InfoAut
Immagine di copertina per il post

La protesta degli universitari in Sudafrica

La decisione di aumentare le tasse ha scatenato la rabbia degli universitari dei principali atenei sudafricani, che si battono per un’istruzione equa e paritaria

Gli studenti delle principali università sudafricane protestano contro l’aumento delle tasse universitarie. Credit: Siphiwe Sibeko

Non si placano le proteste degli studenti universitari sudafricani scoppiate martedì 20 settembre 2016, dopo l’annuncio del ministro dell’Istruzione superiore, Iama Nzimande, di un aumento delle tasse universitarie per l’anno accademico 2016-2017.

In una conferenza stampa organizzata a Pretoria lunedì 19 settembre, il ministro ha sottolineato che spetterà alle università sudafricane applicare l’aumento sulle tasse accademiche – che dovrebbe aggirarsi intorno all’otto per cento. Una decisione destinata a creare un profondo divario sociale fra studenti abbienti e meno abbienti con un reddito familiare ridotto.

La proposta rischia così di riaccendere vecchi focolai di protesta rimasti assopiti in questi undici mesi. Già nel mese di ottobre del 2015, l’annuncio di un aumento delle tasse universitarie del 10,5 per cento aveva scatenato un’ondata di manifestazioni studentesche in tutto il Sudafrica.

Fu proprio in quel contesto di forti agitazioni e di serpeggiante malumore fra gli studenti universitari che nacque il movimento nazionale #FeesMustFall, che chiedeva a gran voce un congelamento del canone. Quasi un anno dopo, la stagione delle proteste universitarie ha ripreso vita e le università sudafricane sono diventate, per il secondo anno di fila, teatro di manifestazioni.

(Qui sotto studenti appartenenti al movimento #FeesMustFall)

I gruppi studenteschi dei vari atenei del paese hanno risposto in maniera decisa a questa proposta, minacciando la chiusura dei campus universitari. Infatti, molti studenti hanno iniziato a inscenare proteste presso le università di Witwatersrand, di Pretoria e di Città del Capo, dove le lezioni sono state sospese per la giornata di lunedì.

Nella giornata di martedì si sono consumati violenti scontri fra studenti e forze di polizia che hanno provveduto a fermare ed arrestare 31 persone.

Perché gli studenti protestano

La maggior parte delle proteste sono nate in maniera pacifica. Gli studenti scesi per le strade di Johannesburg  martedì 20 settembre hanno scandito canzoni e slogan durante la marcia di protesta e hanno chiesto l’istruzione gratuita per alcune fasce sociali.

Molti studenti non possono permettersi di pagare tasse più alte e denunciano la decisione del governo di aumentare il canone fino all’otto per cento nell’anno accademico 2017-2018.

Le tasse erano state congelate lo scorso anno, dopo la grande protesta degli studenti messa in atto nel 2015. Era dalla fine dell’apartheid nel 1994 che non si assisteva a manifestazioni di proporzioni simili.

L’aumento delle tasse, secondo i gruppi studenteschi e i rappresentanti degli universitari, discriminerebbe gli studenti neri a basso reddito familiare. Le manifestazioni sono scaturite dalla prestigiosa università di Witwatersrand a Johannesburg, dove 200 studenti hanno deciso di uscire fuori dalle aule, bloccare le lezioni e radunarsi fuori dal campus.

Ma l’ondata di proteste non si è arrestata e ha coinvolto anche le università di Bloemfontein e la Nelson Mandela Metropolitan University, nella città costiera di Port Elizabeth che sono rimaste chiuse per un’intera giornata, mentre l’università di Città del Capo ha annunciato la sospensione delle lezioni.

La leader del consiglio rappresentativo dell’Università di Witwatersrand, Nompendulo Mkatshwa, ha raccontato che la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere gli studenti radunati nei pressi delle università per protesta. “Gli studenti non sono contenti della decisione annunciata dal dipartimento dell’Istruzione Superiore e si battono per la parità e il diritto all’istruzione”.

Non si è fatta attendere la replica della polizia mediante il suo portavoce, Lungelo Dlamini, il quale ha precisato che gli studenti arrestati “stavano bloccando l’ingresso dell’università, violando un provvedimento giudiziario. Per questo motivo sono stati trattenuti presso una vicina stazione di polizia”.

da: inventati.org/cortocircuito

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Culture

XXXIII Festa di Radio Onda d’Urto. 6-23 agosto 2025: tutto il programma!

La Festa di Radio Onda d’Urto si tiene da mercoledì 6 a sabato 23 agosto 2025 in via Serenissima a Brescia! Quella 2025 è un’edizione – la numero XXXIII – speciale perché coincide con i primi 40 anni (1985-2025) di Radio Onda d’Urto!

Immagine di copertina per il post
Culture

Vita e morte di Raffaele Fiore, quando la classe operaia scese in via Fani

Raffaele Fiore ha incarnato l’antropologia ribelle, l’irriducibile insubordinazione di quella nuova classe operaia

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza