Napoli: Bees against G20 bloccano porto e raffineria
A Napoli stanno andando in scena le mobilitazioni contro il G20 dell’ambiente, in particolare in questa mattinata hanno avuto luogo due blocchi, uno al porto ed un altro alla raffineria Q8 di San Giovanni a Teduccio. Di seguito di post delle iniziative da Bees against G20.
BLOCCATA LA RAFFINERIA DI NAPOLI EST
Attiviste, attivisti, comitati territoriali stanno in questo momento bloccando gli ingressi della raffineria Q8 di S. Giovanni a Teduccio, uno delle decine di impianti ecocidi con i quali il territorio della zona est di Napoli è stato inquinato e devastato.
È esattamente questa la nostra idea di transizione ecologica: fuoriuscita dal fossile, senza compromessi, al di fuori di ogni operazione di greenwashing. Le multinazionali sono alleate dei governi, ma decisamente nemiche dell’ambiente e della nostra salute.
Non ci fermiamo, alle ore 16 corteo a piazza Dante!!!
ORA: BLOCCO AL PORTO DI NAPOLI
Stamattina le attiviste e gli attivisti hanno bloccato il porto di Napoli, in particolare il settore della logistica. La circolazione delle merci è attualmente uno dei fattori più inquinanti, da quella su gomma a quella su mare. Troppo spesso lavoratori e lavoratrici sono stati costretti a scegliere tra la disoccupazione e la tutela della vita e della salute.
Oggi blocchiamo il porto anche alla luce dei recenti sequestri di rifiuti tossici nel terminal del Gruppo colosso MSC.
Questi terminal sono bombe ecologiche, le stesse aziende che sfruttano i lavoratori e le lavoratrici sono quelle che inquinano l’ambiente, quelle che violano le norme per la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori, licenziamo e fanno ritorsioni contro chiunque abbia osato denunciare la fatiscenza dei mezzi, delle atrezzarture, dei locali e delle aree esterne dei Terminal, e dovendo fare i conti con un clima di complicità e di omertà alimentato dai vertici dei sindacati confederali.
500 tonnellate di rifiuti pericolosi all’interno del Terminal So.Te.Co, poi altre 100 tonnellate di rifiuti tossici sapientemente occultati nei containers dell’azienda del gruppo MSC (muletti, parti di gru, pneumatici e motori).
Gran parte di questo materiale altamente inquinante finiva nel fiumiciattolo Pollena, adiacente al terminal, e quindi in mare.
I media non menzionano mai i responsabili: le aziende che, con le principali operazioni portuali nell’area demaniale dello scalo partenopeo, hanno da anni trasformato i terminal in siti di stoccaggio e deposito di rifiuti di ogni tipo
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