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Operaisti al Giro d’Italia

In questi giorni di corsa rosa un aneddoto da un’intervista a Lauso Zagato del 1 novembre 2001.

“A questo punto devo fare una pausa e dire come apparivano questi vecchi operaisti come Guido [Bianchini], oppure Romano Alquati, o Romolo Gobbi, via via che li incontrai. Erano fuori da ogni schema non solo come pensiero e prassi politica, ma anche come modi e stili di rapporto personale, dunque eccezionali: a giovinetti come me, rispetto a ciò che c’era a sinistra, sembrava proprio che avessero Dna diversi. Ricordo quando incontrai per la prima volta Romano a Padova ad una riunione e lui a un certo punto si fermò al bar perché stavano trasmettendo il Giro d’Italia, faceva notare come correvano le biciclette e cose di questo tipo: era quanto di più politicamente scorretto uno potesse immaginare per quel mondo di radicalismo politico. Non voglio buttarla sull’aneddotica, e capisco che fa un po’ ridere che uno ricordi del suo primo incontro con il mitico Romano Alquati il fatto che in un bar di Padova si mettesse ad intervenire a voce alta sull’arrivo della tappa del Giro d’Italia, nel panico degli accompagnatori. Potrei anche scusarmi, ma tant’è: e comunque, passato il panico, ne fui colpito moltissimo.”

 

Tratto da, Gli Operaisti, Derive Approdi, Roma, 2005, p.328.

 

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