La collina morenica: zona di salvaguardia e bene comune.
A circa 20 km dal centro di Torino, è situata la collina morenica di Rivoli-Avigliana, che incide sui territori di Rivoli, Rivalta, Rosta, Villarbasse, Buttigliera, Avigliana, Reano, Trana e Sangano.
La collina rappresenta un’importante identità geologica, caratterizzata da depositi morenici (frammenti di roccia, sabbia, argilla e ghiaia) trasportati dall’antico ghiacciaio valsusino.
Nel complesso non è stata ancora intaccata da un’eccessiva cementificazione e – malgrado non costituisca un hotspot di biodiversità – garantisce servizi ecosistemici di valore per la comunità. Infatti, oltre ad essere un polmone verde in grado di fissare nel terreno l’anidride carbonica, può essere immaginata come un’enorme spugna che assorbe acqua piovana, riducendo il rischio di alluvioni e arricchendo la falda acquifera locale.
Il 20% del territorio è oggi destinato all’agricoltura, soprattutto foraggio e vitigni di Nebbiolo – vitigno autoctono secondo fonti del XIII secolo e testimonianze dello storico Luigi Cibrario (http://tinyurl.com/5n7mku6e) – mentre il restante 80% era in passato legato all’economia del legname e alla coltura del castagno. La scomparsa di queste economie infatti viene considerata una concausa dell’abbandono di questa porzione di territorio. Non essendo un bene demaniale, la collina morenica è frammentata in molteplici proprietà. In molti casi non si conoscono né i proprietari né i confini degli appezzamenti. Da qui il degradarsi del bosco con castagni cedui in sofferenza, la proliferazione di specie arboree generaliste, l’accumulo nel tempo di legname secco estremamente pericoloso in caso di incendio e la presenza di nuovi agenti patogeni. A questa incuria e disattenzione da parte delle amministrazioni locali si oppongono associazioni e comitati spontanei (Pro Natura Torino sezione di Rivoli, Truc Bandiera di Rivalta, LegAmbiente Rivoli, Fridays for Future Rivoli e Valsangone, Rivoli Città Attiva, Comitato Spontaneo Reanese) che nel giugno del 2021 hanno dato vita al Coordinamento per la salvaguardia e la valorizzazione della collina morenica Rivoli-Avigliana, per definire iniziative, azioni e buone pratiche utili a tutelare la collina, migliorarne l’assetto boschivo e idrogeologico, e promuoverne la conoscenza e la fruizione da parte dei cittadini che vivono nelle sue vicinanze.
Riguardo all’assetto boschivo e idrogeologico, il coordinamento si batte affinché la collina morenica di Rivoli-Avigliana sia riconosciuta come Zona di Salvaguardia, dal momento che rappresenta un’enclave verde circondata da zone abitate. Secondo quanto riportato dal Coordinamento, le amministrazioni di Avigliana e Rivalta hanno manifestato interesse verso il progetto, mentre da parte dell’amministrazione di Rivoli non si è ottenuto alcun riscontro. In seconda battuta è stata coinvolta la Città Metropolitana di Torino con cui ci sono stati incontri e interlocuzioni, ma che alla fine non ha espresso una propria posizione lasciando ai singoli comuni la libertà di decidere sul futuro della collina morenica.
Un altro obiettivo del Coordinamento è quello di coinvolgere la popolazione residente affinché la collina morenica venga percepita, vissuta e protetta come bene comune. A tal fine è stato lanciato il progetto “Boschi Liberi” che per mezzo di un crowdfunding ha permesso di acquistare un ettaro di bosco di castagni suddiviso in una zona radura, fruibile dalla popolazione e adatta come area di riposo per gli uccelli durante la migrazione; una zona intermedia, di gestione del bosco con azioni di pulizia della vegetazione e di salvaguardia delle querce e castagni presenti; e una zona superiore, libera di crescere spontaneamente al fine di monitorarne la naturale evoluzione.
Numerose sono anche le passeggiate informative organizzate lungo i sentieri della collina morenica per valorizzarla e per sensibilizzare la popolazione residente.
Reano, il casus belli
Partecipando al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 2, macrotema “Transizione Ecologica” e tema “Tutela del territorio“, il Comune di Reano ha presentato un progetto per la “Messa in sicurezza e consolidamento della carreggiata della strada vicinale dell’Avena e della strada comunale Reano-Rivoli” per un importo di 520,44 mila € .
Ignorando il progetto nello specifico e basandosi meramente sui termini utilizzati, uniti ad una non conoscenza dei luoghi di cui si parla, chi legge sarebbe indotto a pensare ad un’opera meritoria, su cui non avrebbe nulla da obiettare. Sembrerebbe un intervento mirato a rendere più sicura, dal punto di vista idrogeologico, questa porzione di territorio.
Ma se da una lettura superficiale tutto sembra scivolare senza increspature, scendendo nel dettaglio e facendo una ricognizione sul campo scopriamo che la situazione è ben diversa.
Innanzitutto, le due strade citate nel progetto sono strade bianche, cioè prive di asfalto, su cui le persone passeggiano, corrono, fanno escursioni e vanno in bici.
Il loro “consolidamento” prevede l’allargamento (9 metri totali) delle stesse per la realizzazione di una circonvallazione volta a decongestionare il centro di Reano dal traffico della SP185 che attraversa l’abitato. In parole povere viene costruita una nuova strada asfaltata in una zona non intaccata da cemento.
Ma vediamo nel dettaglio le criticità riscontrate:
1) le colline moreniche sono paesaggi particolarmente delicati, caratterizzati da instabilità del terreno ed elevato rischio idrogeologico. Le amministrazioni locali dovrebbero intervenire utilizzando i fondi europei per ridurre il danno e per sviluppare “resilienza” a fronte di una crisi climatica in atto da anni. Al contrario, si procede con la distruzione di una porzione di bosco, con il taglio di 1400 alberi che – tramite l’apparato radicale – limitano frane e smottamenti; con la cementificazione che causa l’impermeabilizzazione del terreno; si intacca il servizio ecosistemico che questa area conserva, non solo dal punto di vista dei servizi di approvvigionamento e regolazione, ma anche del valore socio-culturale intrinseco che la collina mantiene per la popolazione locale.
2) da un punto di vista logistico si incanala parte del flusso diretto verso il centro di Reano – che non è un male di per sé – mediante una rotonda dove esisteva un piccolo bosco che è stato preventivamente raso al suolo, convogliandolo attraverso il bosco, in una zona sotto tutela regionale per la presenza di massi erratici (considerati importanti geositi) e facendolo infine sbucare all’incrocio di via Principe della Cisterna con via delle Combasse, in una zona periferica dell’abitato di Reano, al momento poco interessata dal traffico veicolare, causando così un aumento dell’inquinamento acustico e atmosferico.
- dal punto di vista sanitario, perché all’inquinamento dell’aria che si avrà all’apertura della viabilità nella zona in oggetto, va sommato l’inquinamento prodotto dai mezzi pesanti (camion, ruspe e altro) che saranno necessari per la realizzazione dell’opera.
Questo ultimo aspetto è generalmente sottovalutato.
4) da un punto di vista economico, malgrado il progetto si ritenga sovvenzionato in toto con i fondi del PNRR, per le associazioni e i comitati della zona la cifra stanziata non sarà sufficiente per svolgere i lavori necessari per asfaltare 1 km di strada. Il Comune di Reano si troverà, quindi, a dover reperire fondi per terminare i lavori e per le successive manutenzioni della nuova sede stradale.
5) da un punto di vista politico-decisionale, la mancata interlocuzione alla pari tra amministrazione e popolazione interessata dall’opera rimane nel solco del rapporto di infantilizzazione della società civile.
Ad oggi questo progetto comunale finanziato con i fondi del PNRR ha già prodotto una serie di danni non trascurabili. E non solo ambientali.
È necessario un radicale cambio di paradigma da parte delle amministrazioni nella gestione del territorio. Il cosiddetto “verde” non può più essere considerato come “zona di vuoto urbano” o come semplice decoro, ma come un sistema complesso di vita che migliora sostanzialmente l’esistenza di umani e non. Dobbiamo prendere coscienza che le linee guida adottate in decenni di rincorsa alla crescita economica sono anacronistiche ed inefficaci.
La tecnologia presentata come una panacea non sarà né la soluzione né la salvezza.
Altrettanto necessario è un cambio di paradigma nel rapporto fra istituzioni e cittadini che non può più ridursi alla mera preferenza espressa in cabina elettorale, ma deve essere costante nel tempo, equo e trasparente nelle modalità, e capace di sintesi fra le diverse posizioni. Come dichiara il Coordinamento «la fase dell’ambientalismo vecchia maniera è abbondantemente superato. È arrivata l’ora della messa a critica di un intero sistema socio-economico e politico-decisionale».
[ingresso dalla SP185, ciò che rimane del boschetto]
[parte del bosco tagliato lungo il percorso]
[uno dei punti dove avrà luogo lo sbancamento; visibile sulla sinistra uno dei picchetti]
[parte del bosco tagliato lungo il percorso]
[vecchio castagno microcosmo di vita]
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