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Palermo: un migliaio alla marcia popolare contro il Governo regionale

Oggi, così, si sono dati appuntamento a piazza Verdi un migliaio di persone. Palermitani dalle scuole, dai posti di lavoro a rischio, dagli enti della formazione appena chiusi, dai quartieri popolari e tanti cittadini che hanno risposto alla chiamata di piazza contro il governo Crocetta. Sempre da Palermo il Comitato NoTriv, quello di lotta per la casa e i centri sociali. Ma anche realtà provenienti da altri territori siciliani: comitati per la difesa dei territori, movimenti e collettivi. In pullman sono giunti nel capoluogo il Comitato provinciale trapanese contro la militarizzazione e le devastazioni ambientali; il Comitato NoTriv di Licata; le realtà autorganizzate catanesi. Infine, presenti anche i NoMuos e gli abitanti in lotta della Valle del Mela (Messina) contro l’inceneritore. Una galassia, insomma, che ha trovato nella critica alle politiche di governatore e assessori attuali un immediato comune denominatore sul piano della contrapposizione.

Piattaforma e rivendicazioni raccolte in queste settimane su Antudo parlano il doppio linguaggio del rifiuto-sottrazione all’imposizione di un certo modello di sviluppo e del diritto al principio dell’autodeterminazione territoriale. “Sui nostri territori decidiamo noi” – si legge sui volantini che lanciano la piazza odierna; ad essere contestate sono le politiche ambientali, quelle economiche, quelle militari. In questi tre anni di governo Crocetta si è, agli occhi di chi oggi manifesta,  responsabile delle autorizzazioni per il Muos, del No contro il referendum sulle trivelle, delle autorizzazioni per la costruzione di nuovi inceneritori e discariche: tutto ciò senza mai tener conto delle volontà sociali nei territori interessati. Ma anche sul piano economico non ci si è mossi meglio nell’ottica del bene di una Sicilia che solo lo scorso anno ha perso, costretti ad emigrare, più di 34mila abitanti. Grazie ad un assessorato sostanzialmente commissariato da Renzi, in questi tre anni abbiamo assistito al peggioramento dei conti siciliani: iniqua distribuzione dei fondi; incapacità di utilizzo dei finanziamenti europei; fallimento di Garanzia giovani e altri progetti; rafforzamento dei privilegi; mancata riscossione di un credito da 5miliardi che la Sicilia vantava nei confronti del Governo regionale; mancati interventi infrastrutturali. Aggiungendo a questo già disarmante quadro anche la concessione delle basi (in realtà interi territori come quello di Marsala) militari presenti in Sicilia per esercitazioni e futuri interventi internazionali, la mappa è completa. 

Questi tutti i motivi che hanno dunque portato oggi in piazza a Palermo a manifestare. Il corteo è partito intorno alle 16 dal Teatro Massimo: lo apriva uno striscione che recitava “Crocetta vattinni”. A colorarlo solo bandiere con i simboli dei comitati di lotta e quelle siciliane; tanti i cori dei manifestanti tra cui: “il nostro territorio si può salvare solo e soltanto con la lotta popolare”. Proprio questi, passando per le vie del centro storico, si sono così diretti sotto la presidenza regionale. Al termine del corteo, proprio sotto palazzo D’Orleans, ha avuto luogo, anche, una performance teatrale contro le trivellazioni verso il referendum del prossimo 17 aprile a cura del collettivo “Postcarbone”.

Traffico paralizzato e palazzo del governo assediato. Ecco il bilancio più immediato giunti a questo pomeriggio. Ma vista la riuscita della manifestazione e la trasversalità della partecipazione appare chiaro che Antudo, i comitati e le realtà di lotta, si daranno presto nuovi appuntamenti in difesa del territorio e del diritto all’autodeterminazione. 

 

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

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