15 ottobre, smontiamo la montatura
Il 4 aprile è iniziato il processo per gli scontri del 15 ottobre, su richiesta del carrierista pm Minisci in 18 siamo stati rinviati a giudizio con le accuse di devastazione e saccheggio, resistenza aggravata, danneggiamento, sospensione del servizio pubblico. Tra questi in 3 siamo rinviati a giudizio con l’assurda accusa di tentato omicidio (tra cui io).
Il 7 gennaio sono stato condannato in primo grado, a 6 anni per devastazione e saccheggio insieme a Mirko, Marco,Cristian, Davide. Da 13 mesi siamo agli arresti domiciliari tranne il compagno Davide Rosci che si trova rinchiuso nel carcere di Viterbo da circa 4 mesi accusato ingiustamente di evasione.
Il 27 giugno è la prossima tappa della montatura giudiziaria che le autorità dello Stato hanno imbastito contro alcuni militanti e attivisti colpevoli di reato per aver partecipato alla manifestazione del 15 ottobre 2011. Saremmo colpevoli di reato per esserci difesi dall’azione repressiva dello Stato che quel giorno in piazza San Giovanni con le camionette lanciate a tutta velocità contro la folla, i manganelli e i lacrimogeni violò e sospese i diritti costituzionali di centinaia di migliaia di persone scese in piazza a manifestare la propria collera e indignazione contro la crisi del capitalismo e i suoi responsabili.
Il 15 ottobre è stata la giornata simbolo che ha mostrato le debolezze dei padroni e la forza del proletariato. Istituire un processo politico rispolverando il codice fascista Rocco è la massima espressione eversiva del sistema giudiziario che, sempre più, è colluso con la politica corrotta di padri e padrini e sempre meno garante della Costituzione, sancita dalla lotta partigiana.
*detenuto politico agli arresti domiciliari per aver preso parte alla manifestazione del 15 ottobre 2011
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