Medio Oriente: Russia al contrattacco nei confronti della Turchia
Un contrattacco non dal punto di vista militare, ma economico: il premier russo Dmitri Medvedev ha dichiarato che “le lunghe relazioni di buon vicinato tra Russia e Turchia sono state minate, in particolare nella sfera economica e umanitaria” e che le “conseguenze dirette” potrebbero essere “la rinuncia a una serie di importanti progetti comuni e la perdita di posizione nel mercato russo da parte delle compagnie turche”.
La Turchia in particolare esporta in Russia nel settore dell’ ortofrutta e dell’edilizia. Quanto ai progetti, si va da quello di costruire e gestire una centrale nucleare ad Akkuyu, fino al gasdotto Turkish Stream, che dalla Russia dovrebbe approvvigionare prima la Turchia e quindi la Grecia. Inoltre dall’inizio delle tensioni tra i due paesi, quando Mosca ha deciso di intervenire in Siria, la Russia ha anche imposto il divieto di transito per le merci turche dal proprio paese e dirette in in Kyrgyzstan, Kazakhstan, Tajikistan e Mongolia.
L’analisi di Mario Preti nostro collaboratore ed esperto di Russia
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Sul fronte militare Medvedev parla anche di “una pericolosa escalation dei rapporti Russia-Nato, che non può essere giustificata con alcun interesse, compresa la protezione dei confini”. Mosca annuncia che “senza dubbio” i suoi attacchi aerei contro obiettivi vicino al confine turco. Dal punto di vista logistico invece i sistemi di difesa anti missilistica S-400 saranno trasportati alla base militare russa di Latakia, in Siria, dove ieri sono stati abbattuti i jet. Intanto pare ufficiale che il secondo pilota del jet abbattuto sia stato soccorso dall’Esercito siriano: lo ha detto a radio Europe-1 l’ambasciatore russo in Francia, Ambassador Alexander Orlov. L’altro pilota, ha aggiunto, sarebbe stato ucciso da insorti antisiriani.
L’analisi di Raffaele Crocco del portale atlanteguerre.it
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