I giovani sono un’avanguardia della rivoluzione
Dalla Federazione della Siria del nord l’ultimo reportage della delegazione di InfoAut.
Nelle idee della rivoluzione confederale nella Siria del Nord ai giovani viene riservato un ruolo particolare, quello di avanguardia.
Alcuni militanti del movimento dei giovani ci spiegano che la condizione giovanile non si distingue solo dal punto di vista fisico, ma anche quello sociologico. I giovani sono dinamici, aperti al cambiamento, cercano risposte, si ribellano ma allo stesso tempo si impegnano nella società; per questi motivi sono un’avanguardia politica per la rivoluzione. Tuttavia hanno spesso il problema di rendersi indipendenti dalla famiglia. Nella società i giovani lavorano e fanno le lotte, ma il potere è spesso in mano alle generazioni più vecchie.
Il primo passo è quello di riuscire a definire se stessi, trovare la propria identità per organizzarsi contro l’oppressione della modernità capitalista. In Medioriente, ci raccontano, l’impatto del movimento del ‘68 fu importante sopratutto nelle università. In particolare in quanto ambiva a costruire una vita differente in contrapposizione a quella alienata e vuota prodotta dal capitalismo. A partire dall’ideologia di Abdullah Öcalan, il movimento dei giovani in Rojava crede che per poter incidere sulla realtà sia necessario rifiutare la vita capitalista, perché sebbene esista e si organizzi dentro questo contesto, vuole alludere ad un “oltre” possibile e metterlo in pratica.
Quando abbiamo chiesto cosa pensino della stratificazione di classe nella condizione giovanile, ci è stato risposto che non si organizzano facendo un discrimine su questa base. L’attenzione invece è posta sull’adesione soggettiva a un progetto di vita differente e alla lotta contro il capitalismo. Infatti le classi sono una creazione capitalista e questo movimento lotta per una società senza classi, quindi è necessario organizzarsi e lottare a partire da questo presupposto. In chiusura questi giovani ci dicono: “il movimento europeo è molto bravo nell’analizzare il capitalismo, ma ha grosse difficoltà a mettere in pratica una lotta rivoluzionaria”.
Questo punto di vista si ritrova anche nel Contratto Sociale della Federazione della Siria del Nord, che favorisce lo sviluppo di organizzazioni specifiche dei giovani che ne portino le istanze a tutti i livelli del sistema.
Alla sede di Amude del Desteya Ciwana (una sorta di ministero dei giovani della Federazione) del cantone di Cizire dove abbiamo parlato con i due co-presidenti, come sempre nella Federazione un uomo e una donna. Innanzitutto questo ente lavora a stretto contatto con il movimento giovanile ed è composto da giovani, indaga i problemi e cerca di dare soluzioni concrete alle loro istanze. Il lavoro principale del Desteya è quello di rendere i giovani protagonisti della nuova società attivando le loro energie nel modo migliore a servizio della rivoluzione, ma ci sono ancora molti scogli da superare come il problema dei matrimoni tra minori.
Questo fenomeno è frutto di migliaia di anni di patriarcato e di logiche claniche. In alcuni casi il matrimonio è visto dalle famiglie come il mezzo per risolvere controversie tra diversi nuclei utilizzando di fatto le figlie come merce di scambio. In altri gli stessi minori riconoscono in queste pratiche l’unico modo per emanciparsi dalle proprie famiglie. In collaborazione con la Mala Jine viene effettuato un lavoro parallelo, da una parte tramite l’educazione delle famiglie rendendo queste pratiche socialmente inaccettabili; dall’altra fornire ai giovani gli strumenti per un’emancipazione differente creando corsi di formazione professionale, intellettuale e politica.
L’educazione dei giovani ha un impatto fondamentale sulla società, per questo una sua forma alternativa viene ricercata e sviluppata in questa rivoluzione. Infatti l’educazione di stato, in particolare quella del regime di Assad, produce alienazione tramite percorsi educativi incentrati sull’accumulazione di nozioni per essere sfruttati nell’apparato statale senza alcun potere decisionale. Un’altra importante attività è quella sportiva sostenuta con la creazione e il mantenimento di strutture e attrezzature all’interno di centri di aggregazione giovanile presenti in tutte le città della Federazione. Parallelamente in questi luoghi vengono organizzati gruppi per l’autodifesa delle comuni; c’è anche un lavoro di educazione dei giovani e delle loro famiglie sui rischi connessi al fumo e all’utilizzo di droghe, considerato uno strumento della modernità capitalista per annichilirli.
Durante il regime l’unica cultura accettata era quella araba, cancellando di fatto la multiculturalità che contraddistingue il Medioriente. Ora viene riscoperta nei centri dell’arte e della cultura che lasciano libero spazio alla sperimentazione e ricerca travalicando la questione etnica. Qui giovani di tutte le età hanno la possibilità al di fuori dell’attività scolastica di frequentare vari corsi. Abbiamo visitato uno di questi centri nella città di Amude. All’interno si trovano una serie di laboratori: quello di musica; quello di pittura e scultura; la biblioteca; la sala cinematografica, nella quale oltre alle proiezioni si svolgono anche dibattiti sul cinema; infine il laboratorio di canto, dove veniamo salutati dal tambur, uno strumento tradizionale simile a una chitarra, che accompagna un coro di bambini. Le canzoni di lotta in lingua kurmangi fino ad oggi diffuse nell’illegalità, pena l’incarcerazione se scoperti dal regime, sono oggi la voce e la forza della rivoluzione.
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