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Battaglia sulla diga: le SDF arrivano all’Eufrate e stringono il cerchio su Raqqa

L’offensiva, inedita per caratteristiche ed equipaggiamento impiegati – assieme ad altri movimenti delle SDF, arrivate nei giorni scorsi a controllare la zona a maggioranza araba della sponda settentrionale dell’Eufrate e a lambire le periferie orientali di Raqqa – segna un altro passo verso il completo accerchiamento della città occupata per la prima volta dall’ISIS nel 2013.

Essa è anche mirata al controllo della città di Tabqah o Thawra (“rivoluzione”) e della base aerea e della diga omonima ad essa prospicienti. Quest’ultima è la più grande dell’intero paese e rifornisce di energia i principali centri della valle dell’Eufrate tra cui la stessa Raqqa. Infrastruttura che quindi, oltre a rappresentare un vantaggio strategico notevole nell’assedio alla capitale siriana dell’ISIS, può rivestire un peso negoziale nella futura dinamica di gestione delle risorse della regione – e nella stessa composizione del conflitto siriano.

Conflitto che con gli ultimi avvenimenti, tra cui l’interposizione russa tra milizie filo-turche dello Scudo dell’Eufrate e partigiani del Sistema Federale della Siria del Nord, sembra convergere su due binari: la resa dei conti tra regime e Tahrir al Sham (coalizione tra qaedisti, salafiti ed altre formazioni islamiche fondamentaliste spalleggiate da Arabia Saudita e Turchia) nella regione occidentale di Idlib e nelle ridotte campestri intorno ai grandi centri urbani; e quella tra SDF ed ISIS nella parte orientale del paese. Zona in cui, con la prossima caduta di Mosul, è probabile che gli accoliti del sedicente califfo si radunino per tentare l’estrema resistenza.

 

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