Oggi la Corte decide sull’inadempimento dell’Italia per il sistema carcerario
Il 28 maggio si avvicina. Mercoledì 28 maggio scade il tempo concesso dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) allo stato italiano per adeguare la condizioni dei detenuti e delle detenute ai criteri di carcerazione previsti dalla Corte.
Non meno di quattro metri quadrati per detenuto, servizi igienici funzionanti, spazi di socialità e di attività sportive e culturali adeguati. La realtà dei 206 istituti di pena italiani sono di gran lunga al di sotto di questi standard e non è stato sufficiente ridurre di 5, 6mila detenuti l’affollamento che ancora caratterizza le prigioni di questo paese: circa 60mila presenza per una capienza che non supera le 45mila.
Inoltre la Corte ha rilevato l’eccessivo numero di persone carcerate non ancora condannate e la lunghezza dei processi.
Se il giudizio della Corte sarà negativo, andranno a giudizio i 6.829 ricorsi presentati da detenuti e detenute per richiedere un risarcimento in quanto costretti a condizioni di vita non corrispondenti a quanto lo stato italiano si è impegnato a rispettare quando ha firmato il protocollo della Corte europea. Attualmente questi ricorsi sono sospesi fino alla scadenza del 28 maggio; nel caso la Corte “bocci” l’Italia, per gran parte di questi lo stato italiano sarà costretto a pagare una cifra enorme (circa 20 € per ogni giorno di carcerazione non adeguata) e i ricorsi aumenteranno. Inoltre la stessa Corte sanzionerà lo stato italiano con una multa molto salata.
È una vicenda che ben rappresenta il degrado sociale e politico di questo paese.
Lo stato italiano e i governi che si sono succeduti negli ultimi due decenni (da quando ha preso il via la “crociata forcaiola” con le ripercussioni del sovraffollamento carcerario), preferiscono pagare parecchi milioni di euro invece di sfoltire le prigioni nelle quali è stato gettato un intero settore sociale che, via via, veniva espulso dal lavoro e escluso dal reddito. Una sorta di deportazione di massa.
Tutto questo dimostra un ancor più devastante degrado culturale che sta avvolgendo tutte le menti: si contratta sul tavolo bottegaio la libertà, che tutti riteniamo un bene assoluto, con una manciata di euro.
Sarebbe ora di voltar pagina. Sulle prigioni e su tutto il resto!
ABOLIAMO OGNI CARCERE!
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