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Nuovo femminicidio a Nuoro, l’assassino è un agente di polizia penitenziaria

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Ennesimo atto di violenza di un uomo che non si rassegna alla fine di una storia, è ciò che è accaduto ieri, domenica 31 marzo 2019 in Sardegna, quando un agente della polizia ha deciso che l’ex compagna non aveva alcun diritto di rifarsi una vita.

Sembra la solita trama, un ex marito/fidanzato che non si rassegna e decide di porre fine alla vita di una donna, proprio quando il governo a targa LEGA/M5S dichiara di inasprire le pene sui maltrattamenti alle donne e maggior aiuto ad esse in caso di un ex troppo invadente, nel periodo in cui anche le armi vogliono essere date con più facilità a chi all’interno della propria abitazione vuole difendersi dai ladri e magari poi punta l’arma verso una ex fidanzata/moglie per farle del male.

Il femminicidio di ieri è stato commesso da un agente di polizia che il più delle volte sono persone violente,possessive e cresciuti in ambienti puramente maschilisti,uomini che per lavoro maneggiano armi e non per niente l’arma utilizzata è proprio l’arma di servizio. Non è forse il caso di interrogarsi se realmente dobbiamo e vogliamo armare ulteriori persone in questo paese ormai allo sbando, dove la maggior parte della popolazione è cresciuta in un ambiente maschilista e macista, con un idea deviata della donna, dove viene considerata una proprietà o un oggetto da usare esibire e scartare, dove sempre più spesso si parla di donne aggredite, picchiate e uccise da ex fidanzati/mariti che non sanno rassegnarsi alla fine di una storia.

Non per niente in questo agguato ha perso la vita una donna che si stava ricostruendo una vita e il suo nuovo compagno è ora grave in ospedale. La sua colpa è forse proprio quella di aver deciso di costruirsi una nuova vita, ma può essere mai una colpa quella? Purtroppo in Italia molte donne hanno il timore di ricostruirsi una vita per la paura di una rappresaglia da parte dell’ex geloso, troppe donne perdono la vita nel tentativo uscire da una relazione malata. Il problema forse va ricercato a monte, invece di inasprire le pene,invece di armare la gente, perché non si prova ad insegnare agli uomini che la donna non è un surrogato dell’uomo, che la donna non è una proprietà privata e che la donna ha il diritto di scegliere con chi stare e cosa fare del proprio corpo.

Siamo stufe/i di sentir parlare di protezione alle donne da parte di uno stato che non si cura di creare una società di pari diritti, dove si parla di quote rosa e non di autodeterminazione della donna, dove non si insegna nelle scuole alle nuove generazioni il rispetto vesso il prossimo/a, dove troppe donne subiscono abusi e maltrattamenti. Forse è il caso di togliere le armi a uomini che già le hanno invece di darle a chi ancora non le ha.

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