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Comunicato dei collettivi del liceo Gioberti e Alfieri di Torino sul lacrimogeno inesploso

Ripubblichiamo il comunicato apparso sulle pagine dei collettivi dei licei Gioberti e Alfieri

È incredibile la leggerezza con cui le istituzioni e i media definiscono “terroristi” i giovani per il solo fatto che decidono di scendere nelle piazze per contrapporsi alle politiche del governo.

Dal momento che la solidarietà agli studenti è ampia e diffusa, la polizia cerca sempre il modo per screditare le lotte che stanno animando tutte le città italiane. Dopo il corteo studentesco di venerdì 15 novembre, i giornali si sono sperticati in racconti fantasiosi sugli scontri tra giovani e polizia avvenuti sotto la prefettura. Da come si vede nelle immagini diffuse dai media, dopo che la polizia ha caricato, e avvenuta un’esplosione che ha dato seguito allo sprigionarsi di una nuvola di fumo urticante.

Per chi era presente al momento, il primo pensiero e stato che le forze dell’ordine avessero lanciato un lacrimogeno per far disperdere il corteo e poi abbiamo letto queste notizie che parlano di 15, 19, 20 agenti feriti (chi più ne ha, più ne metta!) da questa presunta bomba urticante. Le bugie però hanno le gambe corte e le chiacchiere vanno veloci: è risaputo che ciò che è esploso non era un ordigno costruito da un giovane aspirante chimico, bensì un lacrimogeno inesploso ritrovato da qualche studente in Val Susa, uno delle centinaia di lacrimogeni lanciati dalle Forze dell’Ordine durante le proteste contro i cantieri del TAV. La polizia quando c’è da battere visita non perde tempo, non è la prima volta che leggiamo di tutti questi infortuni tra le fila delle Forze dell’ordine per mano dei manifestanti (dicono), in questo caso è lampante quanto il più delle volte questi racconti siano falsi e necessari a coprire l’operato svolto dalla Polizia che normalmente agisce illegittimamente contro chi scende in piazza a protestare.

Si può avere l’opinione che si vuole sul fatto di lanciare un lacrimogeno contro la polizia, ma il punto non è questo: tra la Val di Susa e le manifestazioni cittadine negli anni abbiamo ricevuto innumerevoli lanci di lacrimogeni, e non solo di quelli a mano, anche di quelli che si sparano con il fucile e che la polizia non lancia a parabola, come prevede il regolamento, ma dritto per dritto mirando ai nostri volti.

qui si può vedere il video comparso su instagram dei collettivi

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