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Succede in Val Susa: condannato per delle cesoie a 40km da Giaglione

Il racconto di una vicenda giudiziaria che ha dell’incredibile arriva ancora una volta dalla Val Susa No Tav…

E il 23 ottobre 2012 e a Giaglione si prepara la marcia del “tagliamo le reti”.

Marco e la compagna però devono lavorare e la mattina sono a Giaveno per il mercatino delle pulci. Piazzano il banco, poi il nostro scende ad Avigliana a portare il figlioletto dai nonni per non tenerlo tutto il giorno al mercato. Lì il padre di Marco chiede un passaggio in piazza del popolo in quanto aveva appuntamento con amici per andare a Giaglione alla manifestazione. Ad attenderlo un po’ di persone che si apprestavano a partire per l’alta valle, osservate da una volante dei carabinieri.
Scaricato il papà e salutati gli amici, Marco riparte per tornare da sua madre e recuperare del materiale da riportare in ditta. Infatti in quei giorni stava  aiutando il padre in piccoli lavori di muratura nella casa dei genitori.
Ma i carabinieri dalla madre non lo fanno arrivare, lo fermano prima.
“Patente e libretto!”, “Scenda dalla macchina”.
Subito perquisizione, ma addosso non trovano nulla, perquisizione alla macchina e…wow…una santa barbara! Molti attrezzi da giardinaggio (ma Marco fa di mestiere il gardiniere!) e da muratore e uno zaino da montagna (o da lavoro) con dentro un impermeabile, maglia di ricambio, stivali da lavoro…poi, tra i vari attrezzi, eccone alcuni interesanti: una tronchesina da 70 cm, un caschetto da lavoro e (udite udite) una parrucca di Cleopatra (della cuginetta ) che Marco avrebbe utilizzato per “travisarsi”. Infatti noi di solito andiamo a tagliare le reti con parrucche e rossetto…
Fatto stà, requisiscono questi tre pericolosissimi oggetti (tronchesina, caschetto e parrucca), e lo portano in caserma ad Avigliana e poi da li a Rivoli per il fotosegnalamento. Schedato come un contrabbandiere d’armi, compreso di impronte digitali e foto segnaletica.
Lo rilasciano dopo più di 2 ore. E Marco finalmente torna dalla sua compagna e poi da suo figlio, non raggiungendo mai Giaglione.
Ora ricapitoliamo: il fatto avviene a 40 km da dove si svolgeva la manifestazione, non è stato commesso nessun reato, non c’è neanche una prova che stesse andando alla stessa, anzi, ci sono prove che non ci sarebbe andato (per esempio lo scontrino intestato alla compagna del pagamento del plaleatico per il mercatino, o il fatto che non è salito con suo padre che andava proprio lì).

Oggi il PM ha chiesto 6 mesi di carcere ed una sanzione da 1000 euro!
il Giudice Azzinari l’ha condannato a “soli” 800 euro e il pagamento delle spese processuali!…oltre alla distruzione del materiale requisito…povera parrucca!
L’avvocato di Marco del legal team ha dichiarato che nella sua esperienza non ha mai assisitito a una condanna senza neanche un reato o prove di presunzione di. Chiaramente si andrà in appello.

Tra 60 giorni saranno rese pubbliche le motivazioni della sentenza.

Certo nulla di trascendentale, ma fa capire bene in che mani siamo.

Come amici di Marco chiaramente non possiamo che solidarizzare e continuare imperterriti a lottare perchè fermare il tav significa anche fermare queste schifezze

Comitato no tav spinta dal bass – spazio sociale Visrabbia

 

da Notav.info

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