InfoAut
Immagine di copertina per il post

Prosegue la vendetta saudita contro Hezbollah e il Libano

Il Consiglio dei ministri arabi dell’interno adotta una risoluzione simile a quella del CCG che proclama “terrorista” il movimento sciita libanese. Sconfitto in Siria, il re saudita Salman scarica il desiderio di rivincita sul Paese dei Cedri

di Michele Giorgio

Roma, 3 marzo 2016, Nena News – Ha avuto riflessi immediati il passo fatto dal Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG, Arabia saudita e le altre cinque petromonarchie del Golfo) di proclamare “organizzazione terroristica” il movimento sciita libanese Hezbollah. Il Consiglio dei ministri arabi dell’interno, riunitosi a Tunisi, ha adottato nel corso della sua 33esima sessione, una risoluzione simile a quella approvata dal CCG. E’ probabile che nei prossimi giorni e settimane diversi Stati arabi, quelli allineati alle posizioni di Riyadh, decideranno di proclamare Hezbollah terrorista. La “vendetta” continua.

Il Bahrein, di fatto un protettorato saudita, aveva già incluso Hezbollah nella lista nera lo scorso aprile, diventando così il primo Stato arabo a prendere questa iniziativa dopo avere accusato il leader del gruppo sciita, Hassan Nasrallah, di fomentare le proteste popolari contro la monarchia assoluta della dinastia al Khalifa.

Sconfitto in Siria, dove Hezbollah gioca un ruolo militare decisivo a sostegno dell’esercito governativo, il re saudita Salman sta scaricando il desiderio di rivincita sul movimento sciita e sul Libano, Paese che tenta di controllare attraverso ingenti interventi finanziari e grazie all’appoggio che riceve dalla maggioranza della comunità sunnita rappresentata dall’ex premier Saad Hariri (che è anche cittadino saudita). Come hanno rilevato diversi osservatori, arabi ed occidentali, la monarchia sunnita si è resa conto di non potersi assicurare la fedeltà totale del Libano alle sue politiche contro l’Iran ed ora passa all’attacco.

Alla fine del mese scorso Riyadh aveva annunciato che non garantirà più il finanziamento per un totale di 4 miliardi di dollari promesso nel 2013 dallo scomparso re saudita Abdallah a favore dell’armamento ed ammodernamento delle forze armate libanesi, peraltro lasciando a bocca asciutta anche l’alleato presidente francese Hollande destinato a vendere armi a Beirut per tre dei quattro miliardi di dollari offerti e poi ritirati dai sauditi. Motivo ufficiale? La mancata aperta condanna da parte del Libano dell’assalto all’ambasciata saudita a Tehran dopo la decapitazione ad inizio anno del leader sciita Nimr al Nimr.

Quella decisione ha subito rialzato il livello dello scontro politico in Libano, profondamente spaccato tra filo sauditi (Fronte 14 marzo) e i sostenitori della “resistenza” e del presidente siriano Bashar Assad (Fronte 8 marzo) capeggiati da Hezbollah. I libanesi schierati contro Assad hanno puntato l’indice contro il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che a loro dire inviando migliaia di suoi combattenti in Siria avrebbe coinvolto il Paese dei Cedri in un conflitto in un altro Paese e fatto infuriare la monarchia saudita.

Il premier Tammam Salam ha intimato a Hezbollah di “riparare le relazioni lacerate con l’Arabia saudita” altrimenti, ha avvertito, darà le dimissioni. Non ha mancato di lanciare accuse pesanti al movimento sciita anche il leader sunnita Saad Hariri. Allo scopo di aggravare lo scontro politico a Beirut, i sauditi hanno anche espulso numerosi lavoratori libanesi e le loro famiglie. Una mossa che potrebbe essere seguita da provvedimenti analoghi delle altre petromonarchie. Per Beirut, che vive anche delle rimesse degli emigranti, sarebbe la catastrofe.

Il “Fronte 8 marzo”, del quale fa parte il partito cristiano “Corrente dei Liberi Patrioti”, ha reagito sostenendo che i sauditi vogliono trasformare la natura del Libano e della sua posizione nella regione. Da parte sua Nasrallah ha accusato re Salman di voler “punire collettivamente” il Libano solo perchè non approva la linea di Hezbollah.

Immediata la reazione dell’Iran, sponsor di Hezbollah, alla decisione presa ieri dal CCG. Il vice ministro degli esteri, Morteza Sarmadi, ha commentato che “I gruppi terroristi nell’area sono ben altri. Condanniamo la decisione del Consiglio della cooperazione…fa parte di un complotto contro la resistenza e fa comodo agli obiettivi di Israele”.

La pressione saudita sul Libano tuttavia sembra non avere l’appoggio degli Stati Uniti. Secondo il quotidiano di Beirut as Safir, un alto funzionario del Pentagono ha promesso a una delegazione parlamentare libanese, che ha recentemente visitato gli Stati Uniti, che Washington cercherà di convincere l’Arabia Saudita a non bloccare gli aiuti militari al Libano. “Nonostante le sue capacità modeste, l’esercito libanese è uno dei più importanti eserciti che combattono lo Stato Islamico e il terrorismo. Ecco perché il nostro sostegno continuerà e aumenterà”, avrebbe assicurato il funzionario Usa. Nena News

Michele Giorgio è su Twitter: @michelegiorgio2

 da nena-news.it

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccata la Global Sumud Flottila: aggiornamenti dalle piazze di tutta Italia

Dalle 20.30 di ieri sera circa è iniziato l’abbordaggio da parte delle navi militari dell’IDF nei confronti delle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele attacca la Flotilla. In mattinata ancora diverse navi in marcia verso Gaza

Ieri sera sono iniziate le operazioni di abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano. Ad ora solo venti navi sono state intercettate, le altre sono ancora in navigazione verso le coste di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Madagascar si ribella per l’accesso all’acqua e all’elettricità: 22 morti, il governo si dimette

«Chiediamo al Presidente di dimettersi entro 72 ore». È questa la richiesta senza compromessi formulata il 30 settembre da un manifestante della «Gen Z»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Molte parole sul Board of Peace, il genocidio continua

Michele Giorgio, Giornalista de Il manifesto e di Pagine Esteri, nel giorno in cui gli occhi in Italia sono tutti puntati sulla Global Sumud Flottilla, racconta come questa iniziativa internazionale e internazionalista accenda speranze sebbene flebili nei Territori.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.