InfoAut
Immagine di copertina per il post

Saviano racconta un Messico che non esiste

Oggi Roberto Saviano ci illumina su Repubblica con un pezzo imbarazzante sul Messico. Ci racconta dell’omicidio della neo eletta sindaco di Temixco, Morelos, Gisela Mota. Uccisa sabato mattina da un commando armato nella sua casa, Saviano spiega al pubblico italiano come sono andati i fatti. E ci fa la morale.

È una perla che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come Roberto farebbe meglio a trovarsi un lavoro vero e come il giornalismo in Italia sia giustamente considerato morto.

Non mi dilungo sul problemino che Roberto ha con il plagio e con il non-giornalismo, tema chiarito in modo piuttosto articolato da Michael Moyniham sul DailyBeast del 24 settembre scorso.

Mi riferisco piuttosto alle inesattezze, alla sciatteria, all’approssimazione, alla superficialità di un personaggio pubblico che si spaccia per giornalista e che nel migliore dei casi si limita a copiare e incollare agenzie (per altro di bassa qualità) per confezionare opinioni grottesche.

Veniamo al succo, perché già mi dilungo troppo. Saviano afferma nel suo pezzo:

“Più volte i cartelli narcos Messicani hanno provato una via ufficiale all’accordo. A differenza delle organizzazioni mafiose italiane o colombiane che hanno cercato accordi informali e segreti, i cartelli messicani aspirano alla pubblicità. Vorrebbero essere riconosciute dallo Stato, vogliono essere trattati come un contro Stato, come alcune volte sono stati trattati i guerriglieri in America Latina.”

Questa affermazione è tirata fuori dal cappello. Chi lo dice? Dove l’ha letto Roberto Saviano? l’ha dedotto lui dai suoi zerozerozero giorni di ricerca sul campo in Messico?

Uno dei problemi principali del paese in cui vivo e in cui faccio il giornalista, il Messico appunto, è che i gruppi del crimine organizzato, chiamati in modo inesatto da Saviano e suoi simili “cartelli” o “narcos” non vogliono essere trattati come un contro Stato, semplicemente perché sono presenti all’interno dello Stato a tutti i suoi livelli, perché in Messico lo Stato e la mafia spesso sono la stessa cosa, le stesse persone. Non sono “narcos” perché non si dedicano esclusivamente alla produzione e al traffico di droga, ma sono veri e propri gruppi mafiosi, che si dedicano a una ventina di delitti tra i quali il traffico di droga.

Quello che Saviano non vuole capire, o fa finta di non capire, o proprio non capisce, è che non c’è uno Stato che lotta contro “i narcos”. Ci sono molti gruppi diversi con interessi strategici diversi (e no, Roby, non la cocaina, unica cosa che vedi, ma oro, petrolio, gas, argento, acqua, ferro, uranio, transito di armi, di persone, e mille altre cose) che si spartiscono fette di potere istituzionale, e attraverso il potere istituzionale gestiscono un paese profondamente mafioso con appalti pubblici regalati a imprese multinazionali energetiche, tra cui parecchie imprese italiane.

La lettura di Saviano di ciò che accade in Messico sarebbe sicuramente più realistica se mettesse piede qui e cominciasse a fare lavoro giornalistico, invece di copiare e incollare agenzie e pezzi altrui.

Ma tutto questo non mi avrebbe spinto a scrivere queste righe se non fosse che Roberto Saviano, nel suo pezzo, fa affermazioni pesanti su un tema che mi sta molto a cuore, a cui ho dedicato gli ultimi quattro anni della mia vita e del mio lavoro giornalistico sul campo. Le sparizioni forzate.

La leggerezza con cui Saviano scrive una frase del genere è intollerabile:

“I mandanti dei killer di Gisela forse sono gli stessi che hanno ucciso i 43 studenti a Iguala nella strage che ha attirato l’attenzione del mondo sul Messico. Studenti “desaparecidi” perché con la loro manifestazione avrebbero disturbato il comizio di María de los Ángeles Pineda Villa moglie del sindaco di Iguala e sorella di due boss del narcos. Secondo le accuse questi studenti scomparsi sono stati arrestati dalla polizia e da questa consegnata ai narcos, Guerreros Unidos.”

Saviano afferma qui che i 43 studenti fatti sparire dalla polizia municipale di Iguala il 26 settembre 2014 sono stati uccisi. Lo afferma lui e il governo messicano. Lo afferma il governo messicano senza aver dimostrato la morte di nessuno dei 43 studenti. E il governo messicano lo afferma perché la sparizione forzata di persone è un crimine di lesa umanità, comparabile al genocidio, e se si dimostrasse, come in effetti si dimostra, che si tratta di sparizione forzata (e non di omicidio), operata quindi da agenti dello Stato, si potrebbe condannare il presidente della repubblica Enrique Peña Nieto per crimini di lesa umanità. Ed è esattamente ciò che il governo messicano non vuole. Per questo motivo da più di un anno sono state create versioni “ufficiali” che parlano di uccisione e non di sparizione forzata.

Saviano dovrebbe capire che dire che sono morti, scriverlo, darlo per certo, come fa lui, è complice. Saviano sta avallando la versione del governo messicano, che è stata smontata pezzo per pezzo dal gruppo di esperti indipendenti della Commissione Interamericana per i Diritti Umani in un rapporto pubblicato qui.

Da mesi si sa che il comizio di María de los Ángeles Pineda, moglie di Abarca, non c’entrava nulla con ciò che stavano facendo gli studenti di Ayotzinapa. Saviano dovrebbe cercare fonti più attendibili da cui scopiazzare.

Avallare la versione del governo messicano e affermare che gli studenti “sono stati uccisi” è esattamente il modo per cancellare la sparizione forzata come delitto. È una presa di posizione politica, fondata su informazioni false, che riproduce la posizione criminale dello Stato messicano.

L’articolo sulla morte di Gisela Mota, oltre ad essere pieno di inesattezze e superficialità, inquadra il tema della violenza e del crimine organizzato in una lettura deforme e distorta, che è funzionale alla sopravvivenza e alla perpetrazione dello Stato mafioso che governa il Messico. Vuol dire mettersi dalla parte della mafia.

 

articolo tratto dal blog Radical Shock

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

messiconarcossaviano

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Tecnotrumpismo. Dalla Groenlandia al caso DeepSeek

Trump è diventato il referente politico delle Big Tech e non è una congiuntura.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Contro le guerre, per una lotta comune -Incontro con Said Bouamama

Il 18 gennaio 2025 si è tenuto un incontro pubblico al Cecchi Point – organizzato dal collettivo Ujamaa, lo Spazio Popolare Neruda e Infoaut – con Said Bouamama, sociologo e storico militante antirazzista franco-algerino.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump tra guerra e pace

Quali prospettive apre il ritorno del Tycoon alla Casa Bianca? La pace in Ucraina è più vicina oppure il 2025 sarà un nuovo anno di guerra?

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La politica al tramonto (d’Occidente)

Anton Jager; Iperpolitica. Politicizzazione senza politica; Nero Edizioni; Roma 2024; 15€ 158 pp. di Jack Orlando, da Carmilla Tre proiettili alle spalle e Brian Thompson, il CEO della United Healthcare, cade freddato a terra.Non si fa in tempo a avere l’identità dell’attentatore che già inizia il vociare di internet.Sui social si brinda alla morte del capo […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Non c’è una via diversa dallo sperimentare

Intervista a Franco Piperno tratta da Gli operaisti (DeriveApprodi, 2005) da Machina Continuamo con la pubblicazione dei materiali per ricordare Franco Piperno. Qui una sua lunga e dettagliata intervista uscita nel volume Gli operaisti (DeriveApprodi, 2005), curato da Guido Borio, Francesca Pozzi e Gigi Roggero, in cui si parla, tra le altre cose, della sua […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Palantir comincia la guerra civile nella difesa americana

Nei racconti di Tolkien i Palantir sono le pietre veggenti e vedenti presenti nel Signore degli Anelli il cui nome significa “coloro che vedono lontano”. di Nlp da Codice Rosso In linea con il testo “Magical Capitalism”, di Moeran e De Waal Malefyt, che vede il magico delle narrazioni come un potente strumento di valorizzazione del brand […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Alle radici dell’”offerta di jihadismo” – intervista a Saïd Bouamama

Ripubblichiamo questa intervista di qualche anno fa, realizzata qualche mese dopo gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, per fornire un elemento di approfondimento in vista dell’incontro che si terrà a Torino con il militante e sociologo Saïd Bouamama, il quale ha partecipato ai movimenti antirazzisti in Francia e alle lotte legate all’immigrazione. In particolare, il tema qui affrontato risulta molto attuale nell’ottica di affrontare la questione del razzismo e del neocolonialismo a partire dalla materialità delle condizioni dei quartieri popolari nella crisi sociale della nostra epoca.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Autonomia differenziata: rompere la solidarietà per liberare ancora la ferocia del mercato

Quando si parla di Autonomia Differenziata il rischio è quello di credere che dietro questa formulazione si nasconda nient’altro che il secessionismo leghista della prima ora agghindato in chiave “riformista”. In realtà quanto abbiamo di fronte è ben più complesso ed attuale.

Immagine di copertina per il post
Culture

Educazione Autonoma in Messico #2 – Esperienze Urbane

Siamo lietə di annunciarvi l’uscita di “Educazione Autonoma in Messico #2 – Esperienze Urbane”, un nuovo elemento della collana “Quaderni della Complicità Globale” realizzata in collaborazione con il progetto editoriale Kairos – moti contemporanei. da Nodo Solidale Nel volume abbiamo raccolto delle interviste, completamente inedite, dedicate all’educazione all’interno dei processi di organizzazione dal basso e  […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: giustizia per Samir Flores Soberanes! 6 anni di impunità

Questo 20 febbraio si compiono 6 anni dal vile assassinio del nostro compagno Samir Flores Soberanes. Sei anni nella totale impunità di un governo che funge da mano armata per il grande capitale. da Nodo Solidale Samir è stato ucciso da 4 colpi di pistola davanti a casa sua ad Amilcingo, nello stato messicano del […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Assassinano padre Marcelo crivellandolo di colpi dopo aver officiato la messa: da sempre ha denunciato l’estrema violenza in Chiapas

Pubblichiamo la traduzione di questo del 20.10.2024 articolo a cura della Redazione di Desinformémonos perchè pensiamo sia prezioso per far conoscere la storie e le lotte portate avanti da padre Marcelo Perez Pérez attraverso le sue stesse parole.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

AMLO, Ayotzinapa e la dimensione sconosciuta

A dieci anni dal massacro e “desaparición” degli studenti di Ayotzinapa proponiamo la traduzione di questo articolo del giornalista John Gibler, autore del libro “Una storia orale dell’infamia”

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Le guerre del Capitale

Passano i mesi e, nonostante le mobilitazioni di massa in tutto il mondo, con milioni di persone che chiedono a gran voce un immediato cessate il fuoco, su Gaza continuano a piovere bombe.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: il sessennio “si chiude con repressione, sangue e sequestro dei popoli da parte dello stato”

“Il sessennio di Andrés Manuel López Obrador si chiude con repressione, sangue e sequestro da parte dello stato dei popoli che difendono il proprio territorio ed esercitano i propri diritti all’autodeterminazione, alla protesta, alla libertà d’espressione e ad un ambiente sano”

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messico: due contadini morti e centinaia di feriti per la repressione sui difensori dell’acqua nel Veracruz.

Città del Messico / Almeno due contadini sono stati assassinati e centinaia di persone colpite dai poliziotti del Veracruz durante un’operazione per sgombrare il picchetto indefinito che il Movimento in Difesa dell’Acqua..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: non ci sarà paesaggio dopo la trasformazione

In un recente comunicato, l’Assemblea Comunitaria di Puente Maderas, Municipio de San Blas Atempa, Oaxaca, intitolato significativamente “Non ci sarà paesaggio dopo la trasformazione”, ribadisce il suo rifiuto fondato e il suo impegno di resistenza alla megaopera del Corridoio Interoceanico dell’Istmo di Tehuantepec.