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Solidarietà con Chanti Ollin, l’occupazione abitativa e sociale sgomberata a cittá del Messico

Oggi 14 Dicembre é la giornata di azione globale in solidarietá al Chanti Ollin, con iniziative previste in varie cittá del mondo. L’invito é di inviare la seguente lettera all’ambasciata per email o personalmente, un testo che sembra molto piu rivolto alle reti di compagni e solidali nel mondo che alle istituzioni  diplomatiche, non perdendo l’occassione di rimarcare la decisa opposizione all’ennesimo atto repressivo che ha colpito la capitale messicana.

 

14 dicembre 2016

Alle autorità dell’ambasciata messicana in Italia

Alla Secretaria de Gobiernaciòn di Città del Messico, Patricia Mercado

Al capo del governo di Città del Messico, Miguel Angel Mancera

Nelle prime ore del mattino del 22 novembre del 2016 un operativo di 800 poliziotti in tenuta antisommossa, con 2 elicotteri e mezzi pesanti hanno fatto irruzione violentemente nello spazio autogestito Chanti Ollin, situato in Melchor Ocampo 424, nel quartiere di Cuauhtemoc, in Città del Messico. Senza alcun mandato ufficiale hanno praticato uno sgombero dello stesso, detenendo illegalmente le 26 persone presenti nell’immobile. Il CHANTI OLLIN (Casa in Movimento) è una comunità che da 13 anni resiste praticando l’autogestione, in questo spazio, promuovendo la trasmissione di saperi, incentivando le pratiche anticapitaliste di comunicazione, creazione e difesa del territorio. Questo sgombero è parte di un processo di gentrificazione delle città, applicato dai governi a livello mondiale, cercando di assegnare il territorio a grandi imprenditori per il loro arricchimento. Dentro questo piano immobiliarista si compie un ruolo fondamentale di speculazione. Nel frattempo, la comunità del CHANTI OLLIN, dopo essere stata sgomberata, è rimasta all’esterno dell’edificio in un presidio culturale, dove si sviluppano attività artistiche aperte al pubblico, in complicità con organizzazioni affini, autogestite e comunitarie che soffrono la depauperizzazione dei loro territori, come nel caso di Pedregales di Coyoacan, che difendono una delle ultime sorgenti d’acqua della città, contro la costruzione di un megaedificio che contamina le acque. Le provocazioni sono state costanti: le forze dell’ordine sia in divisa che in borghese sono presenti 24 ore su 24 di fronte al presidio, facendo foto e controllando i movimenti. L’arresto di un  compagno che si trova attualmente in carcere e i mandati di arresto per altre persone, formano parte di un piano di criminalizzazione della lotta, nell’intenzione di mettere fine ai movimenti e alle collettività che perseguono un cambiamento sociale:

Nei 5 piani del CHANTI OLLIN convivevano persone che crescevano collettivamente in diversi ambiti. Lo spazio ospitava:

Una ciclofficina e laboratorio di ecotecnologie

Una cucina popolare

Un temazcal e un altare per i nostri antenati

Un forno artigianale e una cooperativa per la produzione di cioccolato

Una sala di musica adattata a studio di registrazione

Un laboratorio di violino

Un teatro itinerante

Un laboratorio di media indipendenti, dove funzionava una radio e una televisione comunitarie

Una biblioteca popolare

Un laboratorio di grafica

Un laboratorio di serigrafia

Un laboratorio di medicina naturale, che include una sala di terapie corporali.

Uno spazio di allenamento corporale e circense

Un laboratorio di costruzione di maschere

Un laboratorio di impaginazione e rilegatura

Un laboratorio di sartoria

Un laboratorio di pelleria

Un orto comunitario con piante medicinali, commestibili e coltivazione di alga spirulina

Al momento dello sgombero, la polizia ha rubato materiali elettronici, computer, macchine fotografiche, strumenti musicali e materiali vari davanti agli occhi degli sgomberati. In seguito l’edificio è stato lastrato e sigillato, lasciando dentro tutto il materiale e gli strumenti utilizzati per i laboratori. Di fronte a tali fatti, noi solidarizziamo con la comunità CHANTI OLLIN, esigendo:

1. Chiusura e archiviazione dell’indagine aperta contro i 26 compagni sgomberatin° CI-FEDAPUR/A/UI-1C/D/00423/11-2016

2. La fine dei processi giudiziari e dei mandati d’arresto ai compagni implicati

3. La fine della campagna di persecuzione politica e della criminalizzazionedei membri della comunità

4. La restituzione del suo spazio di attività

5. La restituzione del materiale sequestrato e l’indennizzo per gli oggetti rubati e/o distrutti al momento dello sgombero

Noi ci opponiamo a qualunque atto criminale che i governi effettuano contro i movimenti sociali, culturali e autogestiti con abuso di potere. Difendiamo il diritto a crescere e sviluppare liberamente e prendere decisioni sulla nostra sovranità territoriale, spirituale e alimentare!

No alla criminalizzazione della protesta sociale!

Per la appropriazione e creazione di più spazi culturali autonomi!

Solidarizziamo con la comunità CHANTI OLLIN, perchè siano realizzate le richieste prima menzionate. El Chanti non è stato solamente uno centro culturale ma un’intera trincea per IL MOVIMENTO POPOLARE IN MESSICO. Oggi vala la pena difenderla.

EL CHANTI VIVE!

LA LUCHA SIGUE!

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pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

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