendoli alla resa. La determinazione del popolo seppur male armato fu sufficientemente forte da scacciare chi ancora in città difendeva per paura o per opportunismo le istituzioni di Assad. Qui venne dichiarata per la prima volta in Rojava l’Autonomia democratica. Per tutti questa giornata ha segnato l’inizio della rivoluzione.

Non è un caso che tutto sia partito da qui: molte famiglie in questa città ospitarono e nascosero Öcalan quando passò il confine e venne in Siria nel ’79, un passaggio che lasciò dietro di sé legami profondi e una forte impronta ideologica. La società era preparata e l’obiettivo era chiaro: quando ci fu la possibilità di scacciare lo Stato e la sua oppressione per riorganizzarsi secondo il modello del confederalismo democratico, indicando così nella pratica un metodo che ha fatto da esempio per la liberazione di tutta la Siria del Nord.

Quando Daesh nel settembre 2014 decise di attaccare Kobane stava quindi mirando dritto al cuore della Autonomia Democratica: a nessuna delle parti sfuggì l’importanza strategica di questa battaglia e quando Öcalan lanciò l’appello a resistere furono centinaia i giovani che passarono il confine e che arrivarono da altre zone della Siria per combattere al fianco di chi era rimasto nella città assediata. A gennaio Kobane era libera: a incidere sulle sorti di questa battaglia fu più di tutto il gesto di s. Arin Mikran.

In una situazione di stallo ed enorme difficoltà, che vedeva Daesh dominare con colpi di mortaio e continue sparatorie tutta la città dalla collina di Mishtenur, il punto più alto della zona di Kobane, fu l’azione di sacrificio di questa giovane a permettere alle forze rivoluzionarie la riconquista dell’altura. Nell’arco di una notte Arin da sola riuscì a sfuggire alle vedette dell’esercito nemico e a penetrare nella base di Mishtenur facendosi esplodere e uccidendo anche molti dei miliziani presenti.

Arin dovette faticare molto per ottenere il consenso per questa operazione da parte della propria unità. Le azioni feday infatti non sono una prassi ordinaria per questo movimento; se da un lato c’è una forte ideologia rispetto al dare tutto alla causa rivoluzionaria dall’altro il sacrifico individuale rappresenta comunque un’eccezione. Fu la gravità della situazione a farle avere il via libera dal comando. Il successo della sua impresa permise ai compagni di riprendere il controllo della città. Ora sulla collina sventolano le bandiere delle YPJ e YPG e il cuore inevitabilmente sussulta quando lo sguardo incontra l’ultima casa della città, e da lì ripercorre la strada che Arin fece quella notte strisciando nell’erba alta.

WhatsApp Image 2017 11 01 at 11.56.18

Il dominio di Daesh, ovunque abbia sventolato la sua bandiera nera, si è sempre costruito sulla sottomissione delle donne. Per contro ciò che contraddistingue questo movimento nella sua ideolojî fa dell’autonomia delle donne uno dei suoi punti cardine. Proprio questo terreno ideologico è sempre stato uno dei più aspri campi di battaglia e ha segnato profondamente anche le rispettive strategie militari. Quando Daesh ha attaccato Shinqal tra gli obiettivi del suo massacro c’era anche la memoria delle antiche società matricentriche che il movimento cerca di riportare alla luce e da cui trae ispirazione per la società libera che vuole costruire. Non a caso Raqqa, ex capitale dello Stato Islamico di cui abbiamo festeggiato la liberazione in questi giorni è stata ribattezzata Città delle Donne. È bastato questo poco tempo in Rojava per sentire varie volte dire “tante si sono unite alle YPJ per vendicare le donne di Shinqal”. Non sappiamo se sia stato proprio questo episodio a spingere Arin ad unirsi alla lotta armata ma come lei tante e tanti giovani hanno fatto questa scelta.

Lottare per la libertà è ciò che ha riscattato migliaia di persone oppresse. Consacrare la propria vita alla causa per molti ha comportato morire per essa. In questa rivoluzione però la morte stessa assume un significato differente: “quando una compagna o un compagno cadono şehîd la bandiera caduta dalle loro mani non sarà mai lasciata a terra, qualcun altro la raccoglierà continuando a lottare”

I martiri di questa rivoluzione sono tantissimi e la rivoluzione stessa non sarebbe stata possibile senza questi martiri.
L’esempio e la memoria del loro sacrificio è ciò che più di tutto spinge i compagni a continuare a lottare, tantissimi altri giovani a imbracciare le armi, i più vecchi a non abbandonare le proprie case. Le cerimonie per i martiri sono di una forza e di una vitalità sconvolgente: il dolore della morte e della perdita è condiviso, collettivo, ed è insieme un invito a non lasciarsi andare alla disperazione e alla solitudine ma a sentirsi ancora più uniti nella lotta e nella resistenza per la propria terra. La memoria delle e degli şehîd è coltivata nei fiori che crescono sulle tombe dei cimiteri e nelle foto che ricordano i loro volti in tutte le case e in tutte le strade.

Tutti i luoghi di Kobane portano il nome di chi in quelle strade ha combattuto. Sono passati tre anni dalla sua eroica resistenza e la città sta lentamente riprendendo la sua forma. Molti degli abitanti sono tornati quando ancora la maggior parte della città era in macerie, dandosi da fare per cominciare la ricostruzione. Alcuni luoghi sono tutt’ora segnati dalla violenza di quelle lunghe giornate, lasciati così per serbare la memoria della dura battaglia. “Quando le Unità di protezione popolare hanno evacuato la città che era ormai troppo pericolosa mio figlio mi ha detto che non sarebbe venuto via con noi, che aveva ancora da fare, che ci avrebbe raggiunto dopo.” Così inizia il racconto di una donna che ci ha invitato per un tè. Lo dice circondata dagli altri figli, i più grandi impegnati nelle istituzioni rivoluzionarie. Ancora oggi casa loro deve essere ricostruita, stanno aspettando che venga ultimata, intanto abitano in un edificio lasciato vuoto e coltivano uno dei campi assegnati a chi ha perso tutto nella guerra.
“Questa è la mia città, il sangue di mio figlio è in queste strade, la nostra vita non può essere altrove.”

WhatsApp Image 2017 11 01 at 11.56.15

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

DELEGAZIONE ROJAVA INFOAUT 2017

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le capacità diagnostiche dell’IA ed il capitalismo dei big data

Il cammino dell’innovazione tecnologica è sempre più tumultuoso e rapido. Lo sviluppo in ambito di intelligenza artificiale è così veloce che nessun legislatore riesce a imbrigliarlo negli argini delle norme. Stai ancora ragionando sull’impatto di ChatGPT sulla società che è già pronto il successivo salto quantico tecnologico. da Malanova.info In un recente studio del 28 […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’incredibile traversata

Riflessioni conclusive della Delegazione italiana a Maxmur e nella Federazione democratica della Siria del Nord. Quando siamo partiti avevamo chiaro il nostro obbiettivo di conoscere, far conoscere e portare solidarietà alla rivoluzione confederale nella Siria del Nord e all’esperienza rivoluzionaria nel campo profughi di Maxmur, nel Kurdistan iracheno. Eppure non immaginavamo quello che ci avrebbe […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Voci dal Kurdistan, alla Sapienza iniziativa con Zerocalcare

Segnaliamo un evento costruito dal collettivo univeristario Sapienza Clandestina per martedì 7 Novembre, che riguarda anche la nostra delegazione partita per il Nord della Siria. L’iniziativa si terrà nell’ Aula Odeion della Facoltà di Lettere dell’università La Sapienza di Roma. Riportiamo il testo di presentazione dell’iniziativa: “Siamo in Rojava per accorciare le distanze tra una rivoluzione […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Maxmur: la centralità dei giovani e delle giovani donne

Il tevgera ciwan (movimento dei giovani), come quello delle donne, sono movimenti autonomi all’interno del processo rivoluzionario, di cui sono le avanguardie. La centralità e la necessità di autonomia dei giovani nascono dal bisogno di riappropriarsi di tutti gli spazi negati. Da sempre i giovani subiscono il meccanismo patriarcale sia all’interno della famiglia, nella proprietà […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I giovani sono un’avanguardia della rivoluzione

Dalla Federazione della Siria del nord l’ultimo reportage della delegazione di InfoAut. Nelle idee della rivoluzione confederale nella Siria del Nord ai giovani viene riservato un ruolo particolare, quello di avanguardia.Alcuni militanti del movimento dei giovani ci spiegano che la condizione giovanile non si distingue solo dal punto di vista fisico, ma anche quello sociologico. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa succede nel Kurdistan iracheno?

Dall’osservatorio della regione del Bashur la ricostruzione del quadro degli ultimi avvenimenti. Lunedì 16 ottobre 2017 e i giorni seguenti sono stati giorni decisivi per gli sviluppi geopolitici nella regione del Kurdistan irakeno, a seguito del tanto discusso referendum per l’indipendenza del 25 settembre.Le milizie sciite filo-iraniane di Hashd Al-Shaabi, da anni parte dell’esercito regolare […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Incontro con le HPC – Forze di Autodifesa dell’Essenza della società

Corrispondenza della delegazione di Infoaut in Rojava su un incontro di due settimane fa. 12-10-2017 Kobane. Il giorno dopo il nostro arrivo a Kobane alcuni compagni delle YPG ci accompagnano in un giro nel quartiere simbolo della resistenza in città. Ci raccontano dell’infame attentato del 28 novembre 2014, quando un’autobomba di Daesh fu lasciata entrare […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Università Rojava e Accademia Mesopotamia: un modello alternativo di formazione

Da Qamishlo una visita nelle vecchie università del regime ora riformate dal processo rivoluzionario.   Scendendo dal pullman quello che ci appare di fronte agli occhi è un enorme edificio che molto ricorda le università a cui siamo abituati in Italia, ma ben presto capiamo che se l’apparenza è quella, la sostanza è ben diversa.Veniamo […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La rivoluzione è delle donne: Kongra Star e Mala Jine

Nuova corrispondenza da Qamişlo, Federazione della Siria del Nord Il KongraStar, Congresso delle Donne, e le Mala Jine, Case delle Donne, sono due organizzazioni che si occupano della vita e delle necessità politiche e sociali delle donne della Federazione della Siria del Nord. Abbiamo incontrato le responsabili del Kongra Star che ha sede a Qamişlo […]