InfoAut
Immagine di copertina per il post

La tortura continua. Alfredo Cospito resta al 41bis

Il Tribunale di Sorveglianza, nonostante il parere favorevole della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo,  rigetta l’istanza di revoca. Alfredo Cospito resta al 41bis

di Frank Cimini, da Osservatorio Repressione

Non è servito nemmeno il parere positivo della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo per liberare l’anarchico Alfredo Cospito dall’applicazione del carcere duro previsto dall’articolo 41bis del regolamento penitenziario. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma, l’unico competente a decidere in materia in tutto il paese, ha rigettato il reclamo presentato dall’avvocato Flavio Rossi Albertini.

Secondo i giudici “Cospito è estremamente pericoloso” e lo è ancora di più in ragione dello sciopero della fame protratto per sei mesi e che viene definito “clamoroso”. L’aumento degli attentati e di azioni violente (in questa categoria anche le manifestazioni di solidarietà) viene considerato coincidente non con l’applicazione del 41bis ma con l’avvio del digiuno.

L’iniziativa dello sciopero della fame avrebbe “infuocato gli animi delle formazioni anarchiche” e avrebbe dato maggiore carisma a Alfredo Cospito all’interno del sodalizio che viene ritenuto tuttora operativo.

Secondo i giudici sarebbe contraddittorio e non coerente il parere della direzione nazionale antiterrorismo perché dall’attività di questo organismo in realtà emergerebbero plurimi elementi di segno contrario attestanti la pericolosità dell’anarchico figura di vertice del movimento.

L’avvocato Flavio Rossi Albertini difensore di Cospito in una nota afferma che: “La DNAA “è contraddittoria” per aver richiesto la revoca del 41 bis per Cospito, è quanto si legge nella motivazione che respinge il reclamo di Cospito.  Il Procuratore Nazionale, i 20 sostituti procuratori nazionali, la sua sezione specializzata nell’antiterrorismo, gli organi centrali di polizia, si mostrerebbero superficiali nel giudizio espresso di non più attualità delle condizioni legittimanti il regime speciale di 41 bis. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma critica il parere espresso il 19 ottobre scorso dalla DNAA e, sostituendosi agli organi investigativi a cio deputati, conferma il regime di 41 bis per Alfredo Cospito. Ad ognuno le sue valutazioni

La DNAA “è contraddittoria” per aver richiesto la revoca del 41 bis per Cospito, è quanto si legge nella motivazione che respinge il reclamo di Cospito.

Il Procuratore Nazionale, i 20 sostituti procuratori nazionali, la sua sezione specializzata nell’antiterrorismo, gli organi centrali di polizia, si mostrerebbero superficiali nel giudizio espresso di non più attualità delle condizioni legittimanti il regime speciale di 41 bis. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma critica il parere espresso il 19 ottobre scorso dalla DNAA e, sostituendosi agli organi investigativi a ciò deputati, conferma il regime di 41 bis per Alfredo Cospito. Ad ognuno le sue valutazioni

Non emergono elementi concreti per giustificare una attenuazione del regime carcerario è la posizione del Tribunale che vede il rischio di collegamenti “con i sodali esterni”. I giudici poi ribadiscono che da parte dì Cospito non c’è stato nessun segnale di dissociazione e ravvedimento. Anzi intervenendo nelle udienze l’anarchico avrebbe continuato a propugnare il metodo della lotta armata e delle azioni violente.

Insomma i giudici non demordono e lo fanno anche con una prosa che sta a metà strada tra l’Ottocento e gli anni ‘70 quando c’erano i morti per le strade e prese avvio quell’infinita emergenza italiana. I reclusi al 41bis sono circa 750 molti di più rispetto ai tempi delle stragi mafiose. I “politici” sono quattro. Con Cospito tre ex delle Brigate Rosse organizzazione che non esiste da oltre 20 anni.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Divise & Poteredi redazioneTag correlati:

41biscarcereCospito

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Carceri statunitensi, un inferno democratico

Le carceri statunitensi, molte delle quali a gestione privata, sono veri luoghi di tortura, dove i reclusi arrivano ad essere affamati ed assetati, oltre che sfruttati nei lavori forzati.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La lotta contro il 41bis non è finita

Domenico Porcelli ha 49 anni ed è della provincia di Bari. Dal 2018 si trova in stato di detenzione, condannato a 26 anni e mezzo di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso con una sentenza ancora non definitiva.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Bergamo: come è morto in carcere Oumar Dia? Mercoledì 1 novembre camminata di protesta a Milano

Cosa è successo a Oumar Dia, 21enne morto nel carcere milanese di San Vittore?

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Trapani: Polizia Penitenziaria chiede “mani libere”

Marcello Veneziano, sindacalista della UIl polizia penitenziaria di Trapani, chiede l’abolizione del reato di tortura e di realizzare dei « reparti speciali » dove isolare i detenuti “difficili”.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La lettera dei detenuti dal carcere di Bancali (Sassari): “Vi raccontiamo cosa succede davvero”

Dopo la morte di Erik Masala, il 26enne trovato morto in cella a Bancali, i detenuti che si trovano reclusi nella casa circondariale di Sassari, hanno voluto far sentire la propria voce attraverso una lettera. La decisione di voler comunicare con il mondo esterno è arrivata dopo il grave episodio che ha coinvolto un loro compagno.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cecca esce finalmente dal carcere!

Cecca è finalmente uscita dal carcere delle Vallette dove ha dovuto trascorrere sette lunghi mesi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Palermo, Caivano, Quarticciolo: solo carcere e polizia.

Dopo gli stupri di gruppo di Caivano e Palermo, dopo il ragazzo di 24 anni ucciso a Napoli, il governo Meloni cavalca l’onda mediatica e approva un disegno di legge mirato a rendere più semplici e frequenti gli arresti dei ragazzi minorenni. Meloni dichiara che per lei questa è “prevenzione, non repressione”, affermando che istituire […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Graziana, Susan, Azzurra e un ministro colpevole

Questa lunga estate calda che sembra averci messo tutti alla prova, si è colorata di vera tragedia nella sezione femminile del carcere delle Vallette in cui è rinchiusa anche Cecca, l’attivista Notav. Una dopo l’altra, tre donne si sono tolte la vita: Graziana nel mese di giugno, Susan e Azzurra il 9 e il 10 agosto. Senza dimenticare Angelo, la quarta vittima nel mese di luglio.