La dottoressa di Bolzaneto e il convegno sulla salute in carcere
Mentre lo scandalo suscitato dalla sentenza di Strasburgo sulle torture alla scuola Diaz sembra risolversi con la cacciata della “mela marcia” di turno (come se le dichiarazioni di Tortosa non corrispondessero al sentimento malcelato della stragrande maggioranza della polizia italiana, come se quelle posizioni non avessero l’appoggio esplicito di grosse fette della politica italiana…) emerge un altro episodio abbastanza rivelatore di quali sono state le conseguenze delle violenze poliziesche del 2001 per chi le ha perpetrate.
È il caso della dottoressa Marilena Zaccardi, che con il dottor mimetica ha partecipato alle sevizie sui manifestanti arrestati durante il G8 e portati alla caserma di Bolzaneto. Come prevede una consuetudine ormai consolidata, i responsabili dell’ordine pubblico e delle torture durante le giornate genovesi (diciamo quelli che non sono così dementi da vantarsene sui social network) fanno carriera.
La dott.ssa Zaccardi, condannata in via definitiva (reato prescritto), ha continuato tranquillamente ad esercitare il suo mestiere con il beneplacito dell’ordine dei medici. E visti gli indubbi meriti professionali domani avrebbe dovuto partecipare ad un convegno organizzato dalla ASL dal titolo evocatore LA SALUTE IN CARCERE: ZONE D’OMBRA E AREE DI SVILUPPO di cui è addirittura responsabile scientifica.
Dopo un articolo di Repubblica che ha fatto scoppiare il caso, l’ASL di Genova ha annullato il convegno perché “La Zaccardi non può rappresentare la Asl 3 in quel contesto” secondo il direttore Bedogni. Quando invece visita le detenute del carcere Marassi ogni giorno, evidentemente, è tutto a posto…
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