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Massa: sgombero della Casa Rossa Occupata

Diffondiamo il comunicato scritto dai compagni e dalle compagne della Casa Rossa Occupata a seguito dello sgombero di questa mattina.

“Casa rossa è ovunque, non si sgombera un’idea.

Oggi è stato eseguito lo sgombero della casa rossa occupata, ma la comunità resistente che si è costruita in questi anni non si può sgomberare, è fatta di persone, delle loro idee individuali e collettive e delle lotte che si sono portate avanti per oltre un decennio.

Le centina di persone che si sono nuovamente ritrovate a Massa solo qualche giorno fa hanno urlato chiaramente a questo governo che non sono disposte a vedersi sottrarre ulteriori diritti da leggi di stampo fascista che minano ogni libertà di manifestare dissenso e preoccupazione rispetto alla fase che sta attraversando il paese.

Oggi salutiamo, momentaneamente, uno spazio fisico, un luogo di socialità, un centro di discussione e di lotta, un posto in cui siamo cresciut3, dove siamo stat3 accolt3, dove abbiamo riso, ci siamo divertit3 e arrabiat3, ma quello che lì dentro, in quelle quattro mura, è stato costruito, non morirà mai.

Le idee, il valore dell’azione collettiva che hanno permesso la nascita e la vita di un luogo come la Casa Rossa si riprodurranno, cresceranno e vivranno ovunque.

In questi ultimi intensi mesi la comunità che ci compone e sostiene ha dimostrato di saper trasformare l’energia dei colpi subiti ribaltandola in uno slancio in avanti. È stato fatto con il percorso per la conquista e il riconoscimento dei beni comuni e nelle decine di assemblee che si sono succedute in queste settimane. Sarebbe inutile lamentare la brutalità di queste destre, o dirci sorprese per aver avuto la dimostrazione che la legalità che paventano è fatta solo di manganelli e sgomberi. Piuttosto siamo fermamente convinti che il territorio saprà riconoscere ciò che questo sgombero simboleggia in termini più ampi e agire di conseguenza.

Oggi si apre un nuovo capitolo: dalla Casa Rossa alla resistenza apuana. Chi pensava di fermarci capirà presto di aver commesso un grosso errore.

Non resteremo per molto senza casa”

Ci vediamo oggi alle ore 18 all’ex cinema Astor per un’assemblea pubblica.

“Sui cadaveri dei leoni banchettano le iene credendo di aver vinto,

ma le iene restano iene e i leoni restano leoni.”

Riprendiamo il comunicato di solidarietà dal centro sociale Askatasuna

Come al solito coperte dal buio, le forze dell’ordine sono arrivate questa mattina a Montignoso (Massa) per sgomberare la ex casa cantoniera che sorge sull’Aurelia, la Casa Rossa Occupata, spazio attivo dal lontano 2012.

Come ribadito nel comunicato diramato a seguito dello sgombero “non si sgombera un’idea” e allora vogliamo accodarci a queste parole perché pensiamo che le esperienze di aggregazione dal basso, di socialità e messa in rete di una collettività siano dure a morire se la loro forza proviene da una lotta e da un’attivazione reale, indipendentemente dalle mura che le accolgono. Sono esperienze importanti che negli anni scavano e costruiscono, soprattutti in territori periferici in cui le dinamiche delle metropoli sono lontane, ma che a maggior ragione dimostrano quanto siano necessarie e preziose, perché capaci di aprire delle brecce di possibilità dove tutto sembra dover scorrere nella normalità. In tanti momenti abbiamo attraversato insieme ai compagni e alle compagne della Casa Rossa Occupata le strade della provincia toscana, i sentieri delle Alpi Apuane fino alla vicina Val Susa. Come non ricordare la storica Festa Antifascista che per anni si è tenuta in quello spazio, dando luogo a un momento attraversato da diverse generazioni e sentito da tanti e tante come una certezza, ma anche l’impegno nella difesa del diritto all’abitare, la creazione di contesti di socialità, musica e sport popolare per giovani e giovanissimi, la lotta per la tutela del territorio dallo sfruttamento e dalla devastazione, così come le mobilitazioni cittadine antifasciste.

Nonostante i tempi siano duri bisogna guardare avanti, verso un orizzonte in cui non stancarsi mai di costruire gli spazi affinché le idee collettive diventino dei sassolini sempre più grossi capaci di interferire con i meccanismi che garantiscono il perpetrarsi del sistema che combattiamo.

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