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Corteo e irruzione al porto contro le navi lager a Palermo

Il presidio si è trasformato in un corteo non autorizzato che ha paralizzato il traffico in via Crispi, raggiungendo la via Dei Cantieri fino ai cancelli della Fincantieri per avvicinarsi il più possibile alle banchine dove sono ormeggiate le navi con i migranti. Altro presidio di fronte i cancelli serrati dei cantieri navali e poi nuovamente corteo selvaggio alla volta dell’ingresso centrale del porto: il corteo è riuscito a forzare l’ingresso del porto presidiato dalle forze dell’ordine continuando così a manifestare sul molo principale.

Di fronte all’insopportabile ferocia di un dispositivo di governance colpevole di aver condotto alla disperazione gli oltre mille migranti protagonisti della rivolta di Lampedusa, di averla quindi ferocemente repressa e fatta oggetto di una capziosa deformazione mediatica volta a criminalizzare la giusta rabbia di chi viene imprigionato senza ragione ed infine di ricorrere a metodi di reclusivi brutali e grotteschi. Di fronte a tutto ciò gli antirazzisti palermitani hanno dunque tentato, riuscendoci, di violare il severissimo dispositivo di difesa poliziesca dei moli. Il corteo dopo aver lambito diversi degli accessi al porto (con un lungo rumoroso assedio agli accessi di fincantieri) ha forzato uno degli ingressi principali cogliendo di sorpresa i reparti di celere schierati a difesa delle navi-lager. Una volta entrato il corteo si è mosso avvicinandosi il più possibile alle prigioni galleggianti tentando di esprimere tutta la solidarietà e l’ammirazione per chi, di fronte alle angherie di una fortezza-europa sempre più pronta a recludere ed a massacrare chi non ritiene sufficientemente profittevole, ha preferito lottare.

Il corteo si è infine sciolto intorno alle venti lanciando un altro appuntamento per domani pomeriggio.

 

ascolta l’intervista a Rabih, blogger

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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