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Condannati a non sperare per migliaia di anni

Ho sempre pensato che in natura non c’è nessuna cosa che dura per sempre, se persino le stelle nell’universo alla fine muoiono e si spengono. E che solo gli uomini hanno creato una pena che non finisce mai, inventandosi l’ergastolo ostativo.
Tempo fa uno studente, che aveva letto qualcosa di me in rete, mi ha chiesto se gli mandavo una copia del mio certificato di detenzione per una ricerca universitaria sulla pena dell’ergastolo in Italia. Erano anni che non richiedevo più il mio certificato di detenzione. E l’altra settimana ho fatto richiesta alla matricola della Casa di Reclusione di Padova. Oggi mi è arrivato quello nuovo e quasi svenivo quando mi sono accorto che non avevo più scritto in rosso “Fine Pena Mai”, perché in questo ci hanno scritto che la mia pena scade il 31/12/9999. Mentre battevo sulla tastiera del computer la data del mio nuovo fine pena, per informare lo studente, è comparsa una linea verde sotto la cifra e sono andato a cliccarci sopra. Ed è comparsa la scritta: “Controllare che la data 31/12/9999 non sia stata scritta per errore”. Ho subito amaramente sorriso pensando che i computer hanno più cuore e più anima degli umani, ma purtroppo però non c’è nessun errore, la mia nuova data è quella. E stando a quello che c’è scritto nel mio certificato di detenzione finirò la mia pena nell’anno 9.999. Fra questa data e quella precedente scritta in rosso “Fine Pena Mai” non cambia molto, ma almeno adesso potrò tenere un calendario in cella.

È noto che da poco tempo è stata approvata una legge che dispone rimedi risarcitori in favore dei detenuti che sono stati sottoposti a trattamento disumano e degradante e per loro è previsto un giorno di sconto di pena ogni dieci subiti. Sapendo della mia laurea in giurisprudenza molti miei compagni ergastolani mi hanno scritto dagli altri carceri ponendomi il problema di come sarà possibile detrarre un giorno di pena ogni dieci da un fine pena mai. Ora potrò dare loro la bella notizia che lo potremmo fare, perché il nostro fine pena non è più mai scritto in rosso, ma sarà nell’anno 9.999. Poi ho pensato che una volta le persone erano più umane perché ti bruciavano o t’impiccavano. Adesso invece è tutto diverso e per farti soffrire di più ti murano vivo in una cella. Ti danno persino da mangiare. E se ti ammali anche ti curano. Stanno pure attenti che non ti togli la vita. E non ho ancora capito se lo fanno per il tuo bene o per il tuo male o probabilmente per non fare uscire prima del tempo il tuo cadavere dal carcere.
Credo che una pena che dura migliaia di anni oltre che inutile e crudele sia anche stupida. Eppure la nostra Costituzione prevede che la pena abbia solo uno scopo e una funzione, che è quella rieducativa.
Non credo che una pena che duri migliaia di anni riuscirà mai a rieducare il mio cuore e la mia anima, ma spero che ci riesca con il mio cadavere.

Carmelo Musumeci
Carcere di Padova settembre 2014

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

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