Trump contro lo spirito olimpico
In barba al vecchio De Coubertin e al suo ideale (sic) di pace e fratellanza tra popoli, il muslim ban colpisce anche il movimento olimpico. Dai profili ufficiali della federazione italiana Taekwondo si esprime solidarietà nei confronti di alcuni atleti ai quali in questi giorni è stato negato l’accesso negli Stati Uniti a causa della “politica” (il virgolettato è della TKDFITA) adottata dal neo presidente degli USA. A Las Vegas infatti si sta svolgendo l’US Open di classe G2 (in grado cioè di assegnare punti per il ranking Olimpico). A riportare il fatto sui propri profili social sono gli stessi atleti bannati dagli states perché islamici o nati in uno dei paesi indicati nella “black list”di Trump. L’Islandese Meisam Rafiei (la cui “colpa” è quella di essere nato in Iran) e il Belga Mourad Laacharaoui si sono visti negare l’accesso negli USA per partecipare alla competizione. La Federazione italiana Taekwondo commenta il fatto definendolo come “un attacco vero e proprio al cuore dello sport e ai principi dello spirito olimpico. Noi della Fita non possiamo far altro che esprimere tutta la solidarietà agli atleti che hanno visto sfumare mesi di allenamento, di sogni e di denaro a causa di bieche strumentalizzazioni politiche, discriminazioni e episodi di intolleranza che non dovrebbero mai esistere, tantomeno tra chi fa sport e insegue il sogno a cinque cerchi.”
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