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L’assurdo caso di Mario Trudu

Da tempo Mario Trudu non incontra la propria famiglia. I colloqui con i familiari sono sempre più rari – la sorella, in difficoltà per motivi di età e di salute, non ha colloqui con il fratello da molto tempo – per via delle difficoltà economiche in cui si trova la famiglia Trudu, oltre che per la distanza (la famiglia vive in Sardegna) che  in questi casi diventa un ostacolo ulteriore per parenti ed amici.

La vicenda, ricostruita da Francesca de Carolis, è pazzesca. Dal suo sito riportiamo alcune considerazioni: “ Sembra che lo Stato non abbia i soldi per pagare la scorta per avvicinare temporaneamente Mario Trudu in un carcere della Sardegna. Chi qualcosa sa del carcere, sa delle piccole spese per il sopravvitto, per avere qualcosa in più oltre alle poche cose d’ordinanza, a volte meno del minimo necessario per la decenza… va bene mi piacciono le iperboli, ma mi sono chiesta se a breve verrà chiesto ai detenuti di pagarsi il costo della serratura della cella… in un paese dove (è vero si tratta di altre amministrazioni, ma che al medesimo Stato fanno capo) non si va a guardare troppo per il sottile per i rimborsi di spese fatte in tutta allegria da amministratori di vario livello e a vario titolo… La domanda più stupida che viene in mente: e dove andrà a prenderli mai un detenuto di famiglia non ricca, chiuso in carcere da 35 anni, i soldi per pagare un viaggio per sé, per la scorta e per tutto quanto si ritenga necessario alla bisogna… da quale lavoro, da quale fonte di reddito? Mentre proprio per la Sardegna negli ultimi mesi sono stati imbarcati e continuano ad esserlo detenuti dell’Alta Sicurezza, da tutta l’Italia, destinati a carceri proprio lì costruiti apposta per loro. E pensiamo al costo delle carceri e al costo dei trasferimenti… Altra domanda: le cose sarebbero diverse dunque se Trudu appartenesse ad una ricca famiglia che potesse pagare il viaggio come richiesto? E non si configurerebbe in questo caso una vera e propria discriminazione? O meglio bisogna chiedersi: c’è una disposizione del Ministero per cui è stabilito che le spese per avvicinamenti-colloquio devono essere effettuati a carico del detenuto? E a partire da quale data, visto che sappiamo di recenti avvicinamenti-colloquio ( pure di persone in regime di Alta Sicurezza, e quindi con scorta adeguata) avvenuti regolarmente. Oppure esiste, e da quando?, una disposizione che chiede al detenuto la copertura del costo del trasferimento al di sopra magari di una certa somma? Insomma, trasferimenti con massimali di costi, oltre i quali sono affari, e spese, del detenuto? E non configurerebbe anche questo, il costo della distanza, grave discriminazione? Una notizia buona forse in tutto questo ci sarebbe. Mario Trudu potrebbe dunque essere avvicinato a casa. I motivi che ostano all’avvicinamento al luogo d’origine per chi abbia commesso gravi reati, dopo 35 anni infine sono caduti… e allora ancor di più la condizione che pone il Ministero non sa solo di beffa, ma suona violazione di diritto “.

Mario Trudu è detenuto dal maggio 1979. Condannato all’ergastolo ostativo non ha mai ottenuto benefici o misure alternative al carcere. L’ergastolo ostativo è la mano pesante dello stato contro chi non rinnega se stesso e per questo paga con la vita in carcere: l’uomo è totalmente annullato in favore del numero di pratica da archiviare come “fine pena mai”.

Una definizione di ergastolo ostativo l’ha data lo stesso Trudu nella sua autobiografia:

L’ergastolo ostativo è l’annientamento dell’ìndividuo, se non hai il coraggio di affrontare la morte suicidandoti, ti rimarrà appiccicato addosso per anni, per decenni, fino all’ultimo dei tuoi giorni. Non illuderti pensando che un giorno possa morire, ridandoti la libertà, non può essere, il suo respiro si spegnerà insieme al tuo, morirete nello stesso istante, tutti e due morirete, in prigione sarete uno incatenato all’altro, uscirete insieme in una sola bara, questo è l’ergastolo ostativo.”

P.s

Da un tweet sul canale di Infoaut, ci viene segnalata questa lettera di Mario Trudu nella quale racconta l’inizio della sua carcerazione.
Ringraziamo il lettore o la lettrice di Infoaut per la segnalazione.

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

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