Rinviata alla Consulta la decisione su Alfredo Cospito
La Corte d’Assise d’Appello di Torino chiede alla Corte costituzionale di esprimersi sulle attenuanti di cui potrebbe beneficiare Alfredo Cospito, l’anarchico, al 41bis. La procura generale aveva chiesto l’ergastolo e 12 mesi di isolamento diurno. Lui: «In sciopero della fame fino all’ultimo respiro»
La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha chiesto alla Corte costituzionale di esprimersi sulle attenuanti di cui potrebbe beneficiare Alfredo Cospito. L’udienza è stata rinviata al 19 dicembre per la lettura dell’ordinanza che disporrà la trasmissione degli atti alla Consulta.
Alfredo Cospito e Anna Beniamino sono accusati del reato di strage politica per i due ordigni fatti esplodere nel 2006 in prossimità della della caserma allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Gli anarchici del Fai, la Federazione anarchica italiana, erano già stati condannati in secondo grado nell’ambito del processo Scripta Manent – Cospito a 20 anni di reclusione, Beniamino a 16 anni e 6 mesi – ma la Cassazione aveva disposto per entrambi un nuovo processo.
Stamattina Cospito, che è recluso al carcere di Sassari in regime di 41-bis, durante il collegamento ha rilasciato una dichiarazione spontanea:
Leggo soltanto quattro righe. Prima di scomparire definitivamente nell’oblio del regime del 41 bis lasciatemi dire poche cose e poi tacerò per sempre. La magistratura della repubblica italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo più avere la possibilità di rivedere le stelle, la libertà. Seppellito definitivamente con l’ergastolo ostativo, che non ho dubbi mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una “strage politica”, per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno e che di fatto non hanno ferito e ucciso nessuno. Non soddisfatti, oltre all’ergastolo ostativo, visto che dalla galera continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, si è deciso di tapparmi la bocca per sempre con la mordacchia medievale del 41 bis, condannandomi ad un limbo senza fine in attesa della morte. Io non ci sto e non mi arrendo, e continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro, per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo paese. Siamo in 750 in questo regime ed anche per questo mi batto. Al mio fianco i miei fratelli e sorelle anarchici e rivoluzionari. Alla censura e alle cortine fumogene dei media sono abituato, queste ultime hanno l’unico obiettivo di mostrificare qualunque oppositore radicale e rivoluzionario.
Abolizione del regime del 41 bis.
Abolizione dell’ergastolo ostativo.
Solidarietà a tutti i prigionieri anarchici, comunisti e rivoluzionari nel mondo.
Sempre per l’anarchia.
Dichiarazione di Anna Beniamino all’udienza d’appello:
Questo è un processo politico, che si è mostrato teso fin dall’inizio alla somministrazione della pena esemplare, processo alle nostre identità di anarchici più che ai fatti, processo a chi non abiura le proprie idee.
Una strage senza strage attribuita senza prove è il culmine di un crescente impegno di Antiterrorismo e Procure per esorcizzare lo spettro dell’anarchismo d’azione.
Nello stesso disegno si colloca l’imposizione del regime 41 bis ad Alfredo Cospito, reo di intrattenere rapporti con il movimento anarchico
dal carcere. Lo sciopero della fame ad oltranza che il compagno sta portando avanti dal 20 ottobre è l’extrema ratio contro isolamento e deprivazione sensoriale, fisica, psichica, contro un bavaglio politico. Bavaglio che gli ha impedito finanche di leggere le motivazioni dello sciopero stesso.
Il 41 bis è il grado estremo di accanimento dei regimi differenziati: carceri dove l’isolamento continuato e il sovraffollamento delle sezioni comuni sono le due facce di un sistema teso ad annullare l’individuo. Carceri dove le stragi, quelle vere, si sono verificate e si verificano: nella repressione delle rivolte del 2020, nello stillicidio di suicidi, nel trattamento dei più poveri e fragili tra i prigionieri come “materiale residuale” della società tecno-capitalistica imperante.
Se qualcosa accadrà ad Alfredo Cospito qualsiasi individuo dotato di pensiero critico capirà chi siano i mandanti ed esecutori del suo
annientamento fisico, non essendo riusciti ad effettuare quello politico e ideale.
Sono cosciente di essere ostaggio di un sistema che nasconde dietro al
feticcio di “sicurezza” e “terrorismo” il suo collasso politico, economico, sociale, ambientale.
Opporsi a questo è necessario. Potete distruggere la vita delle persone, non riuscirete a spegnere il pensiero e le pratiche antiautoritarie. Non
riuscirete a spezzare la tensione rivoluzionaria, non riuscirete a
spegnere l’anarchia.
Saluto Alfredo e tutti i compagni.
Ai Giardini Reali, in centro a Torino, si è concluso il corteo di anarchici e solidali ha attraversato le vie del capoluogo piemontese in segno di solidarietà.
Chi è Alfredo Cospito, l’anarchico al 41bis
Cospito è detenuto da oltre 10 anni nel carcere di Bancali, a Sassari. Nel 2014 è stato condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione dell’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, nel 2012, rivendicato dalla sigla Nucleo Olga Fai-Fri, Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale. Cospito è accusato anche di aver piazzato due ordigni a basso potenziale nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006. L’esplosione dei due ordigni non causò vittime.
Pescarese, classe ’67, Cospito è il primo caso di un anarchico al 41 bis, una disposizione introdotta nell’ordinamento penitenziario italiano con una legge nel 1986, in funzione di lotta e contrasto alle mafie. Da ottobre scorso è in sciopero della fame: dopo sei anni in regime di alta sicurezza, ad aprile, la sua condizione carceraria si è aggravata, con il passaggio al 41 bis, così come stabilito da un decreto del Ministero della Giustizia, secondo il quale Cospito, comunicando con l’esterno, manterrebbe i legami con il gruppo anarchico di riferimento. Una decisione motivata sulla base degli scambi epistolari avvenuti, negli anni della detenzione, con altri anarchici. I magistrati di Torino hanno ritenuto che, attraverso lo scambio epistolare, Cospito mantenesse i legami con l’organizzazione di riferimento.
Successivamente, i pm di Torino hanno avviato una indagine che ha portato a un procedimento nei confronti degli appartenenti alla Fai per i reato compiuto tra il 2003 e il 2006. Cospito è stato identificato quale «capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo» e condannato a 20 anni di reclusione in primo e secondo grado. Lo scorso mese di luglio, la Cassazione ha riformulato le accuse nei suoi confronti: strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo o, in altre parole, «fine pena mai».
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Un estratto della registrazione fatta in aula delle parole di Alfredo Cospito, di fatto le uniche parole che ci arrivano da Alfredo da quando è detenuto nel carcere di Bancali. Ascolta o Scarica
Radio Onda Rossa parla di 41 bis e ergastolo ostativo, a cui Alfredo è sottoposto e contro cui sta lottando con lo sciopero della fame con Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”. Ascolta o Scarica
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