Kurdistan: a meno di un mese dal sisma, nuovi attacchi turchi in Nord-Iraq e Siria
Meno di un mese dopo il violento terremoto che ha provocato oltre 51mila vittime accertate, più di 122mila feriti e milioni di sfollati, l’esercito turco continua ad attaccare il movimento di liberazione curdo in nord-Iraq e nel nordest della Siria.
Nonostante nella Turchia sud-orientale interi villaggi e quartieri siano stati cancellati dal sisma del 6 febbraio, con milioni di persone rimaste senza una casa, abbandonate da una gestione disastrosa, quando non volutamente assente, degli aiuti umanitari, il governo turco sta trovando la forza e le risorse di attaccare con droni e aerei da guerra – anche in questi giorni – il movimento di liberazione curdo.
Il 27 febbraio e il 1 marzo, due attacchi effettuati con droni hanno colpito le auto sulle quali viaggiavano membri delle forze di resistenza e delle forze di sicurezza ezide dell’autonomia democratica di Shengal, nel nord dell’Iraq. Negli attacchi sono rimasti uccisi il comandante delle YBS (le Unità della resistenza di Shengal), un combattente della stessa formazione e il comandante delle forze di sicurezza interna (Asayish) dell’autonomia ezida.
Negli stessi giorni le HPG, le Forze di protezione del popolo legate al Partito dei Lavoratori del Kurdistan, riportano di nuovi attacchi e bombardamenti con utilizzo di armi chimiche vietate da parte dell’esercito di Ankara sulle montagne del Basur, il Kurdistan iracheno.
Bombardamenti e colpi di artiglieria stanno bersagliando anche i territori della rivoluzione confederale, l’Amministrazione Autonoma della Siria del nord e dell’est, anch’essi colpiti dal sisma. Colpita in particolare l’area di Ain Issa e il distretto di Sherawa, nel cantone di Afrin già occupato da esercito turco e milizie jihadiste dell’Esercito Nazionale Siriano.
Tutto questo nonostante il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, nelle ore successive al terremoto del 6 febbraio, avesse dichiarato un cessate il fuoco unilaterale per rispetto delle vittime e perché tutti gli sforzi potessero concentrarsi in aiuti e soccorsi alla popolazione colpita dal sisma. Un cessate il fuoco mai accolto dalla Turchia.
L’aggiornamento con Jacopo, compagno torinese che è stato volontario internazionale dell’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est nell’ambito della società civile. Ascolta o scarica.
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