Migliaia di NO al CPR-lager milanese
Diverse migliaia di persone sono scese in piazza ieri a Milano per opporsi alla riapertura del famigerato CPT-lager per migranti di Via Corelli sotto la nuova dicitura di Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR).
Mobilitazione che va avanti dopo che nel mese di ottobre era stato il turno dell’Emilia Romagna – con flash mob simultanei in una serie di luoghi simbolici nelle principali città della regione.
Il corteo radunatosi in piazza della Piola è stato animato da svariate realtà e percorsi autorganizzati cittadini e regionali: obiettivo del dispositivo introdotto dal DL Sicurezza di Salvini (oltre ad accanirsi in maniera
discriminatoria e disumana sui singoli internati) è infatti quello di colpire l’agibilità e l’allargamento delle lotte territoriali in cui i migranti hanno avuto un ruolo decisivo, dal diritto all’abitare al mondo del lavoro.
In particolare si segnala l’inasprimento delle pene per blocco stradale: una delle pratiche più usate nelle lotte sul salario da braccianti e facchini per colpire i profitti e lo sfruttamento di padroni e caporali. Di fatto assurto a vero e proprio reato penale, equiparato ad una rapina a mano armata o a una violenza sessuale di gruppo. E da scontare prospettivamente, per i lavoratori di origine straniera, proprio nei CPR.
Presenti anche esponenti dei collettivi studenteschi, di Non Una di Meno e della comunità curda milanese, mentre era assente il PD. Un segnale promettente, dopo il forfait al 24 novembre femminista romano, per il rinnovamento e l’autonomia dei percorsi antirazzisti ed antisessisti.
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