InfoAut
Immagine di copertina per il post

Napoli-Roma: Ordine pubblico all’italiana

Si può fare ordine pubblico in Italia senza sequestrare le persone e toglier loro per una giornata anche i basilari diritti alla privacy ed alle più semplici libertà? La risposta, purtroppo scontata, è negativa. Si riempiono pagine di siti e giornali, si fanno titoli a nove colonne sulla brutalità degli ultras, l’inciviltà dei tifosi e la bassezza culturale degli stessi. Ma ci sofferma mai a guardare l’altro risvolto della medaglia? Prendiamo un esempio su tutti, il più recente. La Roma di Garcia è impegnata a Napoli per la semifinale di Coppa Italia, trasferta aperta ai possessori di Privilege Card e Card Away. I biglietti vengono messi in vendita una settimana prima dell’incontro, alla modica cifra di 30 €. Un gioco al rialzo che le società italiane stanno operando con il chiaro intento di sostituire la parte popolare del pubblico calciofilo con quella più abbiente e, forse nelle loro menti distorte e che ragionano per etichette, educata.  Saranno in circa 700 ad accaparrarsi il biglietto. I tifosi giallorossi decidono di partire in treno, dalla Stazione Termini. Il convoglio è l’Intercity 707 diretto a Taranto. Nessuno esce fuori le righe, tutti sono muniti di regolare biglietto, tanto è vero che la polizia presente in stazione consente immediatamente loro di salire a bordo. La partenza sarebbe fissata per le 15.26 ma, mistero della fede, viene ritardata di oltre un’ora. Saranno ben 70 i minuti di ritardo accumulati, con il giusto nervosismo dei viaggiatori che, estranei alle congetture mentali che ruotano attorno al calcio, non capiscono la logica che li fa stare fermi, piantati sulla banchina della stazione. C’è chi torna a casa, chi torna da lavorare, chi ha impegni. Ma non conta nulla. Il braccio duro della legge, rappresentato da Questura e Trenitalia, ha bloccato un intero treno. Senza alcun motivo per altro. Avete voluto abolire i treni speciali? E allora sappiatevi organizzare in queste situazioni, verrebbe da dire. Del resto, che il grosso del tifo romanista viaggiasse su rotaia era ampiamente preventivabile.

Il capotreno fischia, i vagoni si muovono a fatica verso sud. Latina, Formia, Aversa. Napoli Centrale. Alle 19 il contingente capitolino raggiunge le falde del Vesuvio. C’è un ingente schieramento di polizia a Piazza Garibaldi. Camionette, elicotteri, agenti in borghese. Sembra di essere a Baghdad il giorno dopo lo scoppio della guerra. Quanto denaro pubblico e quante forze vengono impiegate per tutto ciò? Sarebbe molto bello se venissero conteggiati e, possibilmente, inseriti nelle fantomatiche spending review che ogni tanto balzano alle cronache dei nostri fallaci giornali. I tifosi vengono inquadrati ed incanalati verso la stazione delle autolinee. C’è un blocco dove si passa due alla volta. Si subisce una perquisizione mentre un agente, presumibilmente dei Carabinieri, è impegnato a riprendere faccia per faccia con la sua videocamera. Qualcuno si oppone ricevendo la risposta: “Hai qualcosa da nascondere?”. Concetto che ormai hanno inculcato anche alla massaia di Voghera e con il quale si giustifica ogni tipo di violazione dei diritti della persona. Non bisogna avere qualcosa da nascondere. Innanzi tutto perché è semplicemente non legale filmare cittadini, prima che tifosi, che non stanno facendo nulla di delittuoso. Secondo poi: tessere, biglietti nominativi e schedature annesse, non servono? A cosa serve accendere una videocamera e puntarla su ogni singola persona che passa i controlli? Altro che Orwell, qua è molto peggio. L’era dei social network, dell’informazione al secondo, della condivisione selvaggia di ogni momento della propria vita, ha solamente dato il lasciapassare a questo genere di atteggiamenti. Ci si scandalizza quando delle adolescenti si picchiano a scuola mettendo i video online. Ma non ci si scandalizza perché un intero treno, dove tutti i presenti hanno pagato il proprio biglietto e sono in possesso di un regolare biglietto per lo stadio, vengono trattati come i peggiori esponenti delle cosche mafiose. Agenda setting. Il potere dell’informazione pilotata. Walter Lippman ci aveva visto lungo quasi un secolo fa.

I minuziosi controlli durano oltre mezz’ora, poi tutti caricati su dei bus dell’azienda dei trasporti napoletani. Il tempo per arrivare prima del calcio d’inizio ci sarebbe anche. Del resto quando si paga un settore ospiti, di uno stadio fatiscente e vetusto (male comune di un po’ tutti gli impianti della nostra penisola) come il San Paolo, si vorrebbe quantomeno assistere a tutto l’evento. Ma qua la Questura di Napoli, non nuova a tali atteggiamenti, tira fuori l’asso della manica. Comincia un vero e proprio tour dell’hinterland partenopeo, si allunga di svariati chilometri puntando prima verso nord (ricordiamo che Fuorigrotta è posta esattamente all’opposto), raggiungendo la zona di Casoria, per poi finalmente virare verso lo stadio. Totale dei chilometri percorsi: 26. Distanza effettiva Stazione Centrale-stadio: 12,8km. Partita ovviamente già iniziata, eppure neanche quando i torpedoni si arrestano a ridosso del settore ospiti i (mal)gestori dell’ordine pubblico sono propensi a far entrare i tifosi. Altra perquisizione, e poi finalmente si possono valicare i tornelli. Siamo appena al 30’. E dato che il tempo è danaro, chi restituisce i 10 € (1/3 della partita) buttati al vento da normali cittadini, che lavorano e pagano regolarmente? 700 moltiplicato 10 fa 7000. È giusto che il Napoli Calcio (seppur estraneo a quanto accaduto) si appropri di tale cifra? Fossimo in un paese normale, dove si affronta la gestione degli eventi sportivi con la testa, anziché con la pancia (per non essere volgari…) una cosa del genere sarebbe a dir poco scandalosa e, questa sì, da prima pagina. Senza voler per forza cadere nella banalità dell’esterofilia e del “succede solo in Italia”, ma visto che si decanta tanto il modello inglese, lorsignori lo sanno che spesso in Inghilterra (come in Germania) le società rimborsano i propri tifosi a seguito di trasferte deludenti dal punto di vista sportivo? Oppure vi piace vedere la civiltà altrui solo dove e quando volete voi?

Ma la cosa atroce è che l’odissea non è finita qua per i tifosi giallorossi. Finisce la partita, il Napoli vince 3-0 ed accede alla finale. Gli ospiti a questo punto vorrebbero tornare a casa. C’è sempre quel principio per il quale non è detto che se una persona sia un tifoso e segua la propria squadra in trasferta, sistematicamente sia un disadattato senza casa, senza famiglia e senza lavoro, e che quindi all’indomani possa permettersi il lusso di oziare nel letto di casa. Napoli e Roma sono divise da poco più di 180 km, eppure, incredibile a dirsi, dalle 21.32 non ci sono più treni. La proverbiale lungimiranza di Trenitalia, ha ben pensato di recidere diversi collegamenti  tra il capoluogo partenopeo e la Capitale. Di treni speciali, come detto, non se ne parla. Cosa confermata anche da diversi agenti, a quanto sembra infatti la Questura sta tentando di contrattare con la società ferroviaria per far defluire quanto prima i tifosi, ma questa non ne vuole sapere di allestire un convoglio al momento. Cosa che avrebbe sicuramente facilitato il compito di tutti, essendo notte fonda, con nessun supporter napoletano in circolazione e la possibilità di far salire i romanisti anche dalla vicina Campi Flegrei. E allora? Tanto meglio tenere stipate 700 persone nel settore ospiti per ben 4 ore. In attesa di poter prendere il primo treno utile per Roma, il Regionale delle 4.04. A leggerlo forse neanche rende l’idea. Ma quando i tifosi mettono la testa fuori dall’impianto di Fuorigrotta, l’orologio segna le 2.45. Con la partita che è finita alle 22.40. C’è da ridere? C’è da piangere? Non lo so, fate vobis. Senza acqua, senza cibo e senza alcun diritto. Visto che poi si parla tanto di discriminazione. Un trattamento del genere forse neanche ai prigionieri di guerra viene riservato.

Altro giro, altra corsa. I bus ricominciano il loro tour per le strade napoletane. In stazione ancora uno schieramento bellico accoglie i sostenitori romanisti. La lentezza con cui i pullman arrivano fa sì che anche questo treno parta con il suo dovuto ritardo. Tutto ciò infischiandosene completamente della moltitudine di passeggeri che saliranno alle stazioni successive, l’esercito di lavoratori che non chiude quasi occhio la notte per il proprio posto da insegnante precario a Roma. Una vita massacrante, resa possibile proprio da questo modo menefreghista, prepotente e sfacciato di ragionare delle nostre istituzioni. Ormai per un minuto di sicurezza si arriverebbe forse a far festeggiare il Natale il 28 Dicembre, se solo ce ne fosse bisogno. Tutto ciò lascia basiti. Viene da pensare che fare il Questore in una città come Napoli (ma il discorso vale ahimè anche per la altre), sia davvero facile. Non far accadere nulla facendo entrare i tifosi ospiti al 30’ e facendoli uscire quattro ore dopo la fine del match, è troppo semplice. Non è una pensata molto geniale per mantenere l’ordine pubblico. È solamente una presuntuosa dimostrazione di forza nei confronti di una categoria ormai vessata ed usata per ogni genere di esperimento sociale. Se il calcio del futuro deve essere questo, chi lo gestisce avrà davvero poca strada davanti a sé. I giornali di questa mattina parlano ancora di chiusura dei settori a causa di cori razzisti e discriminatori. L’esimio presidente del CONI Malagò chiede che vengano inserite delle carceri all’interno degli stadi (palesando tutta la sua ignoranza in merito, visto che le celle già sono presenti all’interno di diversi stadi italiani). Abete, foraggiato da pseudo-quotidiani come La Repubblica, invoca la divisione delle curve in tanti piccoli settorini per sconfiggere “i violenti”. Osservatorio e Ministero dell’Interno formano task-force contro la violenza durante le manifestazioni sportive. Si vietano gare tra dilettanti e si invocano pene severissime nei confronti della “vergogna di Salernitana-Nocerina”. Quando apriremo gli occhi, capendo che questo paese, a livello sociale, è morto e sepolto da anni e si cercano solo degli espedienti per gettare fumo negli occhi di un popolo devastato mentalmente ed economicamente, sarà forse troppo tardi. Ma la cosa grave è che quanto avvenuto al San Paolo non è casuale, ma la prassi. Buon calcio a tutti.

M.S.

fonte: Osservatorio contro la Repressione

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Emilio Quadrelli, un comunista eretico contro la guerra

Non vi può essere alcun dubbio che tutto il percorso intellettuale e politico di Emilio Quadrelli, scomparso nel 2024, si situi interamente nella scia dell’eresia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Le guerre del Nord e il futuro degli equilibri geopolitici ed economici mondiali

A ben guardare, però, lo scontro apertosi ormai da anni, per il controllo delle rotte artiche e delle materie prime custodite dal mare di ghiaccio che corrisponde al nome di Artico ricorda per più di un motivo la saga della corsa all’oro del Grande Nord che l’autore americano narrò oppure utilizzò come sfondo in molti dei suoi romanzi e racconti.

Immagine di copertina per il post
Culture

Imparare a lottare: la mia storia tra operaismo e femminismo

Torna disponibile in una nuova edizione ampliata, nella collana Femminismi di ombre corte,  L’arcano della riproduzione di Leopoldina Fortunati, uno dei testi di riferimento nella teoria femminista marxista italiana — e non solo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Un’Anabasi post-sovietica. Storia del Gruppo Wagner

Gli uomini in mimetica camminano soli o a coppie dentro fitti banchi di nebbia, a malapena si intravedono i campi desolati attorno alla lingua di cemento.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

È solo imperdonabile ignoranza?

Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.