InfoAut
Immagine di copertina per il post

Compaiono scritte per denunciare le falsità dei manifesti dell’amministrazione: la riqualificazione del Comune targata Politecnico non è verde!

Pubblichiamo il comunicato stampa congiunto a firma Comitato Salviamo il Meisino, Comitato Salviamo gli Alberi di Corso Belgio, EsseNon e Ecologia Politica Torino in merito a un’iniziativa per denunciare la narrazione falsa del Comune di Torino rispetto alla riqualificazione “verde” della città.

Con la campagna “Torino Green”, la Giunta celebra il suo ecologismo di facciata, ma i cittadini evidentemente rifiutano questa pubblicità ingannevole che sottovaluta la loro intelligenza. 

I manifesti celebrano la messa a dimora di 31.700 alberi tra il 2022 e il 2025, che avrebbe ridotto di 5.960 tonnellate/anno le emissioni di CO2. Inoltre riportano assurde equivalenze tra piste ciclabili realizzate e riqualificazione di impianti sportivi da una parte e alberi dall’altra. Secondo l’Amministrazione «grazie al lavoro congiunto tra Città e Politecnico è stato stimato che i progetti attualmente in corso produrranno una riduzione di emissioni climalteranti di oltre 110mila tonnellate di CO2 l’anno, equivalenti alla capacità di assorbimento di circa 600mila alberi di alto fusto.»    

Ciò che questa Giunta sta riducendo è il patrimonio arboreo cittadino, con progetti che comportano abbattimenti di centinaia di esemplari sani (corso Umbria e corso Belgio, parco del Meisino, Pellerina e anche Artiglieri da Montagna con il progetto del supermercato Esselunga ereditato dalle amministrazioni precedenti e non archiviato). 

Ora la Giunta usa gli alberi come unità di misura per vantarsi di una presunta riduzione della CO2. Un esperto, ha già contestato l’equivalenza secondo lui nessun albero assorbe 200 kg di CO2 all’anno. 

Ma non servono esperti per rendersi conto che:
1) l’equivalenza tra riduzione di CO2 e “alberi” di cui non si dice specie, età, ecc. non ha nulla di scientifico;
2) non si dice quanti dei 31.700 alberi “piantati tra il 2022 e il 2025 sono sopravvissuti

è verosimile che nel conteggio siano inclusi anche i boschetti messi a dimora da grandi aziende nei parchi pubblici, che in tal modo si procurano crediti di carbonio, con la regia di imprese sociali nate a questo scopo.

È il caso, per esempio, del parco Colletta, scenario nel 2022-2023 dei progetti “Campagna Foresta Italia” di Conad e “Think Forestry” di Intesa Sanpaolo, che hanno piantato 1.000 alberelli e arbusti ciascuna, dirette da Rete Clima che ne ha piantati 1.500 nella primavera 2022.

Ad oggi di quei 3.500 alberi ne restano circa 900, e non tutti in buona salute.   

Perciò, lette le cifre del Comune supportate dal Politecnico di Torino, chiediamo al sindaco Lo Russo e all’assessore Tresso se i 2.600 morti rientrino nel novero dei 31.700. Sospettiamo di sì, come i tanti altri alberelli defunti di progetti affini. Il che rende falsi anche i crediti di carbonio ottenuti dalle imprese.

3) Per calcolare la CO2 “risparmiata” e sapere se davvero la città è “più verde” occorre detrarre dal conto gli alberi abbattuti nello stesso periodo: 2.500 nel solo 2023, stando al responsabile delle Alberate. 


4) Per calcolare il risparmio di CO2 di una nuova pista ciclabile bisogna sapere quanti automobilisti si convertiranno alla bici su quel percorso, e non crediamo che la sfera di cristallo sia tra la strumentazione del Politecnico, più orientato a sviluppare la preveggenza artificiale in campo militare con accordi con Leonardo.  

5) Sulla base del progetto del Meisino, riteniamo che non siano state detratte dai calcoli le emissioni di CO2 dei cantieri necessari a realizzare le piste ciclabili, gli impianti sportivi, e gli altri progetti inclusi tra i circa 1000 considerati (e vorremmo sapere quali sono, perché i progetti Torino Cambia sono soltanto 332).  


6) Una parte degli interventi sono totalmente inutili o sovradimensionati, e quindi generano CO2 in più, non in meno. 

– Per esempio la pista ciclabile di corso Umbria (da via Fagnano a corso Principe Oddone), insensatamente doppia e costruita abbattendo 77 alberi di cui 73 sani, che ha determinato un innalzamento di 2°C della temperatura media stagionale e un maggior ricorso ai condizionatori da parte dei residenti.   

– Al Meisino i progettisti sono arrivati a dichiarare che la ristrutturazione dell’ex galoppatoio militare contribuisce in maniera sostanziale alla mitigazione del cambiamento climatico! Non solo il rudere in mezzo al bosco non produceva alcuna emissione, mentre il centro in cui si è deciso di trasformarlo, per quanto energeticamente efficiente, non sarà altrettanto neutro, ma, visto che il centro sarà allagato in occasione della prima piena del Po, la CO2 prodotta con i lavori rischia di non venire mai compensata. 


7) Gli alberi non sono macchine per assorbire CO2: forniscono tanti altri benefici. Ma quelli dei boschetti a scacchiera disseminati nei parchi non sono pensati per fornire ombra ai cittadini né riparo alla fauna.  

Infine vorremmo sapere quanta CO2 è stata consumata per elaborare, produrre e collocare in città questi manifesti, che a quanto pare i cittadini intendono come un insulto alla loro intelligenza.

Link a post sulla pagina Facebook

Torino, 22 luglio 2025

Comitato Salviamo il Meisino 
Comitato EsseNon
Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio
Collettivo Ecologia Politica
– Torino

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La transizione ecologica va in guerra: il ritorno del falso mito del nucleare 

Domenica 27 luglio alle ore 10 a Venaus in occasione del Festival Alta Felicità terremo un dibattito come progetto Confluenza per approfondire il tema del nucleare e le implicazioni di esso nella complessa fase attuale, fatta di guerra e riarmo. La transizione ecologica si è rivelata  essere una nuova opportunità di profitto per i soliti […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Assemblea regionale a Mazzé “Noi siamo sicuri che dire no alla guerra deve significare il ricomporre le lotte: le lotte ambientali con le lotte operaie, con le lotte di tipo sociale”

Pubblichiamo alcuni materiali a caldo in merito all’Assemblea Regionale di Confluenza dal titolo “IL DESTINO DELL’AGRICOLTURA E DEL SUOLO IN PIEMONTE: TRA AGRI-FOTOVOLTAICO E NUCLEARE”

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Sa – hara – lento: sotto attacco la foresta degli ulivi di Puglia

Sa – hara – lento è una di quelle costruzioni terminologiche di fantasia (putroppo solo dal punto di vista lessicale!) che richiede un piccolo sforzo iniziale per comprenderne il senso. Noi ne siamo subito stati incuriositi e la lettura del documento che alleghiamo, curato e inviatoci dal Coordinamento interprovinciale a tutela dei territori, ci ha appassionato, svelandoci meccanismi e analisi che evidenziano ancora una volta, semmai fosse necessario, come l’intreccio di interessi di mercato non si ponga alcun tipo di scrupolo nel devastare un territorio, la sua cultura e tradizione. 

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Conferenza stampa al Comune di Mazzé verso l’assemblea regionale “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare”

Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa di lancio dell’Assemblea Regionale di Confluenza dal titolo “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare” che si terrà al Palaeventi di Mazzé sabato 12 luglio dalle ore 9.30

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il nucleare sta alla sostenibilità come il riarmo sta alla fine delle guerre: la grande trappola del nostro tempo (II parte)

Pubblichiamo la seconda puntata dell’approfondimento elaborato a seguito del convegno “Energia nucleare, il bisogno e il non detto” in vista dell’Assemblea Regionale di Confluenza di Sabato 12 luglio a Mazzé: “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare”. Ricordiamo di iscriversi al FORM per avere indicazioni sulla partecipazione e organizzare al meglio l’accoglienza per l’assemblea.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il nucleare sta alla sostenibilità come il riarmo sta alla fine delle guerre: la grande trappola del nostro tempo. 

Il 23 e 24 maggio al Centro Studi Sereno Regis si è tenuto il convegno “Energia nucleare, il bisogno e il non detto”, due giornate di dibattito e informazione riguardanti l’energia nucleare e il sistema energetico più in generale. Il tema del nucleare è tornato sulla bocca di tutti, contornato da una nuova aurea green.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Assemblea regionale di Confluenza Sabato 12 luglio a Mazzé: “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare”

Assemblea regionale di Confluenza Sabato 12 luglio a Mazzé: “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare”

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La collina da tutelare: passeggiata No Gronda Est

Riportiamo un breve resoconto della quarta edizione molto partecipata di “La collina da tutelare”, svoltasi domenica 25 maggio tra le colline intorno ad Airali nel chierese, alla quale Confluenza ha partecipato realizzando un’intervista a Carlo Massucco, storico rappresentante del comitato chierese che si oppone da decenni alla costruzione della tangenziale est, oggi denominata “Gronda” (per aggiornamenti : Terre di nessuno).