De Gennaro, uno sbirro a Finmeccanica
Ad aver fatto raggiungere l’intesa tra il premier Letta e il ministro dell’Economia Saccomanni è il nome di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia ed ex sottosegretario con delega ai Servizi segreti; oggi è prevista la seduta del Cda di Finmeccanica per eleggere il presidente ma il nome di De Gennaro è sostanzialmente confermato.
A quanto pare la sua carriera di poltrona in poltrona sembra inarrestabile: da capo della polizia impartì ordini ai macellai della Diaz durante il G8 del 2001, per poi uscire ripulito dal sangue di Genova grazie alla sentenza di Cassazione del 2011 che lo assolse dalle accuse per depistaggio in merito a quei fatti, mentre già si era guadagnato un posto al Viminale come capo di Gabinetto del ministero dell’Interno. Dall’alto di quella posizione De Gennaro riuscì a piazzare tutti i suoi uomini (molti dei quali indagati anch’essi per i fatti di Genova) ai vertici degli apparati di sicurezza, non ultimo il fedele Manganelli che prese il suo posto come capo della polizia.
Una lunga carriera fatta di abusi e violenze che sembra piacere anche al governo Letta, che ha deciso di premiare De Gennaro con l’approdo ai vertici di Finmeccanica, azienda affermatasi negli anni come holding della difesa e dello spazio e come fornitrice unica per la sicurezza nazionale, attiva anche nel campo delle intercettazioni, del controllo della rete e dell’immigrazione. Una nomina quindi non troppo imprevedibile a dispetto delle apparenze, degno coronamento del lavoro fin qui svolto dall’ex capo della polizia per accaparrarsi un controllo ramificato sugli apparati della sicurezza nazionale.
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