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#NoFlyZone4Rojava, appello alla mobilitazione contro l’aggressione del regime di Erdogan

Dopo i bombardamenti dell’aviazione turca che nelle primissime ore di martedì hanno colpito Shengal, in Iraq, e Karaçokê, in Rojava (dove i jet di Ankara hanno sganciato 26 bombe sul centro di comando delle Ypg, uccidendo 20 combattenti, ferendone altri 18 e distruggendo il media center dell’organizzazione), dal Rojava si è levato un appello alla mobilitazione internazionale contro l’offensiva di Erdogan.

Quello di martedì è stato un attacco feroce che ha messo a nudo una volta di più la strategia e gli interessi della Turchia, segnando una nuova accelerazione nell’aggressione di Erdogan contro la rivoluzione del Rojava. Di fronte all’accerchiamento delle Forze Democratiche Siriane su Raqqa la Turchia è intervenuta per cercare di paralizzare l’operazione per liberare la città, bombardando un centro strategico per il coordinamento delle operazioni contro l’Isis.

Timida per ora la reazione della coalizione internazionale che combatte l’Isis, che ha ammonito Erdogan in seguito ai raid ma non ha fatto nulla per prevenire quest’aggressione.

Dopo i bombardamenti la tensione e l’allerta in Rojava restano alte: nella giornata di ieri le forze turche hanno condotto nuovi attacchi contro diversi villaggi del Rojava (in corso ancora oggi), cui è seguita la risposta delle Ypg, che stanno combattendo duramente per bloccare i tentativi di invasione di Ankara. Manifestazioni di protesta sono esplose in diverse parti della Siria del Nord.

Da ieri è in corso un tweetstorm con l’hashtag #NoFlyZone4Rojava, un’iniziativa che sta raccogliendo un vasto sostegno per sostenere il Rojava e condannare la barbarie delle aggressioni turche. L’appello è a fare pressione su Ankara con un’ampia campagna di mobilitazione, protestando sotto le ambasciate turche, denunciando il silenzio mediatico e politico su questi attacchi e la complicità dei governi europei con il regime di Erdogan, portando l’urgenza di istituire una no-fly zone sul Nord della Siria.

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