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Istanbul. Migliaia di donne protestano per Ekin Wan

In migliaia hanno marciato per protestare contro il trattamento subito da Ekin Wan nella città di Sirnak. “Il corpo di Ekin Wan nudo è il nostro onore,” si legge negli striscioni delle donne. ” la nudità di Ekin ancora una volta ha rivelato la politica patriarcale e dello stupro dello stato turco” ha dichiarato l’ attivista Emine Erkan, del congresso delle donne libere (KJA), intervenendo alla marcia. Al termine della marcia le donne hanno fatto un sit-in.

Nel centro di Istanbul il KJA ha organizzato un sit-in per Ekin Wan a Galatasaray, nella zona di piazza Taksim. La polizia con la scusa di garantire “la sicurezza dei civili”, ha intimato alle donne di spostare la manifestazione di fronte all’ edificio del Partito Democratico dei Popoli (HDP). Le donne hanno fatto opposizione e la polizia in assetto antisommossa ha usato gli scudi per respingere le donne verso l’edificio dell’ HDP, dove hanno letto una dichiarazione con la promessa di continuare la lotta di Ekin.

Nella capitale, la Piattaforma delle Donne di Ankara ha fatto appello per continuare la lotta contro il trattamento sul corpo di Ekin. Le donne hanno portato cartelli raffiguranti politici turchi con il sangue sul viso con scritto “Siete i responsabili di tutte le morti,”. Un’altra manifestazione c’è stata nel distretto della provincia di Diyarbakır a Çınar.

Le donne hanno preso le piazze per fermare la guerra in Turchia

Le donne di Istanbul hanno fatto dei presidi per la pace contro gli attacchi dello Stato turco nelle città di Silvan, Varto, Silopi, Şemdinli .

Le donne sono scese in piazza Taksim nel centro di Istanbul, ieri per un presidio per la pace. La polizia ha negato il permesso all’ iniziativa delle Donne per la Pace, intimando di spostare l’azione.

La manifestazione si è stata molto rumorosa con tamburi, fischietti, pentole e tamburelli e con nastri viola con scritto “pace”, le donne hanno scandito slogan contro la guerra “donna, vita, libertà.”

Le Donne per la Pace hanno letto insieme questa dichiarazione . “Non permetteremo che la nostra speranza di pace sia negata dalle bombe”.

da Uiki Onlus

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